Negli ultimi anni il fenomeno del “pezzotto” ha attirato l’attenzione delle istituzioni e dei consumatori, ma la sua portata reale rimane poco conosciuta. Si tratta di un apparecchio illegale che permette di accedere a contenuti audiovisivi piratati, spesso a basso costo o addirittura gratuitamente. Dietro questo gadget apparentemente semplice si nasconde una struttura ben più ampia e articolata, che coinvolge gruppi criminali organizzati e che produce ingenti danni economici e sociali. Un’indagine condotta dalla Federazione per la Tutela delle Industrie Audiovisive, in collaborazione con Ipsos, ha evidenziato l’entità del problema e i rischi che gravano sul settore, presentando i risultati agli Stati Generali contro la pirateria online.
Il meccanismo e l’impatto economico del “pezzotto”
Il “pezzotto” non è solo una semplice scatola nera che trasmette canali pirata. Dietro questo dispositivo c’è un sistema complesso che distribuisce illegalmente contenuti protetti da diritti d’autore. Gli utenti riescono a guardare film, partite di calcio e serie tv che normalmente richiederebbero un abbonamento legittimo alle piattaforme ufficiali. Questi apparecchi costano poco, il che alimenta una domanda diffusa. L’indagine della federazione ha stimato che le perdite per il mercato audiovisivo superano i 2 miliardi di euro ogni anno. Questo dato include non solo i mancati guadagni per le emittenti e le case di produzione, ma anche i danni collaterali causati dall’erosione di investimenti nel settore e dalla riduzione delle risorse per i nuovi progetti creativi.
La criminalità organizzata e la diffusione pirata
Una parte rilevante del guadagno derivante da questa attività finisce nelle mani della criminalità organizzata. Questi gruppi gestiscono le reti e le piattaforme che rendono possibile la diffusione pirata su larga scala. La mancanza di controlli e l’anonimato che garantiscono le tecnologie digitali favoriscono il loro operato. Il danno economico si riflette non solo sulle aziende, ma anche sui lavoratori nell’industria culturale, che rischiano di perdere posti di lavoro e opportunità professionali.
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Le sfide del contrasto e l’effetto della legge del 2023
L’Italia ha adottato nel 2023 una legge specifica per fronteggiare la diffusione del “pezzotto” e più in generale della pirateria digitale. Questo intervento ha portato a una riduzione misurabile del numero di dispositivi in circolazione e ha reso più difficili alcuni passaggi della filiera illegale. “Nonostante questo, la battaglia contro le reti di pirateria non è finita.” La crescente diffusione dell’intelligenza artificiale complica la situazione, perché nuove tecnologie velocizzano la creazione e la distribuzione di contenuti contraffatti.
Resilienza delle reti di pirateria
In più, le reti di pirateria si dimostrano resilienti. Cambiano continuamente strategie per aggirare i controlli e adattarsi agli strumenti messi in campo dalle autorità. Si tratta di una lotta che richiede un impegno costante da parte delle forze dell’ordine, dei legislatori e delle aziende del settore. La collaborazione internazionale resta essenziale per colpire i centri di comando che agiscono dall’estero e per scardinare strutture criminali radicate.
Le conseguenze per la cultura e il lavoro creativo in italia
Oltre agli aspetti economici, la diffusione del “pezzotto” comporta rischi per la cultura e il lavoro creativo nel nostro Paese. Gli investimenti nelle produzioni audiovisive dipendono in larga parte dal buon funzionamento del mercato legale. Se le entrate si riducono, diminuisce anche la capacità di finanziare nuovi progetti, innovazioni e scoperta di talenti. La disponibilità di contenuti pirata riduce la domanda di prodotti originali, con effetti pesanti sulla varietà e qualità delle opere disponibili al pubblico.
Il lavoro di chi crea film, serie, programmi televisivi è anch’esso minacciato. Un settore audiovisivo impoverito rischia di vedere ridursi artigiani, tecnici, registi, attori e scrittori. Secondo la federazione, il “pezzotto” mina la ricchezza collettiva, quella che deriva dalla produzione e diffusione di contenuti culturali legittimi, capaci di rappresentare e far crescere la società.
La protezione del diritto d’autore non è solo questione di interessi economici, ma rappresenta un presidio fondamentale per mantenere viva la produzione culturale nel paese. Le iniziative per combattere il fenomeno dovranno quindi combinare misure legali, tecnologiche e di sensibilizzazione dei consumatori.