Dieci anni di legge antispreco: aumento delle donazioni e cambiamento culturale nel recupero alimentare

Dieci anni di legge antispreco: aumento delle donazioni e cambiamento culturale nel recupero alimentare

La legge antispreco 166/16 ha aumentato del 390% il recupero alimentare in Italia, semplificando le donazioni tra imprese e terzo settore e promuovendo sostenibilità, responsabilità sociale e riduzione dello spreco.
Dieci Anni Di Legge Antispreco Dieci Anni Di Legge Antispreco
La legge antispreco 166/16 ha significativamente facilitato in Italia il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari, promuovendo la collaborazione tra imprese e terzo settore e favorendo pratiche aziendali sostenibili contro lo spreco. - Gaeta.it

Negli ultimi dieci anni, la legge antispreco 166/16 ha contribuito a modificare il modo in cui alimenti invenduti o in eccedenza vengono gestiti in Italia. Il recupero degli alimenti, grazie alle normative, ha subito un incremento significativo. Parallelamente, sono state eliminate molte barriere burocratiche, favorendo una collaborazione più stretta tra imprese e realtà del terzo settore. L’effetto si è tradotto non solo in numeri più alti ma anche in un cambiamento nei comportamenti e nelle pratiche aziendali legate allo spreco alimentare.

Crescita del recupero alimentare dopo la legge 166/16

La legge antispreco, attiva dal 2016, ha portato a un aumento significativo del recupero delle eccedenze alimentari a livello nazionale. Nel caso specifico del Banco Alimentare, i dati mostrano un incremento del 390% nel recupero, rispetto ai livelli precedenti all’entrata in vigore della legge. Questo dato testimonia la reale efficacia delle disposizioni legislative nel promuovere la raccolta e la redistribuzione degli alimenti in surplus.

Abbattimento degli ostacoli burocratici

L’abbattimento degli ostacoli burocratici consente alle imprese di donare in modo più semplice e veloce, evitando l’esaurimento delle scadenze o il deterioramento dei prodotti. Inoltre, l’armonizzazione delle procedure tra enti beneficiari e produttori ha rafforzato la rete che si occupa di raccogliere e distribuire le eccedenze. Questi miglioramenti hanno permesso di raggiungere un maggior numero di persone in difficoltà, riducendo lo spreco a livello locale e nazionale.

Il ruolo della legge e il rapporto tra imprese e terzo settore

La legge 166 si concentra sulle operazioni a monte della distribuzione, affrontando la donazione come strumento per estendere la vita utile degli alimenti. In questo contesto, le imprese legate alla produzione, alla distribuzione e alla somministrazione alimentare diventano donatori verso realtà del terzo settore. Questi ultimi, a loro volta, si occupano di trasformare le merci in aiuti concreti per le persone in stato di bisogno.

Un passaggio importante

Questo collegamento tra mondo produttivo e sociale rappresenta un passaggio importante. L’intervento legislativo aiuta a costruire ponti tra ambiti che a prima vista sembrano lontani. L’unione facilita un’efficienza maggiore nella gestione delle eccedenze, con un beneficio diretto sulle comunità fragili. L’impegno delle aziende del settore alimentare diventa quindi parte di una risposta più ampia alle crescenti necessità sociali.

Donare come pratica consapevole e strategica per le aziende

Donare eccedenze alimentari non è più visto come un’azione casuale o conseguenza di errori produttivi o logistici. Al contrario, aziende che applicano la legge 166 lo fanno spesso in modo consapevole, integrando la donazione nelle loro strategie. Essa diventa un indicatore di attenzione alla sostenibilità e all’economia circolare.

Monitoraggio e gestione delle risorse

La donazione induce le imprese a monitorare con precisione i propri processi: dal magazzino alla distribuzione, fino al rapporto con i consumatori. Diventa necessario misurare gli sprechi potenziali, pianificare le attività in modo da minimizzare gli scarti e rendere le pratiche più trasparenti. In questo modo, la scelta di donare si lega a un controllo attento e a una gestione efficiente delle risorse, senza limitarsi a essere una semplice necessità legale.

La trasformazione della donazione da gesto occasionale a prassi abituale richiede un cambio di mentalità. Le aziende che hanno adottato questi principi riflettono un comportamento misurato, conscio dei propri effetti sociali e ambientali. Il legame tra donazione e sostenibilità si rafforza, portando inoltre a migliorare l’immagine e la reputazione d’impresa.

Dibattito e impegno istituzionale

Il dibattito sulla legge antispreco si è concentrato quindi anche su come questa si inserisca dentro un contesto più ampio di corrette pratiche e politiche aziendali. In effetti, chi ignora o trascura la donazione rischia di perdere opportunità importanti nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa. Così, la legge 166 svolge una funzione non solo normativa ma anche culturale.

Nelle giornate recenti, al Senato, la conferenza stampa dedicata alla prevenzione dello spreco alimentare ha richiamato attenzione sull’evoluzione della normativa e sulle necessità future di collaborazione. L’incontro ha messo in evidenza che la crescita quantitativa ottenuta è accompagnata da un lavoro costante di sensibilizzazione e diffusione di buone pratiche. Cambiare i comportamenti e abbracciare modelli più avanti è l’obiettivo che continuerà a guidare il contrasto allo spreco nel tempo.

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