La cura della Terra e la protezione dell’ambiente occupano un posto centrale nel dialogo ecumenico tra le differenti confessioni cristiane. Dieci anni dopo la pubblicazione dell’enciclica laudato si’ di papa Francesco, il tema della salvaguardia del creato continua a unire cattolici, ortodossi, anglicani e altri gruppi cristiani in una preoccupazione condivisa. Il documento di papa Francesco, ispirato in parte all’impegno del patriarca ecumenico Bartolomeo, ha aperto nuovi scenari nel dibattito religioso sulla responsabilità verso il mondo naturale e i suoi equilibri. L’esperienza degli ultimi decenni mostra come il legame tra fede e ambiente dialoghi con le tradizioni teologiche diverse ma convergenti nel riconoscere l’urgenza della questione ambientale globale.
La teologia ortodossa e la visione ecologica di bartolomeo
La lectio magistralis tenuta il 3 maggio 2025 a Caserta, in occasione del decimo anniversario di laudato si’, ha ripercorso il rapporto fraterno tra Bartolomeo e papa Francesco e approfondito le radici teologiche ortodosse che supportano l’attenzione verso l’ambiente. Bartolomeo ha richiamato concetti della teologia ortodossa, puntando su figure come il metropolita di Pergamo Ioannis Zizioulas che parla di “uomo eucaristico”. In questa visione l’essere umano, attraverso il rito eucaristico, assume una dimensione che supera il semplice rapporto con se stesso per estendersi a tutta la creazione.
Anche i riferimenti a san Ireneo di Lione e san Massimo il Confessore allargano la prospettiva. Per la teologia ortodossa Cristo, in qualità di “nuovo Adamo”, ricapitolerebbe in sé tutta la natura e attraverso la salvezza offre una forma di correzione cosmica. L’uomo, con la pratica ascetica e la conversione interiore, è chiamato a restaurare l’armonia originale con il creato, assumendo che nulla gli appartiene ma tutto deve essere custodito con rispetto.
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Bartolomeo ha dunque sottolineato come il dilemma ecologico non sia solo una questione culturale o scientifica ma coinvolga la vita spirituale, chiamando a una responsabilità fondata sulla fede e sulla concezione della creazione come dono divino e comunione. La lotta per l’ambiente diventa, così, una dimensione essenziale anche nell’ambito della vita liturgica e teologica.
La riflessione di papa francesco e l’influenza di bartolomeo nella laudato si’
L’enciclica laudato si’ dedicò particolare attenzione al dialogo con le altre confessioni nello spirito di una comunione cristiana allargata, valorizzando la riflessione ecologica sviluppata anche fuori dalla Chiesa cattolica. Nei paragrafi iniziali dell’enciclica papa Francesco menzionò l’importante ruolo del patriarca ecumenico Bartolomeo, che da anni richiamava le coscienze a riconoscere i danni provocati all’ambiente come “crimini contro la natura, contro Dio e contro noi stessi”. Questo richiamo, che rimanda al concetto di peccato ambientale, sottolinea l’importanza di adottare stili di vita rispettosi della Terra.
L’impegno di Bartolomeo si basa su una visione che integra la responsabilità ecologica con la dimensione spirituale. La sua posizione ha trovato eco nella pubblicazione dell’enciclica, che ha contribuito a rafforzare la consapevolezza tra i cattolici e gli altri cristiani. Papa Francesco ha inteso così riaffermare una comune responsabilità, invitando non solo a riconoscere il degrado ambientale ma anche a una conversione personale e comunitaria capace di cambiare abitudini e relazioni con il creato.
Il contributo anglicano nella difesa del creato e la rete Acen
Nel mondo protestante, e in particolare nella comunione anglicana, la tutela dell’ambiente è un tema sempre più presente nelle agende pastorali. Nel 1998 i vescovi riuniti a Lambeth empenarono un percorso per potenziare le iniziative ambientali interne alla comunione istituendo l’Anglican Communion Environmental Network . Questa rete, ufficializzata nel 2002, punta a guidare i membri della comunione verso pratiche sostenibili sia nella vita personale che nella comunità.
Tra le iniziative più diffuse c’è The Communion Forest, che promuove attività concrete di piantagione di alberi e di restauro degli ecosistemi. Le diocesi e le singole chiese anglicane si impegnano in programmi locali per mantenere il verde e sostenere la biodiversità, usando slogan come “piantare è sperare, restaurare è guarire, proteggere è amare”.
L’enciclica laudato si’ ha rappresentato per l’Acen un punto di riferimento che conferma l’urgenza della difesa ambientale e sottolinea il nesso tra povertà e distruzione dell’ambiente. La rete evidenzia come la distribuzione ineguale delle risorse, cause di fame, malattie e disordini, sia legata allo sfruttamento della natura.
Il 1° settembre tra preghiera ecumenica e impegni per la tutela ambientale
Il 1° settembre rappresenta una data fondamentale nella storia recente delle pratiche ecumeniche legate all’ecologia. Fin dal 1989, con l’enciclica lanciata dal patriarca Demetrio di Costantinopoli, quel giorno è stato proposto come giornata di preghiera e riflessione per il creato, coinvolgendo le chiese cristiane in tutto il mondo. Per la Chiesa ortodossa il 1° settembre coincide anche con l’inizio dell’anno liturgico.
Nel 2007 la terza assemblea ecumenica europea riunita a Sibiu estese questa iniziativa introducendo un “tempo per il creato” di cinque settimane, che si conclude il 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi, figura simbolo per la difesa della natura. La ricorrenza ha assunto così un valore liturgico e pastorale condiviso lungo tutto arco dell’anno nella comunità ecumenica.
Importante fu anche il ruolo del Consiglio ecumenico delle chiese che ha coordinato molte iniziative promosse a livello globale. Papa Francesco ha confermato questa linea nel 2015 con la lettera che istituisce ufficialmente nella Chiesa cattolica la giornata mondiale di preghiera per la cura del creato proprio il 1° settembre. Nel 2021, il messaggio unificato firmato anche da Bartolomeo e Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, ha ribadito la volontà comune di rilanciare l’attenzione verso la salvaguardia ambientale entro l’evento ecclesiale.
L’Amazzonia simbolo ecumenico della crisi ambientale e dei popoli indigeni
L’Amazzonia resta uno degli esempi più evidenti della crisi ambientale ma anche un luogo in cui il dialogo ecumenico si è fatto concreto. Nel luglio 2006 a Manaus, il patriarca Bartolomeo convocò il VI Simposio su religione, scienza e ambiente, evento in cui fu sottolineata l’importanza di proteggere questa “foresta oceano”, ricca di biodiversità unica al mondo.
Alla chiusura di quel simposio furono rivolti appelli per tutelare l’ecosistema e i popoli indigeni, riconosciuti come custodi tradizionali e preziosi per la salvaguardia del territorio. Il patriarca, assieme a capi indigeni, benedisse le acque del punto in cui si incontrano due grandi fiumi a formare il rio delle Amazzoni, gesto simbolico della fratellanza fra fede e natura in tutela del creato.
Qualche mese più tardi, nel maggio 2007, il documento di Aparecida, frutto della V conferenza generale dell’episcopato latinoamericano, inserì a richiesta dei vescovi brasiliani un richiamo speciale all’importanza dell’Amazzonia. Fu indicata la necessità di una pastorale condivisa tra le chiese del bacino amazzonico, con obiettivi di sviluppo differenziati, priorità ai poveri e rispetto del bene comune.
Questi eventi rappresentano tappe fondamentali nel cammino che ha portato alla pubblicazione di laudato si’ e consolidano l’Amazzonia come cuore pulsante di questioni ambientali e sociali di respiro globale.