Diamante, città calabrese nota per la sua lunga storia legata ai murales, ha ospitato la recente edizione del Festival delle Arti e delle Culture , un evento che ha risvegliato il centro storico trasformandolo in una culla di arte urbana e dialogo culturale. La manifestazione, organizzata da Gulìa Urbana insieme al Comune di Diamante e a Osa – Operazione Street Art, ha offerto una settimana intensa di azioni artistiche che hanno riattivato gli spazi pubblici della città, coinvolgendo residenti, artisti e visitatori. Un progetto che ha fatto della street art più di una semplice decorazione, rendendola parte concreta del tessuto sociale.
Diamante tra storia e rinnovamento: la città dei murales si reinventa
Dal 1981 Diamante ha rappresentato una tappa fondamentale nell’arte pubblica italiana grazie all’iniziativa che ha chiamato oltre ottanta artisti italiani e stranieri a dipingere il centro storico. Quel primo esperimento ha tracciato una strada lunga quattro decenni, facendo di questa cittadina cosentina un modello di arte urbana diffusa. Nel 2025 la città ha deciso di rimettersi in gioco non solo ospitando nuove opere, ma proponendosi come spazio attivo di produzione culturale.
FAC non è stato solo un festival visivo, ma un laboratorio dove l’arte si è intrecciata con la dimensione sociale, aprendo discussioni e progettazioni sul futuro della comunità e l’uso degli spazi pubblici. In questo senso, l’arte urbana qui si conferma una forza che dialoga con la storia, ma soprattutto con le esigenze e le idee di chi abita e frequenta il luogo.
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Le nuove opere di street art: sguardi internazionali sulle pareti di diamante
Durante la settimana del festival sono state realizzate cinque nuove opere di street art, nate dall’incontro tra artisti internazionali e italiani. L’ambientazione ha potuto contare anche sul supporto dell’Ambasciata Irlandese in Italia, che ha sostenuto il lavoro di Aches, artista irlandese. La sua opera tratta l’idea di unione tra popoli, costruendo un’alchimia tra diverse generazioni e memorie che si fondono in un linguaggio visivo comune.
Dalla Spagna è arrivato Slim Safont, che ha concentrato la sua attenzione sui mestieri tradizionali. La sua opera parla della trasmissione del sapere manuale, un tema che richiama il valore delle competenze tramandate nel tempo e la loro importanza nel contesto attuale.
Marta Lapeña, madrilena, ha sviluppato una narrazione poetica che si aggancia al territorio, portando alla luce simboli forti e riconoscibili come il cedro, legato alle radici locali e capace di evocare senso di identità e appartenenza.
Di scena anche Edoardo Ettorre, artista italiano che ha realizzato un’opera dedicata alla sicurezza sul lavoro, un tema di attenzione e sensibilizzazione che ha preso forma con una raffigurazione che punta sulla centralità del corpo umano e la dignità dei lavoratori nei cantieri. Il progetto ha avuto la collaborazione di Formedil Cosenza, impegnata proprio nei temi della formazione e tutela sul lavoro.
A luglio è attesa l’ultima opera, quella di Joys, con un intervento monumentale a Largo Savonarola. L’idea prevede un vero e proprio playground artistico, concepito come spazio pubblico accessibile e inclusivo dove tutti possano incontrarsi e partecipare.
Iniziative collaterali e dialoghi culturali: arte che unisce città e persone
L’edizione di FAC 2025 ha vissuto momenti forti anche fuori dalle singole opere. Tra questi spicca il patto di gemellaggio tra i Comuni di Diamante e Santa Sofia d’Epiro, due realtà legate non solo geograficamente ma da una visione condivisa sull’arte pubblica come strumento di coesione sociale. La cerimonia, avvenuta al Museo Dac, si è accompagnata alla sfilata dei gruppi arbëreshë, che ha portato in piazza tradizioni e costumi di una comunità che vive da secoli nel territorio.
Non sono mancati inoltre appuntamenti dedicati agli artisti locali, con una mostra collettiva che ha coinvolto oltre venti autori di Diamante. Il festival ha previsto anche talk pubblici sui temi di arte, formazione e sicurezza, oltre a visite guidate alle opere realizzate nel centro storico. L’atmosfera è stata arricchita da eventi musicali diffusi nei luoghi del festival, creando una trama che ha unito arte visiva, parola e suono.
FAC ha dunque ribadito il ruolo di Diamante come centro culturale capace di accogliere e promuovere uno sguardo contemporaneo sull’arte urbana, senza dimenticare le radici profonde di una comunità che ha scelto di raccontarsi attraverso i muri della propria città.