Una lettera firmata da circa settanta detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere è arrivata all’associazione di tutela ‘Sbarre di Zucchero Aps‘. I reclusi segnalano problemi seri riguardo l’accesso alle cure mediche all’interno della struttura, chiedendo un intervento urgente. La richiesta è stata così portata all’attenzione dei ministri della Giustizia e della Sanità tramite un’interrogazione parlamentare presentata da debora serracchiani e altri deputati del PD.
La lettera dei detenuti e il coinvolgimento dell’associazione sbarre di zucchero aps
La missiva dei detenuti è arrivata direttamente all’associazione ‘Sbarre di Zucchero Aps‘, che si è attivata per coinvolgere le istituzioni. La lettera denuncia situazioni drammatiche riguardo la gestione della salute dei reclusi, segnalando che da quasi due anni si registrano difficoltà di accesso alle cure e ai trattamenti. Tra le criticità evidenziate, l’assenza quasi totale di medici generici e carenze nella gestione di pazienti oncologici e diabetici. Per oltre un mese i pazienti affetti da diabete, per esempio, non avrebbero ricevuto le terapie necessarie. Il presidente dell’associazione, monica bizaj, ha inoltrato la documentazione alla deputata debora serracchiani, chiedendo un intervento parlamentare per fare luce su queste situazioni.
Oltre all’associazione, la lettera è stata inviata anche all’ASL di Caserta, in particolare al dirigente Giuseppe Nese, responsabile della Sanità Penitenziaria. I detenuti lamentano che il dottor Pasquale Iannota, dirigente sanitario del carcere, non ha voluto ricevere nessuna delegazione per affrontare direttamente le problematiche. Questa chiusura ha spinto i parlamentari a mettere insieme tutte le segnalazioni ricevute e a presentare un’interrogazione ai ministri competenti.
Leggi anche:
Criticità nella disponibilità e nel funzionamento dei servizi sanitari del carcere
La situazione sanitaria nella struttura di Santa Maria Capua Vetere appare complessa e problematica. I parlamentari nel testo dell’interrogazione riportano che non esistono reparti ospedalieri interni, nonostante siano previsti fin dal 2000. Questo costringe a spostare in altri ospedali i detenuti per visite e cure anche di base, come le radiografie. Il repartino dedicato si trova in un ospedale nelle vicinanze, il Melorio, ma l’assenza di pronto soccorso e la scarsità di unità specialistiche limitano fortemente la capacità di risposta sanitaria.
La carenza di personale medico si riflette anche sulle cure ai detenuti affetti da patologie croniche o gravi, come i malati oncologici. La quasi totale assenza di medici generici impedisce un controllo regolare della salute della popolazione carceraria. Tra i problemi segnalati c’è la scarsa assistenza a pazienti diabetici privati di terapie specifiche per oltre un mese.
Inoltre, i detenuti affetti da disturbi psichiatrici vengono trattati come detenuti ordinari, a causa della scarsità di posti nelle Rems, strutture dedicate ai soggetti con patologie mentali pericolose. Questa mancanza di reparti specialistici rappresenta un ulteriore limite alla tutela della salute in carcere.
Emergenze psichiatriche e mancanza di personale specializzato
L’interrogazione sottolinea la presenza elevata di detenuti con problemi psichiatrici, depressione e dipendenze da sostanze stupefacenti. Questi fenomeni richiederebbero un’assistenza specifica e costante, ma la disponibilità di psicologi, psichiatri e personale sanitario è valutata come molto ridotta. Le strutture Rems sono insufficienti sia in numero sia in posti, e la gestione di queste patologie avviene spesso in condizioni inadeguate.
Il sovraffollamento della struttura aggraverebbe la situazione. Oltre alla carenza di personale, questo rende più difficile garantire la continuità delle cure all’interno del carcere e il passaggio alle strutture pubbliche esterne. Le disfunzioni segnalate dimostrano che il diritto alla salute, sancito dall’ordinamento penitenziario, non sembra essere rispettato pienamente in questo contesto.
La risposta dei parlamentari e la richiesta di intervento ai ministri
La deputata debora serracchiani, insieme a federico gianassi, rachele scarpa, marco lacarra e michela di biase, ha presentato un’interrogazione scritta ai ministri della Giustizia e della Sanità, carlo nordio e orazio schillaci. Nel documento si riportano le denuncie dei detenuti e l’incapacità attuale dell’istituto di garantire cure adeguate e un trattamento dignitoso.
I parlamentari ricordano che l’incarcerazione non deve significare la perdita del diritto alla salute e che il trattamento penitenziario deve rispettare la dignità e l’integrità fisica di ogni persona. Chiedono quindi risposte precise sulle misure che intendono adottare per risolvere le carenze e garantire l’assistenza sanitaria in modo conforme a quanto previsto dalla legge.
La situazione di Santa Maria Capua Vetere appare, così, uno dei tanti segnali di disagio in strutture penitenziarie italiane, dove la sanità interna fatica a rispondere ai bisogni dei detenuti, soprattutto in presenza di patologie complesse o condizioni psichiatriche.