Una mattinata dedicata alla tutela dell’ambiente ha visto protagonisti detenuti della casa circondariale di Frosinone. Dieci di loro si sono messi all’opera per ripulire la spiaggia della Bufalara, striscia di costa che fa parte del Parco nazionale del Circeo. L’iniziativa, sostenuta da associazioni e istituzioni, fa parte di un progetto più ampio volto a favorire il reinserimento sociale attraverso l’impegno civico.
La pulizia della spiaggia della bufalara: chi e come
L’intervento si è svolto nella mattinata di oggi, all’interno del tratto costiero della Bufalara, area molto delicata dal punto di vista ambientale e frequentata da turisti e residenti. I dieci detenuti, accompagnati da agenti della polizia penitenziaria e dal personale educativo, hanno raccolto rifiuti di vario tipo con l’aiuto dei volontari di due associazioni chiamate Plastic Free e Seconda Chance. Quest’ultimo è un organismo che si occupa di progetti sociali legati alle carceri e al recupero dei detenuti.
L’Ente Parco nazionale del Circeo ha offerto supporto organizzativo e logistico per l’evento, mettendo a disposizione i mezzi necessari e coordinando le operazioni in loco. Il progetto non è un’iniziativa isolata: fa parte di un programma nazionale con analoghi interventi già attuati in oltre dieci istituti penitenziari in tutta Italia. L’obiettivo principale consiste nel far vivere ai detenuti un’esperienza concreta di volontariato e responsabilità civile attraverso la tutela dell’ambiente.
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Il progetto nazionale tra carcere e ambiente
Questo tipo di attività ha radici in un contesto più ampio, che punta a facilitare il reinserimento sociale dei detenuti e a combattere il fenomeno della recidiva. Quando una persona in carcere prende parte a iniziative che coinvolgono la società e la natura, costruisce nuove competenze pratiche, sviluppa un senso di appartenenza e si allena alla convivenza civile. Non a caso il volontariato ambientale si sta imponendo come una strada utile in vari istituti penitenziari italiani.
L’aspetto ambientale resta di primaria importanza. La spiaggia della Bufalara è un tratto di costa protetto, caratterizzato da dune e habitat naturali che ospitano diverse specie vegetali e animali. Preservare questi ambienti richiede attenzione costante. L’intervento dei detenuti ha contribuito a liberare la zona da rifiuti ingombranti e pericolosi, migliorando la qualità del luogo e l’esperienza di chi lo frequenta.
Le attività educative dopo la pulizia
Terminato il lavoro di raccolta, i partecipanti si sono spostati nell’area picnic del Centro Visitatori del Parco a Sabaudia. Qui si è creato un momento informale di scambio e confronto tra volontari, agenti e detenuti. Sono stati offerti spazi per parlare della giornata e per dare valore al lavoro svolto. Questo passo aiuta a consolidare il senso di gruppo e a sottolineare l’importanza del rispetto per l’ambiente.
Dopo la pausa, il gruppo ha visitato il Museo Naturalistico del Parco e ha percorso il sentiero didattico attorno al Centro Visitatori. La visita, guidata dal personale dell’istituto Pangea, ha permesso di approfondire la conoscenza del territorio e la biodiversità della zona. Lo staff ha illustrato caratteristiche e specie tipiche del Parco, offrendo agli ospiti una chiave di lettura concreta della natura che li circondava. Questa fase formativa completa l’esperienza pratica con accrescimento culturale e riflessione.
Il ruolo delle associazioni e del parco nazionale del circeo
Le associazioni Plastic Free e Seconda Chance sono stati promotori fondamentali dell’evento, coinvolgendo volontari e stimolando la partecipazione attiva. Plastic Free porta avanti una campagna contro l’inquinamento da plastica soprattutto nelle aree marine, mentre Seconda Chance si occupa della dimensione sociale legata al mondo carcerario.
L’Ente Parco nazionale del Circeo ha supportato l’evento con mezzi e personale, confermando l’attenzione verso interventi con valore ambientale e sociale. La collaborazione tra carcere, associazioni e parco crea un modello di azione capace di coinvolgere più soggetti con scopi condivisi. Il Parco, già tutelato da leggi specifiche, si presta a diventare luogo per attività volte alla cura dell’ambiente e al recupero delle persone. A Frosinone si è vista una concreta applicazione di questo modello.