Detenuti della casa circondariale dell'aquila promuovono rinascita e musica con l'iniziativa semi di speranza

Detenuti della casa circondariale dell’aquila promuovono rinascita e musica con l’iniziativa semi di speranza

nella casa circondariale le Costarelle a L’Aquila, l’evento “Semi di speranza” unisce poesia, musica e fede per promuovere il riscatto personale e la convivenza tra sicurezza e umanità nel carcere
Detenuti Della Casa Circondari Detenuti Della Casa Circondari
All’interno della casa circondariale Le Costarelle di L’Aquila si è svolto l’evento "Semi di speranza", un momento di condivisione tra detenuti fatto di poesie, musica e riflessioni sulla rinascita, inserito nel contesto dell’anno giubilare e volto a unire sicurezza, umanità e spiritualità. - Gaeta.it

Nel teatro della casa circondariale le Costarelle a L’Aquila, si è svolto un evento intitolato “Semi di speranza“, dedicato alla riflessione e al riscatto personale. L’iniziativa ha coinvolto i detenuti della struttura proponendo un momento di condivisione fatto di poesie, musica e parole sul tema della rinascita. Questo evento si inserisce nell’ambito dell’anno giubilare, portando in carcere una dimensione spirituale e di partecipazione comunitaria.

Un momento di riflessione all’interno della casa circondariale le costarelle

L’evento “Semi di speranza” si è tenuto nel teatro interno della casa circondariale le Costarelle ed ha visto protagonisti i detenuti. Hanno condiviso poesie scritte in prima persona, espressioni di emozioni e desideri di cambiamento. Accanto a queste letture, sono state eseguite canzoni con l’accompagnamento degli allievi di un corso di chitarra promosso dal Cpia L’Aquila. La musica ha spaziato da brani dei Pink Floyd a ritmi reggae, con quest’ ultimi descritti come “musica dal ritmo che imita il battito del cuore, solo un po’ più lento.”

Un messaggio di speranza e rinascita

L’idea alla base è stata quella di far emergere attraverso le parole e la musica un messaggio di speranza e rinascita per chi vive dietro le sbarre. I segnalibri, realizzati proprio dai detenuti, sono stati consegnati agli ospiti presenti all’iniziativa, ciascuno con frasi di incoraggiamento come “Cambiare significa iniziare a guardare le stesse cose con occhi nuovi.” Il confronto ha contribuito a creare un’atmosfera intensa, ma al tempo stesso semplice e partecipata.

La celebrazione del giubileo in carcere tra fede e convivenza

Al centro della giornata vi è stata anche una conferenza, a cui è seguita la celebrazione di una Santa Messa, per sottolineare il significato del Giubileo dentro la realtà carceraria. Padre Francesco Lo Presti, cappellano della casa di reclusione, ha descritto questo cammino come “una strada in salita da percorrere insieme”. La spiritualità ha quindi rappresentato un elemento fondamentale per sostenere i detenuti nella ricerca di un senso più profondo di riscatto.

All’iniziativa hanno partecipato figure chiave della struttura e del territorio aquilano. Tra gli interventi si sono distinti quelli della direttrice Barbara Lenzini e della comandante della Polizia Penitenziaria Maria Elisa Finauro. Presenti anche l’arcivescovo di L’Aquila Antonio D’Angelo e don Pasquale D’Elia, noto per il suo lavoro nel reinserimento sociale e nella sensibilizzazione nelle scuole, proveniente dalla casa circondariale di Campobasso.

Sicurezza e umanità in equilibrio nel carcere “le costarelle”

L’evento ha favorito anche uno spazio di confronto sulle difficoltà di mantenere un bilanciamento tra sicurezza e umanità all’interno della struttura penitenziaria. La casa circondariale ospita detenuti con regimi diversi, incluso il 41bis, che impone restrizioni particolari. L’impegno congiunto della Polizia Penitenziaria e degli operatori mira a garantire ordine senza rinunciare all’ascolto e al rispetto della dignità delle persone recluse.

Il ruolo degli operatori trattamentali

Il dibattito ha coinvolto gli operatori, le forze dell’ordine e il personale trattamentale, inclusi psicologi e figure educative come Sara Conte, Antonella Petricca, Mirella Caresta e Veronica Valerio. Queste ultime accompagnano i detenuti nel percorso di crescita e rieducazione, lavorando per creare condizioni che permettano di affrontare la pena anche con uno sguardo rivolto a un futuro positivo.

L’evento rappresenta un momento importante di dialogo che mette al centro la persona, senza nascondere le complessità ambientali e istituzionali di una casa circondariale. Le Costarelle si conferma un luogo dove si cerca di unire il rigore necessario con la spinta verso la rinascita attraverso le arti e la fede.

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