Dentista no vax assolto: il giudice rigetta l'accusa di esercizio abusivo della professione

Dentista no vax assolto: il giudice rigetta l’accusa di esercizio abusivo della professione

Il tribunale di Firenze assolve un dentista sospeso per non vaccinazione, evidenziando le controversie legate alle decisioni sanitarie durante la pandemia e riaccendendo il dibattito sull’obbligo vaccinale.
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Dentista no vax assolto: il giudice rigetta l'accusa di esercizio abusivo della professione - Gaeta.it

Una sentenza che chiude un capitolo controverso legato all’epoca della pandemia di COVID-19 è stata emessa recentemente dal tribunale di Firenze. Un odontoiatra di Scandicci, che era stato sospeso dall’Ordine per l’assenza della vaccinazione, è stato assolto con la motivazione che “il fatto non sussiste”. Questo evento evidenzia le tensioni che si sono sviluppate durante l’emergenza sanitaria e le conseguenti decisioni adottate dagli organismi professionali.

Il contesto della sospensione

Nel novembre del 2021, mentre il mondo stava affrontando la pandemia, l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Firenze aveva avviato una serie di provvedimenti per garantire la salute pubblica. In base alle disposizioni legislative, in particolare l’art. 4 del DL 44/2021, gli iscritti non vaccinati venivano sospesi dall’esercizio della professione. Questo provvedimento colpì numerosi professionisti, tra cui il dentista di Scandicci, che si trovava in una situazione controversa, in quanto si rifiutò di ricevere il vaccino.

Il dentista, un uomo di 62 anni, continuò la sua attività nonostante la sospensione dell’Ordine, e di conseguenza gli fu contestato l’esercizio abusivo della professione. Arrivato in tribunale, questo caso non solo ricorda le divisioni vive nella società di quel periodo, ma anche le difficoltà legate all’interpretazione delle normative sanitarie.

La sentenza del tribunale di Firenze

Il dibattimento si è concluso con un’assoluzione inaspettata per il dentista, costringendo a riconsiderare il motivo della sua sospensione. La sentenza, pronunciata dal giudice Alice Morandini, ha stabilito che non c’erano i presupposti per l’accusa di esercizio abusivo della professione. La difesa, rappresentata dall’avvocato Massimiliano Manzo, ha evidenziato come il suo assistito avesse alti valori di anticorpi a causa di un’infezione pregressa, legittimandone la scelta di non ricevere il vaccino e contestando la legittimità della sospensione.

Il legale ha espresso il proprio compiacimento, sottolineando che il provvedimento era carente di basi legali. In attesa delle motivazioni definitive, che dovrebbero arrivare nei prossimi 90 giorni, questo verdetto ha sollevato interrogativi sulle decisioni prese sotto pressione pandemica.

Il dibattito sull’obbligo vaccinale

Il caso del dentista di Scandicci riporta in primo piano le discussioni sull’obbligo vaccinale per i professionisti della salute. All’epoca, il governo italiano aveva imposto misure severe per contenere il virus, e i professionisti della salute godevano di un’attenzione particolare. In questo frangente, il dentista che ha scelto di non vaccinarsi si è trovato nel mirino di leggi e normative destinate a proteggere il pubblico in un momento di crisi.

Nel corso del processo, è emerso come la documentazione riguardante i risultati degli anticorpi non fosse stata presentata all’Ordine, portando alla sospensione del professionista. Tuttavia, secondo la difesa, il dentista non avrebbe dovuto essere trattato come chi non si era nemmeno preso la briga di prenotare un vaccino, bensì come un individuo che meritava un’attenzione particolare a causa della sua situazione sanitaria.

Il racconto del dentista e del suo legale mette in luce questioni complessive riguardanti la libertà individuale in relazione alle politiche sanitarie e alla responsabilità professionale, un tema che continuerà a essere al centro del dibattito pubblico nel futuro prossimo.

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