Luca Boccoli, imprenditore e sommelier che ha perso la vista dopo un incidente in moto, ha ideato un formato di degustazione in cui i partecipanti assaggiano il vino bendati. La proposta vuole mettere in primo piano il rapporto con il vino attraverso i sensi diversi dalla vista, puntando alla profondità delle percezioni e al rispetto verso il prodotto e chi lo produce. Questa esperienza si è svolta di recente a Roma, a Trastevere, coinvolgendo anche l’enologo Luca Baccarelli, proprietario di una cantina umbra.
Il valore della percezione olfattiva e tattile nella degustazione
Luca Boccoli ha spiegato che la degenerazione o la perdita della vista lo ha portato a riconsiderare il rapporto con il vino. Le degustazioni tradizionali si basano molto sul senso della vista: il colore del vino occupa quasi il 91% dell’esperienza sensoriale complessiva. In questa nuova modalità, però, i partecipanti indossano una mascherina che copre gli occhi, così da eliminare ogni influenza visiva. Il risultato è una maggiore attenzione agli odori, ai profumi nascosti e alle sensazioni tattili che la bevanda tradizionalmente suggerisce, come la consistenza o la temperatura.
Un’ispirazione da parma
Questo metodo trova ispirazione nel lavoro di Hilde Soliani, profumiera di Parma, che usa essenze e aromi per evocare ricordi associati al gusto nei piatti. La degustazione al buio diventa quindi un’esperienza che coinvolge la memoria, creando legami con sensazioni passate o evocazioni immaginarie. “Respirare il vino, invece di limitarne il movimento nel bicchiere, sembra aprire uno spazio più intimo, in cui la mente riflette e si focalizza in modo naturale”, spiega Boccoli. Sottolinea inoltre che “non si tratta di migliorare i sensi olfattivi o tattili a seguito della cecità, ma di una diversa cura nel percepire dettagli spesso trascurati in modo consapevole.”
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Esperienze e luoghi della degustazione al buio a roma e non solo
L’evento di Roma si è tenuto in una sala musicale di Trastevere dove, oltre a Boccoli, ha partecipato Luca Baccarelli, noto enologo e proprietario della Cantina Roccafiore di Todi, in Umbria. La presenza di un produttore aggiunge profondità al contatto diretto tra chi crea il vino e chi lo assaggia, rafforzando il senso di rispetto e riconoscenza che questa tecnica vuole incoraggiare negli ospiti.
Triodinamico e altre collaborazioni
Da qualche anno, Boccoli ha creato la vineria Triodinamico a Roma, dove si svolgono spesso degustazioni bendate. Collabora anche con istituzioni come la Bologna Business School, dove il format è utilizzato in corsi universitari, e con aziende per sessioni di team building. Per la sua capacità di concentrare i sensi, la degustazione può avvenire anche in luoghi particolari, come grotte o cantine al buio, in modo da ridurre ulteriormente le distrazioni e agevolare il contatto diretto con il vino.
Il significato di un’esperienza sensoriale che supera la vista
Luca Boccoli insiste sul fatto che la degustazione al buio vive in una zona di intimità e di rilassamento, dove la concentrazione sblocca memorie e sensazioni profonde. Questo legame con il passato si riflette nei ricordi evocati dagli aromi del vino, mentre l’olfatto apre la porta all’immaginazione e al futuro, stimolando pensieri e fantasie legate alla bevanda. “Non conta più il colore o l’aspetto esteriore, ma le emozioni suscitate e la relazione che si crea.”
Nel suo format, l’atto di bere diventa un gesto di rispetto verso il produttore e sé stessi. Non si tratta solo di degustare, ma di riconoscere il vino come prodotto vivo, che può stimolare sentimenti e ricordi. La scelta di tenere gli occhi chiusi e di rallentare i movimenti durante l’assaggio aiuta a vivere quel momento con più intensità e attenzione. L’esperienza, sviluppata da Boccoli negli anni successivi al suo incidente, ha trovato un pubblico attento e curiosissimo, soprattutto tra chi cerca un modo più profondo di incontrare il vino.