Deficit record nella sanità abruzzese: conti in rosso e rischio tagli drastici nel 2025

Deficit record nella sanità abruzzese: conti in rosso e rischio tagli drastici nel 2025

La sanità abruzzese affronta un deficit di oltre 330 milioni di euro tra asl e regione, con rischi di tagli ai servizi, blocco assunzioni e possibili aumenti fiscali nel 2025.
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La sanità abruzzese affronta una grave crisi finanziaria con un deficit complessivo superiore a 330 milioni di euro, che rischia di portare a tagli, blocco delle assunzioni e possibili aumenti fiscali, mentre si attende un cambio di rotta nella gestione regionale. - Gaeta.it

La sanità abruzzese si trova in una situazione di crisi profonda. I dati finanziari trapelati dalle aziende sanitarie locali e dalla regione mostrano deficit consistenti e segnali allarmanti per i prossimi mesi. Tra debiti che sfiorano i 240 milioni di euro nelle asl e quasi 100 milioni nelle casse regionali, emergono le difficoltà di gestione che potrebbero portare a pesanti sacrifici per i cittadini e possibili nuove misure restrittive.

I numeri tracciati dai conti sanitari regionali

I dati emersi dalle analisi dei conti del primo trimestre 2025 indicano un deficit complessivo nelle aziende sanitarie abruzzesi che supera i 237 milioni di euro. Le asl di Avezzano, Sulmona e l’Aquila indicano un passivo che si avvicina ai 79 milioni. Lanciano, Vasto e Chieti registrano uno squilibrio di poco inferiore ai 52 milioni. Pescara accusa una perdita attorno ai 45 milioni, mentre la asl di Teramo si presenta con un deficit superiore ai 61 milioni. Sommandoli si arriva a poco più di 237 milioni, ai quali si aggiunge un disavanzo quasi di 99 milioni riferito alla quota della Gestione Sanitaria Accentrata, a carico della regione Abruzzo.

Queste cifre delineano la situazione finanziaria della sanità pubblica in grave difficoltà, con richieste di incremento dei finanziamenti da parte dei ministeri. In particolare, è stata avanzata la richiesta di una copertura di almeno 113 milioni di euro per l’anno in corso. Non ultimo, risulta mancante il programma operativo 2024-2026, la cui stesura doveva concludersi entro luglio 2025 per poter pianificare azioni volte al contenimento del deficit.

Le cause principali del deficit

“La carenza di un programma operativo aggiornato e la necessità di maggiori finanziamenti sono elementi che aggravano la situazione,” commentano esperti di economia sanitaria.

Le conseguenze per i servizi e la gestione regionale

Il rischio più immediato è l’inasprimento del carico fiscale, con possibilità di aumenti delle aliquote dedicate al settore sanitario e, più in generale, a livello regionale. Il disavanzo finanziario potrebbe determinare tagli significativi anche ad altri ambiti di intervento, ripercuotendosi sulla qualità dei servizi pubblici offerti. Allo studio, secondo fonti interne, ci sarebbero proposte rigide che riguardano il blocco delle assunzioni nel settore sanitario e una sospensione degli investimenti in diversi servizi su commessa.

È stata inoltre annunciata una possibile razionalizzazione della rete sanitaria territoriale, ipotesi che contrasta con le promesse fatte nel corso degli ultimi anni e che potrebbe significare riduzione di presidi e specializzazioni disponibili. L’eventualità del commissariamento regionale non è esclusa qualora i conti non rientrino entro fine anno, evento già paventato da mesi da diversi esponenti politici.

Ipotesi di tagli e restrizioni future

“Il blocco assunzioni e la razionalizzazione rischiano di limitare fortemente l’accesso a servizi essenziali,” avverte una fonte interna.

Responsabilità politiche e implicazioni per il futuro

Il capogruppo del PD in consiglio regionale, Silvio Paolucci, ha indicato nei vertici della giunta guidata da Marco Marsilio la causa principale dello stato di crisi. Le carenze di programmazione e l’incapacità di adottare strategie efficaci per gestire il bilancio sanitario sono messe sotto accusa. Paolucci afferma che “la serie prolungata di deficit non deriva dall’azione di fattori estranei, ma si tratta di una conseguenza diretta delle decisioni prese o non prese dalla giunta.”

La situazione finanziaria critica della sanità abruzzese non rappresenta un percorso comune a tutte le regioni italiane, ma un caso specifico in cui mancano investimenti e un piano di sviluppo coerente. A quasi sette anni dall’inizio del mandato di Marsilio, la crisi economica del settore sanitario regionale appare come un nodo irrisolto e senza prospettive di rapido miglioramento.

L’opinione degli esponenti politici

“Il problema è strutturale e non può essere risolto senza un cambio di rotta nella gestione,” dichiara Paolucci.

Le cifre, le criticità e le possibili contromisure indicano che la sanità pubblica in Abruzzo si trova a un bivio decisivo. I prossimi mesi saranno cruciali per stabilire se questa emergenza si potrà contenere, o se porterà a una ristrutturazione pesante in termini di servizi e risorse disponibili per la popolazione.

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