Il decreto infrastrutture approdato in consiglio dei ministri lunedì 19 maggio 2025 contiene diverse disposizioni che toccano temi variegati, dal rialzo dei costi per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina, a nuove misure antimafia per la fase degli espropri, fino a interventi riguardanti tariffe aeree e regolamenti per alcune concessioni. Il testo definitivo ha perso alcune parti inizialmente previste, ma resta il fulcro di decisioni rilevanti per intere aree del paese e per progetti strategici in corso.
Aggiornamenti sui costi del ponte sullo stretto di messina
Nel decreto infrastrutture sono confermate due norme fondamentali che riguardano i costi per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, opera attesa da lungo tempo. Il primo punto riguarda la revisione del costo complessivo, che si allinea ora a 13,5 miliardi di euro, un aumento rispetto agli 8,5 miliardi indicati nella legge di bilancio del 2012, ovvero la Nadef di quell’anno. Questo adeguamento tiene conto delle dinamiche attuali dei prezzi e delle difficoltà incontrate nel corso degli anni nello sviluppo del progetto.
Margine di flessibilità nei compensi per i contratti
Il secondo elemento riguarda la possibilità di incrementare i compensi per i contratti di realizzazione fino a un massimo del 50%. Tale margine, previsto dalla normativa europea, permette una flessibilità necessaria per gestire imprevisti o variazioni nei costi legati ai materiali, alla manodopera o alle condizioni tecniche. L’inserimento di questa norma sembra preparare il terreno all’approvazione finale del Cipess, il comitato interministeriale che ha il compito di dare il via libera definitivo, probabilmente prossimo, per l’avvio effettivo dei lavori.
Leggi anche:
Non compare più invece la previsione di trasformare la società Stretto di Messina in una “stazione appaltante”. Tale modifica avrebbe consentito a questa società di gestire autonomamente tutto l’iter degli appalti, ma è stata eliminata dal testo finale. Probabilmente si è preferito lasciare intatti gli attuali strumenti amministrativi per la gestione della commessa.
Analisi del piano antimafia per gli espropri di terreni sullo stretto
Il ministero delle infrastrutture ha promosso un’azione mirata a contrastare ogni rischio di infiltrazioni criminali durante le prime fasi della costruzione del ponte, vale a dire quelle degli espropri. Matteo Salvini, al ministero, ha convocato esperti e rappresentanti delle istituzioni per definire un piano antimafia che possa accompagnare e monitorare queste operazioni.
Il modello adottato si basa sull’esperienza maturata durante le Olimpiadi Milano Cortina, dove sono state attuate misure di controllo atte a prevenire ogni forma di condizionamento o pressione illegale. Anche per il ponte sullo stretto verrà adottata una strategia simile ma aggiornata, considerato il contesto e le esigenze attuali. Al centro del piano c’è il controllo stretto da parte delle prefetture competenti, che già sorvegliano le procedure per gli espropri.
Il rischio infiltrazioni durante la fase degli espropri
L’attenzione sulla fase degli espropri è giustificata dal fatto che proprio questo momento rappresenta un passaggio delicato, dove possono crearsi aperture per infiltrazioni da parte di organizzazioni criminali, spesso interessate alle terre con finalità illegali o speculative. La messa in campo di misure rafforzate e aggiornate indica la volontà di bloccare sul nascere ogni tentativo di condizionamento, garantendo trasparenza e rispetto della legalità.
Modifiche sul porto di genova escluse dal decreto
Tra le previsioni iniziali del decreto infrastrutture erano state inserite norme che riguardavano il porto di Genova, in particolare relative all’uso e alla destinazione di alcune aree portuali. Secondo quanto risulta, queste disposizioni avevano un carattere fortemente discrezionale e rischiavano di influire sulle vertenze giudiziarie tuttora in corso.
Le norme su Genova sono state poi rimosse dall’ultima versione del testo arrivata al consiglio dei ministri. Questi articoli erano stati definiti da alcuni come “salva-spinelli”, ovvero mirati a tutelare interessi specifici legati a persone o società coinvolte nelle controversie. La decisione di togliere quei passaggi evita così un possibile conflitto di interessi e le interferenze tra provvedimenti legislativi e processi attivi.
Questa scelta probabilmente nasce anche da una valutazione politica per non appesantire un decreto già ricco di temi e per evitare polemiche che avrebbero potuto rallentare l’approvazione complessiva. Attualmente resta incerta la sorte di quelle modifiche destinate a impattare sulla governance e l’organizzazione del porto di Genova.
Disposizioni su tariffe aeree, codice degli appalti e stagione balneare
Il decreto infrastrutture contiene diverse altre norme di natura tecnica, ma di forte impatto pratico per cittadini e operatori. Sono presenti indicazioni relative alle tariffe per i voli soggetti a obblighi di servizio pubblico. Questi passaggi influiranno sui collegamenti soprattutto con zone meno raggiunte e potranno condizionare l’accesso ai servizi di trasporto aereo.
Una parte importante riguarda le modifiche e adeguamenti al codice degli appalti. Sono previsti interventi che riguardano specifici lavori inseriti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza . Questi interventi mirano a velocizzare procedure e ad adattare le regole senza compromettere la trasparenza. Il testo prevede anche aggiornamenti sulle concessioni autostradali, con possibili impatti sulla gestione delle reti e sulle tariffe.
Tra le disposizioni spiccano le date ufficiali della stagione balneare. Vengono quindi fissati i termini entro cui le strutture balneari possono operare, cosa che interessa migliaia di imprese in diverse regioni costiere. Queste date sono fondamentali per la pianificazione di servizi e risorse nella stagione estiva, e hanno valenza anche a livello di tutela ambientale e sicurezza.
Il decreto presenta dunque un insieme complesso di norme con obiettivi diversi, ma tutti collegati al funzionamento e allo sviluppo di infrastrutture e servizi utili al paese. L’approvazione in consiglio dei ministri rappresenta un momento chiave per dare avvio a diverse iniziative, alcune attese da anni, altre più tecniche ma ugualmente decisive per la gestione quotidiana.