Decine di persone in fuga dall'etna dopo l'eruzione che ha causato il cedimento di parte del cratere sud-est

Decine di persone in fuga dall’etna dopo l’eruzione che ha causato il cedimento di parte del cratere sud-est

L’eruzione dell’Etna provoca il cedimento del cratere sud-est, tensioni tra turisti e guide; il sindaco di Belpasso critica le misure di sicurezza mentre l’Ingv conferma la fine della fase eruttiva ma mantiene il monitoraggio.
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L’eruzione dell’Etna ha causato panico tra turisti e tensioni sulle misure di sicurezza, con opinioni contrastanti tra sindaco, guide vulcanologiche e protezione civile; l’INGV conferma la fine dell’attività eruttiva ma mantiene il monitoraggio attivo. - Gaeta.it

L’eruzione dell’Etna ha generato momenti di tensione tra turisti e escursionisti. Dopo il cedimento parziale del cratere sud-est, decine di persone hanno abbandonato la zona in fretta e furia. I video che mostrano l’accaduto sono rapidamente diventati virali sui social, scatenando un acceso dibattito sull’adeguatezza delle misure di sicurezza adottate. Le guide vulcanologiche e il sindaco di Belpasso hanno offerto versioni differenti sull’accaduto, mettendo in luce diverse letture del rischio immediato e delle responsabilità nella gestione delle escursioni.

Le dinamiche dell’eruzione e l’allarme tra i presenti

L’eruzione, iniziata nelle prime ore del mattino, ha provocato il collasso di una parte del cratere sud-est. Il cedimento ha spaventato chi si trovava in quota perché l’evento si è manifestato con esplosioni e colate piroclastiche visibili a poche centinaia di metri dai gruppi di turisti e guide. Decine di persone hanno lasciato rapidamente la zona, riprendendo il momento concitato con i loro cellulari. Le immagini pubblicate mostrano chiaramente il panico e la fuga, alimentando il timore che la situazione potesse degenerare in qualcosa di più grave.

Reazioni immediate e fronti opposti

La detonazione ha suscitato reazioni immediate tra gli escursionisti che si sono ritrovati a dover scegliere rapidamente se rimanere nei pressi degli osservatori o allontanarsi. Pur essendo un vulcano attivo e sorvegliato, l’esperienza ha evidenziato che anche eventi previsti come eruzioni possono portare a situazioni impreviste, specie quando si tratta di fenomeni in rapido sviluppo come crolli parziali di crateri. Va segnalato che non ci sono stati feriti, ma il nervosismo diffuso racconta un episodio non privo di rischi.

Le proteste del sindaco di belpasso sulle misure di sicurezza

Carlo Caputo, sindaco di Belpasso, ha espresso grande preoccupazione per il modo con cui è stata gestita la situazione. Dalla sua prospettiva, la presenza di turisti in alta quota durante una fase di “altissima probabilità di accadimento” dell’eruzione rappresenta un serio rischio sottovalutato. Il primo cittadino ha ricordato di aver ricevuto già alle 5.30 del mattino un messaggio automatico del sistema Etnas che indicava un rischio molto alto, e che questa informazione avrebbe dovuto tradursi in provvedimenti più restrittivi rispetto ai movimenti in quota.

Caputo ha rimarcato che, pur essendo una questione delicata, “non si può lasciare spazio al caso quando sono in gioco vite umane”. La buona funzione del sistema di allerta automatico, realizzato dalla protezione civile, rischia di risultare inefficace se non seguita da azioni concrete di interdizione del perimetro coinvolto dall’allerta stessa. Il sindaco ha sottolineato la necessità di limitare l’accesso alle aree pericolose senza lasciarsi guidare da calcoli economici legati al turismo. Le sue parole hanno aperto un confronto acceso sul bilanciamento necessario tra sviluppo turistico e sicurezza pubblica.

La posizione delle guide vulcanologiche etna nord sulla gestione dell’evento

Le guide vulcanologiche dell’Etna Nord hanno risposto alle polemiche sottolineando che i gruppi da loro accompagnati si trovavano a distanze di sicurezza. In un comunicato pubblicato su Facebook, hanno spiegato che i punti scelti erano ideali per l’osservazione dell’eruzione mantenendo comunque condizioni di sicurezza. Le immagini diffuse, sempre secondo loro, possono dare una percezione più drammatica di quella realmente vissuta: “la prospettiva e l’emotività giocano brutti scherzi quando si tratta di fenomeni naturali all’apparenza violenti”.

La prudenza delle guide sul campo

Le guide hanno ribadito di aver monitorato e valutato la situazione in tempo reale, adottando misure utili a garantire l’incolumità dei partecipanti. Loro missione è stata quella di assistere e dirigere i visitatori con la prudenza necessaria, davanti a un vulcano che si è mostrato vigoroso ma sotto controllo. L’esperienza maturata sul campo – spiegano – permette di affrontare certe fasi eruttive sapendo riconoscere i segnali che potrebbero evolvere verso pericoli maggiori e agendo per arginarli.

L’ingv catania conferma la fine della fase eruttiva ma continua il monitoraggio

L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania ha confermato che la fase eruttiva collegata al recente evento è conclusa. Secondo dati ufficiali comunicati nelle ore successive, nonostante il termine dell’attività più intensa, i parametri biologico-geochimici rimangono in risalita. L’Ingv ha quindi ribadito l’importanza della sorveglianza continua sull’Etna.

I ricercatori tengono sotto controllo flussi di lava, emissioni di gas e attività sismica, proprio per prevenire nuovi episodi. La storicità del vulcano, tra i più attivi del mondo, richiede infatti una vigilanza costante. Il monitoraggio serve anche a informare con precisione la protezione civile e le autorità locali per poter intervenire in modo rapido e puntuale in caso di sviluppi imprevisti. Il ruolo dell’Ingv resta fondamentale per una gestione attenta di uno scenario vulcanico complesso e dinamico.

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