Daria Illy, manager triestina e figlia di Riccardo Illy, ha ricevuto un incarico di rilievo internazionale. La Commissione interparlamentare Conifa – Sport, inclusione ed etnie, promossa dall’Intergruppo parlamentare Sviluppo Sud, l’ha nominata ambassador per le strategie di inclusività e crescita delle aziende italiane in Oman e nella regione del Middle East and Africa . Questa nomina punta a rafforzare il legame tra le produzioni italiane e le economie emergenti di questi paesi, con particolare attenzione a cooperazione e sviluppo sostenibile.
Il ruolo di daria Illy nel rafforzamento dei rapporti tra italia, oman e Mea
Daria Illy avrà il compito di favorire la collaborazione tra il tessuto imprenditoriale italiano e i mercati del Medio Oriente e dell’Africa. La sua missione è sostenere le aziende italiane nell’adozione di strategie che combinino innovazione, inclusività e responsabilità sociale. Questo approccio mira a creare relazioni commerciali non solo basate su scambi economici, ma anche su principi di equità e apertura culturale. La leadership che il mandato richiede si basa su merito e inclusione, valori fondamentali per promuovere un modello imprenditoriale che sappia dialogare con le comunità locali.
Missioni istituzionali e forum economici
L’attività di Illy comprende la partecipazione in missioni istituzionali e forum economici, occasioni in cui potrà rappresentare le realtà produttive italiane e promuovere iniziative che avvicinino operatori pubblici e privati. In questo modo si vogliono favorire collaborazioni durature con le comunità dell’Oman e delle altre nazioni del Mea, generando scambi culturali ed economici che vadano oltre la semplice import-export, andando a configurarsi come veri e propri partenariati. L’abilità di tessere una rete di rapporti solida sarà centrale per incrementare la presenza italiana in queste regioni.
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L’approccio di inclusività e internazionalizzazione nel nuovo incarico
L’ambasciatore nominato ricopre un ruolo strategico per veicolare un’immagine del Made in Italy diversa da quella tradizionale. Daria Illy sottolinea infatti come “il futuro delle imprese italiane non si giochi solo su innovazione tecnologica, ma soprattutto sulla capacità di stabilire legami autentici e continuativi con i mercati esteri.” Questo significa puntare a valorizzare le diversità culturali, creando ponti tra le persone e favorendo una leadership aperta e responsabile.
Supporto alle imprese italiane
Nel concreto, il mandato prevede anche il supporto alle imprese italiane per sviluppare piani di internazionalizzazione che rispettino i contesti locali e le differenti sensibilità presenti nei Paesi dell’area Mea. Questo approccio interculturale aiuta a migliorare la sostenibilità delle operazioni commerciali e a renderle più coerenti con i bisogni delle comunità coinvolte. L’obiettivo è dare centralità all’aspetto umano nelle relazioni di business, rafforzando così la posizione delle imprese italiane a livello globale.
Commenti di daria Illy sulla nomina e il valore del made in Italy nel contesto globale
La manager ha espresso soddisfazione e senso di responsabilità per il ruolo che le è stato affidato. Ha ribadito come “il momento attuale richieda un’apertura del Made in Italy verso mercati emergenti e sensibilità diverse,” fattori chiave per mantenere o addirittura accrescere la sua rilevanza nel mondo. Per Illy, le imprese devono saper costruire relazioni autentiche, puntando su valori condivisi per restare competitive. La sua visione incoraggia a guardare oltre il semplice prodotto e a investire nella qualità delle relazioni umane e culturali.
Inclusività e sfide globali
Il riferimento all’inclusività riflette un bisogno concreto delle aziende che si affacciano su nuovi scenari internazionali. L’esperienza di Daria Illy in questi contesti sarà un fattore importante per guidare le imprese italiane in un territorio dove le differenze culturali e sociali giocano un ruolo decisivo. La capacità di agire come ponte tra culture e di promuovere valori di equità apre possibilità di crescita e sviluppo anche in scenari complessi come quelli del Medio Oriente e Africa.
Con questa nomina, l’Italia muove un passo significativo verso un modello di internazionalizzazione che sia allo stesso tempo economico e sociale, in grado di rispondere alle sfide globali del nostro tempo.