Il processo a carico di Daniele Rezza, accusato dell’omicidio di Manuel Mastrapasqua avvenuto a Rozzano lo scorso ottobre, ha visto il giovane imputato ammettere le proprie responsabilità e avanzare una richiesta di perdono alla famiglia della vittima. Durante l’udienza davanti alla Corte di Assise di Milano, Rezza ha fornito una versione degli eventi che ha scosso l’aula, mentre la madre di Manuel ha espresso il proprio dissenso. Questo episodio ha riportato alla luce i dettagli di un fato drammatico che ha coinvolto due giovani noti nel quartiere.
Le parole di daniele rezza in aula: una richiesta di perdono e una ricostruzione dei fatti
Daniele Rezza, 20 anni, si è presentato in aula per fornire dichiarazioni spontanee sul caso dell’uccisione di Manuel Mastrapasqua, 31enne di Rozzano. Ha esordito chiedendo scusa alla famiglia della vittima e ha affermato di aver inviato una lettera di scuse appena entrato in carcere. Ha inoltre manifestato la disponibilità a intraprendere un percorso di giustizia riparativa, riconoscendo così la gravità delle sue azioni.
Nel raccontare i fatti, ha spiegato di non aver mai avuto l’intenzione di uccidere Manuel e di voler soltanto rapinarlo. Secondo lui, il tentativo di rapina è degenerato quando Manuel ha reagito, innervosito dall’approccio con il coltello. Rezza ha detto che Manuel gli sarebbe saltato addosso e che, d’istinto, ha alzato il coltello, colpendolo una volta. Non si era accorto di averlo ferito gravemente. Racconta di essere fuggito subito dopo, senza neanche voltarsi, e di aver appreso della morte di Manuel attraverso una notizia online il giorno successivo. La madre della vittima, presente in aula, ha prontamente contestato la versione del giovane, gridando che quanto detto non corrisponde al vero.
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Il contesto del delitto: la vittima, l’amicizia e le testimonianze
Manuel Mastrapasqua abitava a Rozzano ed era conosciuto in zona da diverso tempo. Oggi un amico di lunga data, ascoltato durante il processo, ha ricordato il rapporto vicino e fraterno che li legava. Ha spiegato che Manuel viveva nello stesso stabile della nonna e che si vedevano praticamente ogni giorno. Lo ha descritto con parole semplici ma intense: gentile, premuroso, mite, una presenza stabile per chi lo conosceva.
Questa testimonianza aiuta a tracciare un profilo umano di Manuel, lontano dalle dinamiche che hanno portato al suo drammatico epilogo. La scena del delitto, infatti, è stata provocata da un episodio legato a un tentativo di rapina per un oggetto di basso valore, un paio di cuffie, che ha avuto conseguenze drammatiche per entrambi.
Le dinamiche criminali e le reazioni in aula durante il processo
L’omicidio ha sollevato molte domande sulle motivazioni e sulle circostanze che hanno condotto a una reazione tanto violenta da parte di Daniele Rezza. La discussione in aula si è accesa proprio sulle parole dell’imputato, contestate duramente dalla famiglia della vittima. La madre di Manuel ha mostrato il suo dolore e la sua rabbia opponendosi alla versione dei fatti descritta da Rezza.
Il tentativo di rapina fallito, l’uso del coltello, la fuga immediata: questi gli elementi al centro del procedimento giudiziario in corso. Il giudice e gli avvocati stanno raccogliendo ogni testimonianza per arrivare a ricostruire nel dettaglio ciò che è accaduto quella notte. L’intento è chiarire la dinamica dell’omicidio e valutare le responsabilità.
Pentimento e prospettive future nel processo
Una questione rilevante riguarda anche l’atteggiamento di Rezza fin dall’arresto, dichiaratosi pentito e pronto a collaborare per rimediare al danno causato. La richiesta di intraprendere un percorso di giustizia riparativa si inserisce in questo contesto, anche se resta da capire come questo potrà incidere sul processo e sul giudizio finale della corte.
Le udienze proseguiranno nelle prossime settimane per approfondire i dettagli del caso e sentire altre testimonianze, così da chiarire ogni aspetto del delitto e delle sue cause, in attesa dei provvedimenti giudiziari che definiranno il destino di Daniele Rezza.