Daniele Pronestì racconta il lato animale dell’uomo ne “Le ragioni dell’istinto”, giallo ambientato in Calabria

Daniele Pronestì racconta il lato animale dell’uomo ne “Le ragioni dell’istinto”, giallo ambientato in Calabria

Daniele Pronestì presenta il romanzo Le ragioni dell’istinto, un giallo simbolico ambientato in Calabria che intreccia personaggi antropomorfi e riflessioni su istinto, razionalità e contrasti sociali.
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Daniele Pronestì esordisce con *Le ragioni dell'istinto*, un giallo simbolico ambientato in Calabria che intreccia personaggi antropomorfi per esplorare il confine tra istinto e razionalità, offrendo una riflessione profonda sulla natura umana e sociale della regione. - Gaeta.it

Daniele Pronestì presenta il suo primo romanzo, uscito l’11 giugno per Bompiani, intitolato Le ragioni dell’istinto. Il libro mescola il classico racconto giallo con elementi simbolici, rappresentando personaggi umani e animali sullo stesso piano. L’ambientazione è la Calabria, in un contesto che unisce l’atmosfera mediterranea a suggestioni noir, mentre si indaga su una morte misteriosa. Pronestì affronta il tema dell’uomo come animale, esplorando la linea sottile tra istinto e razionalità in un racconto in parte simbolico, in parte realistico, con riferimenti culturali che vanno dai manga giapponesi ai classici del giallo europeo.

La trama: un giallo che intreccia uomo e animale nella calabria di oggi

Il racconto si apre nel paesino di Morgese, nella piana di Reggio Calabria, dove viene trovato il cadavere di una giovane donna di nome Maria. La vittima non è solo l’oggetto dell’indagine, ma assume il ruolo di catalizzatore morale per i personaggi coinvolti. Maria rappresenta un essere libero, che rifiuta i vincoli sociali, e la sua morte fa emergere un intreccio di relazioni, passioni e conflitti. La squadra guidata dal vicequestore Balbino, un personaggio dall’aspetto e dai tratti di orso bruno, coinvolge l’agente segreto Giuseppe Bellingeri, detto Peppe, un lupo grigio della Sila che conosceva la vittima. L’indagine si snoda tra una serie di figure umane e animali, tutti dotati di pensiero e parola, inseriti in un mondo popolato di simboli e di realtà complesse che descrivono la Calabria attuale, con i suoi contrasti sociali e culturali.

Motivazioni e natura istintiva al centro del racconto

Il romanzo si distanzia dai gialli tradizionali, incentrando la narrazione sulle motivazioni della vittima e sulla natura istintiva che accomuna tutte le specie rappresentate. Questo approccio permette di riflettere su ciò che rende l’uomo autenticamente umano, mettendo al centro la capacità di riparare i danni e riconoscere la propria parte istintiva.

Personaggi antropomorfi al centro di un racconto simbolico e reale

Daniele Pronestì ha scelto di rappresentare i suoi protagonisti come animali antropomorfi, abbigliati e dotati del linguaggio umano. Questa scelta narrativa mira a mettere in luce la natura animale radicata nell’uomo, liquidando quell’idea di separazione netta tra specie. Giuseppe Bellingeri, ingegnere e agente dei servizi segreti, è un lupo grigio che torna alla vita civile dopo aver svolto un ruolo nell’intelligence. Il vicequestore Balbino è invece un orso bruno, simbolo di forza e determinazione, che guida la squadra mobile nella risoluzione dell’omicidio.

Conflitto tra istinto e ragione

Questo modo di raccontare serve per esplorare i conflitti tra istinto e ragione, basshezze e nobiltà umane, in una dinamica che non privilegia l’una rispetto all’altra ma mette a nudo la complessità di ciascun personaggio. Questi animali, perfettamente umanizzati nei modi e nei pensieri, convivono in un equilibrio che permette di osservare il lato più primitivo e quello più civile degli individui.

La scelta non vuole soffermarsi solo sulle differenze tra uomo e animale, ma sottolinea le similitudini profonde, specialmente quando si tratta di risposte emotive e istintive. Questo elemento rende il libro unico nel panorama contemporaneo, proponendo una narrazione originale e al tempo stesso legata a realtà sociali concrete.

L’ambientazione tra i contrasti della calabria contemporanea

La Calabria descritta da Pronestì è una terra che vive sulla linea di confine tra paesaggi mediterranei e atmosfere noir. I palazzi signorili si ergono nello scenario dello stretto di Messina, mentre gli immigrati lavorano nei campi sotto il sole cocente, e l’ombra della criminalità organizzata si estende senza sosta. Questo contrasto dà spessore alla storia, radicandola in una realtà concreta e problematica.

Il contesto sociale come parte della trama

Il contesto sociale diventa parte integrante della trama: la tensione tra ordine e disordine, legalità e violenza, si riflette nelle azioni dei personaggi e nelle loro scelte. Il paesaggio diventa così un elemento che incide sulle dinamiche emotive e sullo sviluppo dell’indagine.

Descrivere questo ambiente aiuta a comprendere meglio le motivazioni dei protagonisti e il peso delle loro azioni. La Calabria, spesso ridotta a stereotipi, qui appare con sfumature diverse, grazie all’intento dell’autore di sottrarre la regione alle rappresentazioni semplicistiche.

Ispirazioni letterarie e culturali dietro al romanzo

Daniele Pronestì confessa che Le ragioni dell’istinto nasce anche da una personale esperienza legata al proprio passato. La figura di Giuseppe Bellingeri si ispira a un fatto reale di quando l’autore, giovane studente universitario, scoprì l’interesse dei servizi segreti svizzeri nel reclutare persone capaci di comprendere il dialetto calabrese, utile per intercettazioni.

Il romanzo riflette le passioni di Pronestì per la letteratura giapponese, i manga e i film d’animazione di Miyazaki. Non a caso, tra le ispirazioni si contano Haruki Murakami e le Baccanti di Euripide, dove donne si ribellano ai ruoli sociali imposti, in un intreccio tra il mondo umano e quello animale. Queste letture e riferimenti contribuiscono a rendere il racconto un’operazione complessa che mescola tradizione, mistica e realismo.

Non manca un tributo a scrittori come Leonardo Sciascia e Graham Greene, i quali hanno mostrato come il giallo possa trasformarsi in una riflessione sulla decadenza dell’autorità e della famiglia. Pronestì segue questa linea, utilizzando il genere per indagare temi morali e sociali profondi che emergono nel corso dell’indagine.

Un esordio che mira a superare i luoghi comuni sulla calabria

L’autore calabrese usa questa prima opera per restituire una visione più articolata della propria regione. I cliché abituali, spesso legati alla criminalità o a immagini stereotipate, lasciano spazio a una narrazione che mostra complessità e contraddizioni. La Calabria diventa così un luogo vivo, con protagonisti che vivono situazioni universali ma radicate nel territorio.

Lo stile di scrittura e la costruzione del racconto cercano di coinvolgere il lettore attraverso un intreccio di realismo e elementi simbolici. La presenza di personaggi animali antropomorfi aiuta a superare il semplice racconto di un omicidio, per addentrarsi nei meandri delle motivazioni umane più profonde, rappresentate in chiave metaforica.

In questo modo Pronestì propone un’originale fusione tra cronaca, cultura e letteratura, con un’attenzione particolare a questioni sociali, ambientali e identitarie, che danno spessore all’opera e offrono spunti per riflettere anche oltre la storia narrata.

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