Nato dopo il terremoto del 2016, il festival ideato da Neri Marcorè e Giambattista Tofoni cambia nome e si trasforma in una rete culturale capace di unire musica e solidarietà in maniera nuova, coinvolgendo borghi e prati delle Marche. La nona edizione porterà con sé innovazioni, senza rinunciare a quell’atmosfera di intimità e sostenibilità che ha caratterizzato negli anni l’evento.
Come risorgimarche si trasforma in una rete culturale
RisorgiMarche non è più solo un evento musicale dedicato a sostenere le comunità colpite dal sisma nelle Marche. Questa manifestazione, cresciuta in nove anni fino a diventare un punto fisso nel calendario regionale, si presenta oggi come una rete di esperienze e relazioni. Neri Marcorè, protagonista e ideatore, parla di un “ecosistema di relazioni” che ha consolidato un’identità culturale forte e composita, fatta di inclusione e bellezza.
L’evoluzione ha significato ampliare la missione oltre la mera solidarietà. Il festival si configura ora come un laboratorio in cui si intrecciano storie, musiche e partecipazione diretta degli abitanti dei territori interessati. La trasformazione non ha modificato il cuore dell’iniziativa, ma ha ampliato il suo raggio d’azione, incoraggiando anche contaminazioni artistiche e momenti di riflessione collettiva. Attraverso la rete, si accompagnano gli artisti e il pubblico in un percorso condiviso che vuole lasciare impronte durature, dando voce ai luoghi e alle persone.
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Concerti immersi nella natura e nella comunità
Le modalità con cui si svolgeranno i prossimi eventi mantengono le caratteristiche originarie, che negli anni hanno saputo conquistare un seguito fedele e appassionato. I concerti si terranno ancora in spazi aperti come prati montani e borghi, evitando palchi tradizionali e luci artificiali. Questo approccio punta a mettere in risalto la purezza dei paesaggi delle Marche e la relazione diretta tra artisti e spettatori.
L’assenza di impianti tecnologici complessi riduce l’impatto ambientale dell’evento e fa emergere una dimensione più intima e autentica, fatta di suoni naturali e ascolto condiviso. Questo tipo di organizzazione esalta il valore dei luoghi, coinvolgendo le comunità locali e favorendo un dialogo tra cultura e territorio. È una formula che rende il festival non solo un appuntamento musicale, ma un’occasione per vivere i borghi con un’esperienza unica, che intreccia natura e arte senza mediazioni tecniche invasive.
La novità del 2025: incontri-concerto tra musica e racconto
L’edizione 2025 porterà una novità importante attraverso una sezione speciale dedicata agli incontri-concerto. Questa formula, già sperimentata al teatro delle api, mette al centro dialoghi intimi tra Neri Marcorè e artisti di rilievo, con cui condivide ricordi, aneddoti e riflessioni. Tra i protagonisti passati di questo format spiccano nomi come Claudio Baglioni, Serena Dandini, Giuliano Sangiorgi, Stefano Bollani e Enrico Ruggeri.
Gli incontri prevedono anche esibizioni in acustico di canzoni emblematiche, in un’atmosfera raccolta che favorisce il legame tra pubblico e artisti. La scelta di proporre questo tipo di evento punta a valorizzare il racconto dietro la musica, offrendo un’esperienza intensa e irripetibile. Questo segmento si aggiunge agli appuntamenti tradizionali del festival, arricchendo il programma e creando un percorso originale che coinvolgerà sia appassionati di musica sia chi cerca momenti di confronto culturale.
Dove trovare informazioni sul festival
Il calendario completo della nona edizione sarà pubblicato a breve sul sito ufficiale incantomarche.it. L’evento conferma la sua volontà di restare un punto di riferimento per la cultura e la solidarietà nelle Marche, capace di suscitare interesse e partecipazione anche a distanza di anni dal sisma che ha segnato il territorio.