Il fenomeno del cyberbullismo coinvolge un numero crescente di bambini fin dalla scuola primaria. Secondo fonti istituzionali e associazioni che si occupano di tutela dell’infanzia, diversi piccoli utenti di smartphone e social network sono già esposti a rischi seri, con conseguenze che possono compromettere il loro benessere psicologico e sociale. Il quadro che emerge dalle ultime rilevazioni indica un aumento preoccupante, soprattutto nelle fasce più giovani, e segnala la necessità di una maggiore attenzione da parte delle famiglie e delle istituzioni scolastiche.
Sempre più bambini usano smartphone e social network da età precoce
Le indagini condotte dall’associazione italiana di prevenzione al cyberbullismo mostrano come oggi bambini di appena sei anni abbiano familiarità con piattaforme come TikTok e videogiochi online. Questi piccoli utenti navigano spesso senza la supervisione adeguata e raggiungono contatti con sconosciuti, non sempre coetanei, ma adulti potenzialmente pericolosi. Il presidente dell’AICS, Andrea Bilotto, sottolinea come tanti genitori non percepiscano la gravità del fenomeno, lasciando i figli esposti a rischi diretti. Anche la polizia postale conferma un incremento del 12% nei casi di cyberbullismo in un solo anno, evidenziando l’aumento più marcato tra i minori fino a 9 anni di età.
I rischi legati all’accesso precoce al mondo digitale
I dati indicano che le giovani fasce d’età entrano nel mondo digitale con molte facilità, ma senza strumenti adeguati per gestire le interazioni e i pericoli che si nascondono online. Non solo i social network, ma anche gruppi di chat istantanee e videogiochi rappresentano piattaforme in cui il comportamento aggressivo può manifestarsi con forme nuove e difficili da monitorare. Al di là dei più piccoli, le vittime più ricorrenti restano gli adolescenti tra 14 e 17 anni, soprattutto per episodi legati al cosiddetto “revenge porn”. In questi casi, video o foto intime vengono diffusi senza consenso per danneggiare la reputazione della persona coinvolta.
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Come nasce il cyberbullismo tra minori e quali sono i meccanismi in gioco
La dinamica del cyberbullismo spesso si innesca da una condivisione di immagini o messaggi privati, soprattutto contenuti intimi scambiati tra amici o fidanzati. Secondo lo psicologo Andrea Bilotto, queste informazioni diventano la miccia per attacchi ripetuti, che includono prese in giro, body shaming e insulti. Nei gruppi WhatsApp o Telegram i ragazzi possono unirsi per colpire un coetaneo attraverso un flusso continuo di messaggi offensivi. L’obiettivo di molti minori è cercare attenzione, visibilità o accettazione all’interno del proprio contesto sociale, ma questa ricerca espone direttamente alla possibilità di subire violenze virtuali.
La cultura digitale e la percezione di sé
Il problema riguarda anche la cultura digitale e il modo in cui i giovani percepiscono la propria immagine online. Bilotto osserva come la voglia di diventare “popolari” spinga alcuni ragazzi a comportarsi in modo rischioso, aumentando la propria esposizione e quindi la probabilità di accogliere attacchi o umiliazioni pubbliche. La facilità di diffusione dei contenuti fa il resto, rendendo difficile contenere gli effetti di queste azioni. Il cyberbullismo non si limita a un episodio singolo, ma si ripete nel tempo, alimentando nel soggetto una sensazione di impotenza e isolamento.
Consigli pratici per famiglie e scuole nella gestione del fenomeno
Gli esperti invitano a intervenire sul modo in cui i bambini usano gli smartphone e i social network, soprattutto nelle prime fasi di scoperta digitale. Limitare l’uso del telefonino e monitorare con attenzione i contenuti a cui i minori hanno accesso sono passi essenziali per ridurre i rischi. È importante che nei gruppi social non vengano condivise informazioni personali o dati sensibili, un comportamento che amplia la portata dei pericoli.
Rispondere a messaggi offensivi o volgari è spesso controproducente. La raccomandazione è di evitare interazioni di questo tipo e di segnalare quanto prima eventuali abusi a figure di riferimento, come insegnanti o forze dell’ordine. Esistono in Italia due leggi specifiche che tutelano i minori dal bullismo e dal cyberbullismo, con sanzioni precise per chi pratica queste forme di violenza digitale.
Il ruolo delle scuole nella sensibilizzazione
Le scuole, da parte loro, stanno portando avanti programmi di sensibilizzazione per studenti, genitori e insegnanti, consapevoli che il fenomeno non può più essere ignorato. L’emergere di casi tra i più piccoli richiede un impegno condiviso per educare alla responsabilità digitale fin dalla più tenera età. Solo riconoscendo questi segnali, sarà possibile intervenire con tempestività evitando danni più profondi nel percorso di crescita.