L’incidente avvenuto alla scuola dell’infanzia Perasso di Barra a Napoli ha riportato all’attenzione pubblica le condizioni delle strutture scolastiche in città. Il cedimento strutturale, avvenuto senza feriti, ha spinto gli esperti a sollecitare misure più rigide per la tutela degli studenti. Tra queste emerge la proposta di inserire professionisti del settore edilizio direttamente nelle scuole, per prevenire problemi prima che si trasformino in emergenze.
Il crollo alla scuola Perasso di Barra e le conseguenze sul dibattito locale
Il cedimento parziale del solaio alla scuola Perasso, nel quartiere di Barra, si è verificato alla fine di maggio e ha causato un allarme immediato tra studenti, famiglie e personale scolastico. La struttura, che ospita bambini in età prescolare, ha mostrato segnali di degrado che probabilmente erano stati sottovalutati fino a quel momento. Fortunatamente nessuno ha riportato danni, ma l’episodio ha richiamato l’attenzione sulle condizioni degli edifici scolastici napoletani, molti dei quali risalgono a diversi decenni fa e si trovano in zone a rischio sismico e vulcanico.
L’evento ha fatto emergere la necessità di azioni concrete e misure preventive per garantire la sicurezza. Le autorità locali hanno subito disposto verifiche su altre scuole del territorio, mentre la pressione dell’opinione pubblica cresceva, chiedendo interventi rapidi e duraturi, non solo interventi tampone. Il crollo è diventato così un simbolo della fragilità delle infrastrutture scolastiche e della carenza di controlli periodici efficaci.
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La proposta del “medico del fabbricato” per la sicurezza delle scuole
Il tesoriere dell’Ordine degli Architetti di Napoli e referente della Protezione Civile, Antonio Cerbone, ha sottolineato come il cedimento non possa essere giudicato un caso isolato, ma rappresenti la punta di un problema più vasto. Cerbone ha rilanciato la figura del “medico del fabbricato”, un tecnico specializzato incaricato di effettuare ispezioni continue e di valutare lo stato degli edifici scolastici. Questa figura avrebbe il compito di monitorare, segnalare rischi e coordinare le azioni di manutenzione.
Il modello è stato testato con successo durante un’esercitazione della Protezione Civile ai Campi Flegrei, dove un tecnico strutturale ha lavorato fianco a fianco con i dirigenti scolastici per assicurare una valutazione rapida ed efficace della sicurezza degli edifici. La presenza stabile di questo professionista potrebbe ridurre drasticamente i tempi di intervento in situazioni critiche e prevenire incidenti causati da cedimenti o altri problemi strutturali.
L’importanza di una prevenzione continua nelle scuole a rischio sismico e vulcanico
Napoli e l’area circostante si trovano in una zona notoriamente soggetta a rischio sismico e vulcanico. In questo scenario, tenere sotto controllo gli immobili destinati all’istruzione diventa fondamentale per evitare situazioni di pericolo. Cerbone ha ricordato che la struttura tecnica napoletana dispone già di centinaia di professionisti qualificati che però vengono mobilitati solo in seguito a calamità o emergenze.
Il dibattito si sposta quindi sulla necessità di prevedere un presidio tecnico permanente all’interno delle scuole. Con un monitoraggio costante, si potrebbero mettere in evidenza segnali precoci di cedimenti o degrado. L’adozione di questo sistema aiuterebbe anche a sensibilizzare gli istituti e le autorità locali sul valore di verifiche frequenti e su interventi di manutenzione rivolti non solo a riparare, ma soprattutto a prevenire.
La necessità di un cambio di mentalità per evitare nuove tragedie
Modificare il modo di intendere la sicurezza degli edifici scolastici significa assumere una responsabilità diretta sul futuro di studenti e personale. Una presenza tecnica fissa permetterebbe non solo interventi più rapidi, ma anche una pianificazione anticipata che possa ridurre i rischi associati a eventi naturali.
Le parole di Antonio Cerbone mettono sotto pressione il sistema attuale di gestione degli edifici scolastici a Napoli. La proposta del “medico del fabbricato” vuole spostare l’attenzione dalla gestione emergenziale, in cui si corre ai ripari dopo incidenti o crolli, a un modello preventivo. Questa idea richiede un cambio di paradigma che coinvolga sia enti pubblici che cittadini.
La sicurezza in una città come Napoli non può più essere affidata alla casualità. I rischi sono reali e già noti da tempo. Rimanere passivi significa esporsi a conseguenze anche gravi, come dimostrano episodi simili a quello di Barra. I tecnici esperti possono intervenire prima che le situazioni degenerino, ma serve una volontà politica e sociale per adottare un sistema di controlli strutturati.
Sfruttare le competenze di professionisti del settore edilizio permette di anticipare danni strutturali e potenziali pericoli, senza attendere che accada un nuovo incidente. Non si tratta di un’idea astratta, ma di una soluzione che ha mostrato risultati durante le esercitazioni nelle aree più vulnerabili nei dintorni di Napoli. Il passaggio da emergenza a prevenzione rimane una sfida cruciale per le istituzioni e per la comunità locale.