Criticità politiche e ambientali intorno allo sviluppo della via verde sulla costa teatina

Criticità politiche e ambientali intorno allo sviluppo della via verde sulla costa teatina

Sulla costa teatina, il progetto di nuove strutture commerciali lungo la via verde genera opposizioni tra Provincia di Chieti, WWF Abruzzo e Soprintendenza, per tutelare il paesaggio e le normative del Parco nazionale.
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Il futuro della via verde lungo la costa teatina è al centro di un acceso dibattito tra sostenitori dello sviluppo commerciale e ambientalisti, preoccupati per l’impatto su un paesaggio naturale e storico tutelato dal Parco nazionale della Costa Teatina. - Gaeta.it

Lungo la costa teatina, i piani per nuove strutture commerciali e servizi lungo la via verde hanno sollevato forti opposizioni. Il tracciato, che unisce paesaggi naturali e elementi storici come i trabocchi, rischia infatti di perdere la sua unicità e attrattiva se si procederà senza un progetto chiaro e condiviso. Il recente confronto di maggio 2025, promosso dalla Provincia di Chieti, ha messo in luce divisioni tra amministratori e associazioni ambientaliste che temono un impatto pesante sul territorio.

Il valore paesaggistico e naturale della via verde sulla costa teatina

La via verde nasce sul sedime di un vecchio tracciato ferroviario e si snoda lungo la costa di Chieti, offrendo scorci di grande suggestione. Qui natura e storia si combinano, grazie alla presenza di una vegetazione spontanea che degrada verso il mare e dei tradizionali trabocchi, antiche macchine da pesca in legno ancora legate all’identità locale. Questa zona rappresenta uno degli ambienti costieri ancora conservati in Abruzzo, dove il paesaggio si mantiene quasi integro.

Non è casuale che molte persone, locali e visitatori, si soffermino ad apprezzare la semplicità degli spazi aperti, il suono del vento e del mare, e le sfumature naturali che emergono lungo il percorso. Per questo, ogni intervento che voglia trasformare questi spazi deve saper valorizzare senza cancellare. Creare strutture commerciali o servizi senza una strategia rischia di compromettere gli elementi che rendono questo territorio unico e apprezzato.

Le posizioni contrapposte emerse durante il tavolo di confronto provinciale

Il 20 maggio 2025 la Provincia di Chieti ha convocato un incontro per discutere il futuro della via verde e le possibilità di sviluppo commerciale lungo il percorso. Il WWF Abruzzo, rappresentato dall’avvocato Francesco Paolo Febbo, ha espresso una chiara opposizione a interventi improvvisati e poco coordinati. L’associazione ambientalista ha ribadito che valorizzare il territorio significa rispettare il quadro naturale e culturale esistente, non snaturarlo con strutture estranee.

Non tutti gli amministratori locali hanno partecipato al tavolo, e tra quelli presenti si è colta una spaccatura: alcuni sindaci sembrano favorire l’aggiunta di servizi e attività commerciali, purché con la possibilità di modifiche formali alla legge Campitelli. Questa norma regola attualmente gli interventi lungo la costa teatina, ma potrebbe subire emendamenti che darebbero più margine ai Comuni. In ogni caso, la discussione non ha portato a soluzioni condivise né a una strategia definita.

Le questioni legali e ambientali legate alle modifiche urbanistiche nel parco della costa teatina

Il tratto in questione rientra nel territorio tutelato dal Parco nazionale della Costa Teatina, istituito da una legge regionale che include aree con normative specifiche a protezione della natura. La Soprintendenza di Chieti-Pescara si è schierata contro cambiamenti che potrebbero alterare il paesaggio e compromettere gli obiettivi del parco. È stato sottolineato come le Norme transitorie di salvaguardia, attive fin dall’istituzione del parco, vincolano qualsiasi modifica urbanistica.

Per questo, si ritiene che la procedura proposta per autorizzare nuove costruzioni commerciali all’interno dell’area protetta possa non rispettare le norme vigenti. Solo seguendo il regolamento in vigore si potrà evitare uno stravolgimento involontario del paesaggio e delle sue funzioni ecologiche e paesaggistiche.

I rischi per la riserva marina di vasto e le tensioni nei comuni vicini

Oltre alla costa teatina, anche la Riserva regionale marina di Vasto è al centro di dibattiti simili. Qui il WWF ha segnalato il rischio che servizi come chioschi o servizi igienici interferiscano con il delicato equilibrio ambientale della zona, soprattutto nelle aree prossime al percorso ciclabile. Anche San Salvo è sotto attenzione, dopo la notizia che in una particella vicina al Biotopo costiero si voglia costruire un palazzo di 65 metri, un progetto che potrebbe avere impatti importanti sul contesto naturale.

Questi esempi mostrano come diversi Comuni stiano compiendo scelte urbanistiche che potrebbero indebolire la protezione stabilita con la legge regionale n.5 del 2007. Questa norma introdusse il sistema delle aree protette della costa chietina, riconoscendo il valore delle zone ancora intatte e lavorando alla loro conservazione attraverso il Parco nazionale.

Le difficoltà nella tutela della costa teatina tra politica locale e gestione del parco

L’incapacità di raggiungere un accordo condiviso tra enti locali e associazioni lascia emergere una frattura nelle strategie di tutela del territorio. Alcune amministrazioni sembrano più orientate a sviluppi edilizi e commerciali, mentre organizzazioni come il WWF ribadiscono l’incompatibilità di questi interventi con il valore ambientale della zona.

La situazione suggerisce che la mancanza di un coordinamento chiaro e condiviso possa tradursi in un degrado progressivo degli spazi risparmiati finora. Se il Parco nazionale della Costa Teatina non riceve sostegno unanime, rischia di rimanere un progetto fragile, incapace di garantire la conservazione ambientale e culturale preventiva da interventi troppo invasivi o poco ponderati.

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