Crisi occupazionale a Fabriano: possibile accordo per la vertenza Fedrigoni

Crisi occupazionale a Fabriano: possibile accordo per la vertenza Fedrigoni

Il gruppo Fedrigoni affronta la chiusura della società Giano, con 195 posti di lavoro a rischio. Si discute un accordo per mitigare l’impatto occupazionale in un incontro previsto il 9 dicembre.
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Crisi occupazionale a Fabriano: possibile accordo per la vertenza Fedrigoni - Gaeta.it

Il gruppo Fedrigoni sta affrontando una situazione complessa riguardante la chiusura della società Giano, che operava nel settore delle carte per ufficio. Questo processo comporta la perdita di 195 posti di lavoro diretti a Fabriano, Ancona, insieme ad altri 50 posti nell’indotto. Tuttavia, durante una riunione tra i rappresentanti sindacali e l’azienda, si è parlato di un potenziale accordo per mitigare gli effetti di questa crisi occupazionale, il quale sarà ulteriormente discusso in un incontro previsto per il 9 dicembre al ministero delle Imprese e del Made in Italy.

La chiusura di Giano e le ripercussioni per i lavoratori

La decisione di cessare le attività di Giano a fine anno ha creato grande preoccupazione tra lavoratori e sindacati. Gli esuberi previsti sono significativi e pongono interrogativi sul futuro di molte famiglie nella regione. I rappresentanti sindacali, tra cui Slc-Cgil, Fistel Cisl, Uilcom-Uil e Ugl Carta e Stampa, hanno descritto la situazione come delicata, sottolineando l’importanza di trovare soluzioni rapide per i dipendenti e le loro famiglie.

Nel corso della riunione, è emerso che ci si sta attivando per elaborare una bozza di accordo che potrebbe portare vantaggi sia per i lavoratori che per l’azienda. La speranza è che questo accordo venga ufficialmente firmato nell’incontro del 9 dicembre, dove si discuterà la possibilità di mettere in pausa i licenziamenti.

La bozza di accordo: diritti e opportunità per i lavoratori

I dettagli della bozza di accordo sono ancora riservati, ma alcune informazioni sono trapelate. Tra le misure prese in considerazione ci sarebbero prepensionamenti, opportunità di ricollocazione e la creazione di nuovi posti di lavoro. Questo piano non solo garantirebbe circa 130 posti di lavoro, ma includerebbe anche un anno di cassa integrazione straordinaria. Questo ammortizzatore sociale consentirebbe ai lavoratori non ricollocati di ricevere supporto al reddito fino al dicembre 2025.

L’azienda ha anche rivisto al rialzo le somme destinate ad incentivare i lavoratori a trasferirsi in stabilimenti al di fuori delle Marche. Questa modifica viene vista come un passo positivo verso la soluzione delle problematiche occupazionali. In queste fasi delicate, il Responsabile Relazioni Industriali del Gruppo Fedrigoni, Giuseppe Giacobello, ha comunicato che preferisce non rilasciare ulteriori dettagli sui termini della bozza fino a quando non ci sarà un accordo definitivo.

L’importanza dell’incontro al ministero

L’incontro del 9 dicembre rappresenta un’importante occasione per il Gruppo Fedrigoni e i sindacati. Durante questa sessione, si punta a mettere sul tavolo la bozza di intesa e, auspicabilmente, a siglarla. L’obiettivo è evitare che i 195 lavoratori colpiti dalla chiusura di Giano vengano licenziati a partire dal 18 dicembre. La situazione appare critica e ogni giorno trascorso senza una soluzione concreta aumenta la tensione.

Le parti coinvolte sono consapevoli che cooperare e trovare un terreno comune sarà fondamentale per evitare il licenziamento collettivo. Ci sono aspettative sul fatto che l’incontro possa portare a una collaborazione proficua tra l’azienda e i sindacati, contribuendo a garantire un futuro più stabile per chi lavora all’interno del gruppo.

Mentre Fabriano attende notizie sul possibile accordo, l’attenzione è alta e la speranza di salvaguardare posti di lavoro e diritti dei lavoratori resta un obiettivo primario da perseguire.

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