La situazione della riabilitazione nelle marche si è fatta critica. Diverse associazioni e centri che offrono servizi riabilitativi hanno lanciato un appello per denunciare la stagnazione delle tariffe dal 2012 e le difficoltà crescenti per strutture e operatori. Nel 2025 il settore, che cura pazienti di ogni età e con diverse disabilità, rischia di collassare per i costi in aumento e il mancato adeguamento dei finanziamenti. Questa emergenza coinvolge migliaia di cittadini fragili che potrebbero perdere l’accesso a trattamenti essenziali.
Le associazioni chiedono interventi concreti e dialogo con la regione
Un gruppo di associazioni marchigiane che gestiscono centri riabilitativi ha rivolto una richiesta urgente alla Regione marche e a tutte le forze politiche. Tra i firmatari spiccano nomi come Anffas Macerata, Fondazione Don Gnocchi e la Lega del Filo d’Oro, che rappresentano strutture con decine di anni di esperienza. Le principali istanze puntano sull’adeguamento immediato delle tariffe, ferme ormai da oltre dodici anni, e su un confronto costante basato su soluzioni condivise.
Un tavolo tecnico regionale lento a partire
Il fatto che solo recentemente sia stato aperto un tavolo tecnico regionale mostra una lentezza che mette a rischio la sopravvivenza di un settore cruciale per la salute pubblica nella regione. Le associazioni segnalano che promesse e rinvii non bastano più. Servono azioni rapide e trasparenti per evitare che la crisi economica delle strutture danneggi i pazienti e gli operatori.
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L’impatto della crisi sulla qualità delle cure e sull’occupazione
I centri riabilitativi marchigiani assistono quotidianamente bambini, adulti e anziani con diverse disabilità o in fase di recupero da malattie gravi e infortuni. Questi servizi rappresentano per molte persone l’unica possibilità di ritrovare autonomia e qualità di vita. Il blocco delle tariffe dal 2012 tiene però ferme le risorse, mentre i costi di gestione sono saliti in modo sostanziale: affitti, personale, dispositivi medici e spese generali gravano sempre di più.
Minaccia ai posti di lavoro e alle cure
Questa situazione rischia di compromettere la continuità delle cure per migliaia di utenti e mette a rischio i posti di lavoro di oltre duemila operatori della riabilitazione. L’assenza di adeguamenti tariffari e il disagio economico rischiano di ridurre gli interventi o di far chiudere servizi importanti, soprattutto fuori dai centri urbani. Gli operatori denunciano che senza misure urgenti la tenuta del sistema diventerà fragile.
Il valore della riabilitazione come diritto fondamentale
Secondo le associazioni, la riabilitazione deve essere riconosciuta come un diritto sociale essenziale, non un servizio accessorio o di lusso. Negli ultimi anni, invece, è stata trascurata. Questi trattamenti permettono a chi ha subito lesioni o malattie di recuperare funzioni motorie, cognitive o sociali. Per persone con disabilità congenite o acquisite, rappresentano una via per mantenere la dignità e inserirsi nella comunità.
Un appello alla sanità equa e umana
La richiesta principale è di dare al settore la stessa attenzione della medicina e prevenzione, riconoscendo il valore della riabilitazione per una sanità equa e umana. Le associazioni invitano anche i cittadini a sostenere questa battaglia, ricordando che una buona riabilitazione aiuta a ridurre l’isolamento sociale e favorisce il reinserimento nella vita lavorativa e familiare.
I prossimi passi e le attese per la politica regionale
Con l’avvio del tavolo tecnico regionale, si è finalmente aperto un canale di confronto formale tra enti e governo locale, ma le aspettative restano alte. Le associazioni chiedono misure immediate per aggiornare le tariffe e garantire la sostenibilità economica delle strutture. Inoltre, richiedono trasparenza e comunicazione chiara da parte di tutte le forze politiche.
Risorse adeguate per un settore complesso
La riabilitazione coinvolge aspetti sanitari, sociali e lavorativi. Per questo il settore deve ricevere risorse adeguate e un’attenzione costante, affinché chi dipende da questi servizi possa continuare a ricevere cure efficaci. La regione marche è chiamata ora a tradurre le promesse in atti concreti, evitandosi così il rischio di lasciare senza assistenza un numero crescente di persone fragili.