Crisi climatica in Italia 2025: aumento eventi estremi e appello per uscire dalle fonti fossili

Crisi climatica in Italia 2025: aumento eventi estremi e appello per uscire dalle fonti fossili

Nel 2025 l’Italia registra un aumento del 31% di eventi meteorologici estremi secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente; giovani attivisti a Paestum chiedono al governo Meloni politiche energetiche più sostenibili.
Crisi Climatica In Italia 2025 Crisi Climatica In Italia 2025
Il 2025 vede in Italia un aumento record di eventi meteorologici estremi, mentre giovani attivisti e Legambiente chiedono al governo politiche più incisive per accelerare la transizione verso energie rinnovabili e contrastare il cambiamento climatico. - Gaeta.it

Il 2025 si conferma anno segnato da eventi meteorologici estremi in Italia, con numeri in crescita rispetto al passato recente. L’analisi dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente rileva un aumento significativo delle manifestazioni legate al cambiamento climatico, richiamando l’attenzione sull’urgenza di strategie più incisive per mitigare e adattarsi ai fenomeni in corso. Intanto, giovani attivisti si mobilitano per chiedere risposte concrete a istituzioni e amministrazioni locali.

Aumento degli eventi climatici estremi in italia

Nel primo semestre del 2025, l’Italia ha attraversato un periodo segnato da oltre cento eventi climatici avversi registrati ufficialmente dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente. Il dato, che segna un incremento del 31% rispetto all’anno precedente nello stesso arco temporale, denuncia una frequenza preoccupante di fenomeni come allagamenti, forti venti, esondazioni dei fiumi e piogge intense.

Le alluvioni dovute a precipitazioni violente raggiungono quota 34, mentre gli episodi legati a danni causati dal vento sono stati 23. Le esondazioni fluviali, che provocano modifiche nell’assetto idrogeologico e problemi alle comunità locali, risultano essere 14. Questi eventi sono distribuiti non solo in aree tradizionalmente a rischio, ma coinvolgono diverse zone del Paese, evidenziando una situazione che richiede interventi mirati.

Tali cifre mostrano l’inadeguatezza delle politiche attuali in materia di tutela ambientale e gestione delle emergenze. Le misure adottate in passato non hanno ancora prodotto un’efficace riduzione dei rischi connessi agli effetti del cambiamento climatico, confermando la necessità di rivedere le strategie in modo rapido e puntuale.

Mobilitazione a paestum: i giovani attivisti di legambiente

A Paestum, in provincia di Salerno, un gruppo di oltre 300 ragazzi e ragazze appartenenti a Legambiente ha realizzato una catena umana sull’Oasi Dunale, simbolica area naturale protetta. L’azione si è svolta nella cornice dello Youth Climate Meeting 2025, evento dedicato alla partecipazione giovanile sulle tematiche ambientali.

Questa manifestazione intende trasmettere un messaggio diretto al governo Meloni e alle Regioni, chiedendo un cambio netto nelle politiche energetiche del Paese con un chiaro invito: abbandonare le fonti fossili e accelerare la diffusione delle energie rinnovabili. L’obiettivo è sollecitare interventi immediati che vadano oltre le dichiarazioni e si traducano in azioni concrete sul territorio.

I partecipanti hanno voluto mostrare l’urgenza di trasformare le parole in fatti, indicando nella riduzione dell’uso di petrolio, carbone e gas naturale un passaggio fondamentale per contrastare gli effetti del riscaldamento globale e per migliorare la qualità della vita delle nuove generazioni.

Priorità allo sviluppo delle energie rinnovabili per la neutralità climatica

Per centrare l’obiettivo fissato dalla normativa europea di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, e rispettare i traguardi intermedi al 2030 del Green Deal e del pacchetto Fit for 55, serve un’accelerazione netta dello sviluppo delle energie rinnovabili e delle infrastrutture di supporto come sistemi di accumulo e reti intelligenti.

La rimozione degli ostacoli autorizzativi rappresenta un punto chiave per facilitare nuove installazioni. Senza un iter burocratico più snello e un quadro normativo chiaro, gli investimenti pubblici e privati rischiano di rallentare la trasformazione energetica necessaria. Serve anche una pianificazione dettagliata che includa il coinvolgimento di territori, imprese e cittadini.

Un piano ben costruito può dare impulso a una transizione capace di creare occupazione nel settore green, contenere i costi energetici per utenti privati e aziende, e ridurre la dipendenza dalle forniture estere di combustibili fossili, diminuendo così le ripercussioni politiche e strategiche nel contesto internazionale.

La visione di stefano ciafani sulle sfide al governo e alla società

Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, sottolinea come la transizione energetica offra un’occasione per migliorare non solo il clima, ma anche le condizioni sociali ed economiche. Se sostenuta da politiche efficaci, può generare nuovi posti di lavoro, ridurre le spese familiari legate all’energia e aumentare l’indipendenza nazionale dalle fonti tradizionali di energia.

Per raggiungere questi risultati è indispensabile realizzare impianti su larga scala da fonti rinnovabili e superare le proteste che spesso bloccano questi progetti. Diffondere le comunità energetiche, implementare misure di risparmio e innovazione in tutti gli ambiti produttivi rappresentano passaggi fondamentali.

La responsabilità di affrontare queste sfide ricade su più fronti: governo centrale, amministrazioni regionali, imprenditori, sindacati e realtà civiche. Solo un impegno corale potrà liberare il Paese dalla dipendenza da gas, petrolio e carbone, aprendo una strada diversa per la gestione dell’energia e della crisi climatica.

Change privacy settings
×