Negli ultimi tre anni, i porti italiani hanno visto crescere gli episodi legati a eventi criminali. Dal 2022 al 2024 sono stati registrati 365 casi di reati nei principali scali del paese, con una media di un episodio ogni tre giorni. Il 2022 ha rappresentato l’anno con il maggior numero di eventi, arrivando a 140 segnalazioni. Il report presentato da Libera a Genova nel 2025 offre un quadro dettagliato delle attività criminali, concentrandosi sulla distribuzione geografica degli episodi e sulle forze dell’ordine impegnate nel contrasto.
Distribuzione degli eventi criminali nei porti italiani tra il 2022 e il 2024
Il porto di Ancona emerge come secondo porto per numero di eventi criminali tra il 2022 e il 2024, con 27 episodi accertati, corrispondenti al 7,3% del totale nazionale. I porti di Genova e Livorno guidano la classifica, ognuno con 37 casi, ossia il 20% degli episodi complessivi. Seguono Ancona i porti di Palermo con 22 eventi, circa il 6%. L’analisi mette in evidenza come alcune aree del territorio italiano soffrano maggiormente di fenomeni illeciti legati ai traffici marittimi e alle attività logistiche connesse.
Importanza dei dati per la gestione portuale
L’importanza di questi dati si riflette anche sulla gestione delle attività portuali che, oltre ad essere snodi economici fondamentali, rappresentano punti sensibili per la prevenzione di reati transnazionali. La concentrazione di episodi nelle regioni nord-occidentali e centrali del paese suggerisce la presenza di network criminali strutturati in queste zone, impegnati in traffici illeciti di varia natura, come contrabbando, narcotraffico e frodi doganali. L’attenzione si sposta quindi anche sulle strategie di controllo adottate da enti locali e nazionali.
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Incremento della criminalità nei porti nel solo anno 2024
Nel 2024 i casi di criminalità nei porti italiani sono aumentati del 4,5% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un totale di 115 episodi segnalati. Tra questi, per la prima volta da tempo, emerge anche un episodio registrato nel porto di San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Questo dato suggerisce la possibile espansione delle attività criminali anche negli scali minori, luogo che fino ad allora era meno coinvolto in fenomeni analoghi.
Gli episodi di criminalità toccano diverse tipologie, dalla contraffazione ai traffici illeciti, passando per infiltrazioni legate alla criminalità organizzata. Secondo il documento di Libera, “questi incrementi si accompagnano a una maggiore capacità delle forze dell’ordine di intercettare e interrompere le attività illecite.” I dati confermano un quadro complesso in cui le operazioni di controllo e repressione si scontrano con dinamiche criminali sempre più radicate e articolate nel contesto portuale italiano.
Episodi specifici e dinamiche criminali
Gli eventi rilevati denotano una molteplicità di fenomeni, che vanno oltre il semplice fatto criminoso, coinvolgendo aspetti socio-economici profondi. L’attenzione alle infiltrazioni mafiose e al contrabbando evidenzia come i porti italiani siano luoghi strategici per la criminalità organizzata.
Presentazione e fonti del rapporto sulla criminalità nei porti italiani
Il rapporto intitolato “Diario di Bordo. Storie, dati e meccanismi delle proiezioni criminali nei porti italiani” è stato presentato nel 2025 a Genova dall’associazione Libera. Il documento si basa su un lavoro di confronto e incrocio dati provenienti da fonti diverse: rassegna stampa Assoporti, relazioni ufficiali della Commissione Parlamentare Antimafia, della Direzione Investigativa Antimafia , della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo , e delle agenzie delle Dogane e della Guardia di Finanza.
Fonti e metodo d’indagine
La combinazione di queste fonti ha permesso di tracciare un quadro dettagliato sulle modalità di funzionamento e sulle carenze nei sistemi di prevenzione e controllo dei porti, elementi che facilitano l’azione criminale. Libera segnala la necessità di risposte politiche e istituzionali più stringenti per ridurre il numero degli episodi. Si evidenzia il doppio ruolo delle forze dell’ordine: da un lato la loro azione di repressione, dall’altro la capacità di mantenere monitorata una situazione complicata.
L’analisi presentata sottolinea come la crescita delle attività criminali avvenga anche in presenza di interventi giudiziari e operativi. Il fenomeno resta un problema di sicurezza pubblica rilevante e richiede attenzione costante, coordinamento tra enti e risorse adeguate per l’azione preventiva, senza trascurare la lotta alla corruzione che può favorire il radicamento di reti criminali nell’economia portuale.