Nei recenti aggiornamenti forniti dall’Istat, il quadro della crescita del PIL italiano per il 2024 appare preoccupante. I dati anticipatori relativi al quarto trimestre non sembrano promettenti. Carlo Cottarelli, noto economista, ha commentato con Adnkronos il calo previsto della crescita, sottolineando che, considerando l’andamento dei primi trimestri, è necessario un incremento significativo nella seconda metà dell’anno per evitare di rimanere indietro rispetto ad altre nazioni europee.
Previsioni negative per il PIL italiano
Le prime stime sul PIL per la fine del 2024 indicano una crescita stagnante, con i primi dati che mostrano una crescita zero per il terzo e quarto trimestre. Questo trend, se confermato, potrebbe portare l’Italia a essere considerata il fanalino di coda tra i Paesi dell’Unione Europea, un risultato decisamente allarmante. Cottarelli ha esaminato attentamente i dati, evidenziando che una conferma di questi numeri porterebbe a problematiche significative per il Paese, specialmente in un contesto in cui il governo aveva inizialmente previsto una crescita dell’1%.
All’interno di sei trimestri di governo, l’Italia ha mostrato una crescita pari o leggermente inferiore alla media dell’Area Euro. Per recuperare il terreno perso rispetto ai paesi europei, come Spagna e Portogallo, che superano il 2% di crescita, occorrerebbe un’impennata economica nelle ultime fasi del 2024.
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L’occupazione e le entrate non sono indicatori rassicuranti
Una delle argomentazioni sostenute da Cottarelli riguarda il rapporto tra occupazione e crescita. Nonostante i dati occupazionali possano suggerire un miglioramento delle entrate, l’economista mette in guardia: la qualità dei nuovi posti di lavoro è spesso bassa, generando un aumento della produttività limitato. Questo potrebbe significare che l’apparente ripresa non si traduce in una crescita economica reale e sostenibile, ma potrebbe riflettere una gestione del lavoro che non stimola adeguatamente l’economia.
Per quanto riguarda le entrate fiscali, Cottarelli avverte che la fase attuale potrebbe essere temporanea. L’aumento dei redditi da lavoro, che sono tassati subito, sta superando l’aumento dei profitti, che risultano soggetti a tassazione ritardata. Questo potrebbe dare un’illusione di miglioramento, ma non è necessariamente una base solida per una crescita duratura.
La crisi francese e le prospettive per l’Italia
Riguardo allo stato dell’economia europea, Cottarelli ha sottolineato che la crisi in Francia non rappresenta al momento una minaccia immediata per l’Italia. I rischi di mercato, evidenziati dallo spread, rimangono su livelli relativamente bassi. La percezione dei mercati suggerisce che, in questo momento, l’Italia possa essere considerata più a rischio rispetto alla Francia.
Cottarelli ha descritto la situazione attuale in Francia come una crisi principalmente politica, che, sebbene inquietante, non presenta all’orizzonte i segnali di contagio per il resto dell’Europa. La situazione economica del continente è fragile, ma gli esperti ritengono che il sistema italiano, pur con le sue sfide, possa resistere nel breve termine senza subire impatti devastanti derivanti da eventi esterni.