Nel contesto delle carceri italiane, un fenomeno allarmante si sta manifestando con l’aumento del numero di suicidi tra i detenuti. Le cifre, nei mesi recenti, continuano a sollevare interrogativi seri sulla salute mentale e le condizioni di vita all’interno degli istituti penitenziari. Con oltre 79 suicidi confermati dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e cifre superiori denunciate dalle associazioni, si intensifica l’attenzione su un problema che va oltre la semplice questione di sovraffollamento.
Dati ufficiali del Dap
Secondo i dati forniti dal Dap, il bilancio tragico dei suicidi all’interno delle carceri italiane ha già toccato 79 casi dal 1 gennaio 2024. Queste informazioni sono state rilasciate in una nota dopo le aperture del dibattito sollevato dalle associazioni come Antigone, che si occupano della difesa dei diritti degli individui nel sistema carcerario. Il Dap ha inoltre specificato che tali numeri riguardano solo i casi sui quali non sono necessari ulteriori accertamenti da parte delle autorità competenti. Nel 2022 si era registrato il numero più elevato di suicidi, con un totale di 84 casi. Non ci si ferma qui, poiché la stessa nota conferma anche 116 decessi di detenuti per cause naturali e 22 per cause che sono ancora da accertare.
La questione assume una dimensione complessa quando si considera che i dati forniscono solo un’idea parziale della situazione all’interno delle carceri, dove le difficoltà quotidiane influiscono direttamente sul benessere psicologico dei detenuti.
Leggi anche:
Il focus del Garante dei diritti delle persone detenute
L’agenzia del Garante nazionale delle persone private della libertà personale ha effettuato un’analisi dettagliata della situazione, evidenziando un incremento allarmante nel numero di suicidi rispetto allo scorso anno. Secondo il “Focus suicidi e decessi in carcere anno 2024”, redatto e aggiornato al 2 dicembre, si segnalano 79 suicidi, 19 decessi per cause da accertare. Il documento sottolinea che tale numero sta crescendo in confronto allo stesso mese del 2023, dove erano stati riportati 61 suicidi.
L’analisi sottolinea anche che il mese di dicembre 2022 ha visto un numero simile di suicidi. Questo indicatore fa emergere una tendenza inquietante, che richiede immediata attenzione da parte delle autorità competenti e della società civile.
Un’analisi più approfondita
Nel medesimo documento, emerge un quadro più ampio riguardo ai detenuti che hanno deciso di togliersi la vita. La fascia di età media per i suicidi si attesta intorno ai 40 anni. Analizzando ulteriormente il contesto, dei 79 suicidi, 77 vittime erano uomini e solo 2 donne. Il report ha inoltre messo in risalto le caratteristiche demografiche dei detenuti, indicando che 45 di questi erano italiani mentre 34 provenivano da 15 nazioni diverse. Sorprendentemente, tra i suicidi vi è un gruppo significativo di individui che già in passato avevano tentato di togliersi la vita, segnalando problematiche mentali più profonde e la necessità di un intervento tempestivo.
Le regioni con il numero più alto di suicidi
La Campania si distingue per un triste primato, con 11 episodi di suicidio registrati. A seguire, Lombardia, Toscana e Veneto mostrano ognuna 8 casi. L’Emilia Romagna segna 7 suicidi e il Lazio, il Piemonte e la Sardegna, ciascuno con 6 casi. Dati preoccupanti arrivano anche dalla Liguria, con 5 suicidi, mentre Abruzzo, Calabria, Sicilia e Puglia presentano 3 casi ciascuna. Interessante notare la situazione nelle Marche e in Umbria, dove si sono registrati solo 1 caso ciascuna. Questo dettaglio mette in evidenza come le problematiche legate ai suicidi non siano distribuite uniformemente sul territorio e richiedano una risposta mirata a livello regionale.
La crescente incidenza di suicidi nelle carceri italiane è motivo di profonda riflessione sulla necessità di migliorare l’assistenza psicologica e le condizioni generali di vita dei detenuti, al fine di prevenire situazioni tragiche in futuro.