Nel 2023, il panorama lavorativo nelle Marche mostra segnali di crescita, con un aumento significativo dei lavoratori dipendenti del settore privato. Questo incremento, che si attesta a 463.455 unità, rappresenta un aumento di oltre 5.000 posti di lavoro rispetto all’anno precedente. Tuttavia, sebbene le cifre siano incoraggianti, le disuguaglianze nella qualità dell’occupazione e nei salari continuano a preoccupare, come evidenziato da un recente report elaborato dall’Ires Cgil Marche.
Crescita dell’occupazione e tipologie contrattuali
Analizzando i dati del mercato del lavoro, emerge che la crescita occupazionale nelle Marche è trainata principalmente dai contratti a tempo indeterminato. In un anno, questa tipologia di lavoro ha visto un aumento di ben 6.790 unità, pari a un tasso del 2,1%. Al contrario, i contratti a tempo determinato hanno subito una flessione, diminuendo di oltre 2.000 unità , il che porta la percentuale di tali lavoratori al 23,7% del totale.
Interessante è anche il dato relativo ai lavoratori stagionali, la cui presenza è aumentata di oltre 500 unità . Questa dinamica può essere interpretabile come una risposta alla stagionalità tipica di alcuni settori, ma solleva interrogativi sulla stabilità dei posti di lavoro.
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Inoltre, il report presenta anche un dato importante riguardante la retribuzione media lorda annua, che si attesta a 20.956 euro, con un incremento di 667 euro rispetto al 2022. Pur rappresentando un segnale positivo, questo valore rimane inferiore rispetto alla media delle regioni del Centro Italia e dell’intero Paese . I lavoratori con contratto standard a tempo pieno e indeterminato guadagnano mediamente 29.398 euro, un dato che li colloca in una posizione svantaggiata rispetto ai colleghi di altre regioni.
Disparità di genere e opportunità per i giovani
La questione delle disuguaglianze di genere emerge chiaramente anche dal report. La situazione lavorativa femminile nelle Marche mostra che ben il 50,4% delle donne ha un rapporto part-time, contro l’18,4% degli uomini. Solo poco più di una donna su tre occupa una posizione a tempo pieno e indeterminato , rispetto al 65,3% degli uomini.
Dal punto di vista salariale, la differenza è significativa: le donne guadagnano in media 7.207 euro lordi annui in meno rispetto ai loro colleghi maschi, arrivando a un calo del 29,9%. Anche quando si considera un contratto identico, le donne con contratto a tempo pieno e indeterminato guadagnano mediamente 4.125 euro in meno rispetto ai loro colleghi uomini.
Il tema della gioventù è altrettanto preoccupante. I dati mostrano un incremento dell’occupazione tra gli under 30, ma essa è accompagnata da condizioni lavorative precarie. Solo il 35,7% di questa fascia di età ha un contratto a tempo pieno e indeterminato, mentre il part-time incide per il 37,9%. Gli under 30 guadagnano mediamente 12.568 euro lordi annui, ben 8.388 euro in meno rispetto alla media dei lavoratori.
La necessità di politiche regionali efficaci
La segreteria regionale della Cgil Marche, Eleonora Fontana, ha evidenziato le difficoltà che i giovani e le donne affrontano nel mercato del lavoro marchigiano. Secondo i dati, il 40% dei giovani ha un contratto part-time con stipendi che si attestano poco sopra i 12.000 euro lordi annui, il che rende difficile progettare un futuro stabile. Le disuguaglianze salariali di genere rimangono considerevoli.
Fontana ha sottolineato la necessità di politiche regionali serie che possano affiancarsi ai finanziamenti dell’Unione Europea per affrontare queste problematiche. “È fondamentale che le decisioni prese in ambito lavorativo al livello regionale siano in grado di rispondere a queste sfide critiche.” Gli interventi futuri dovrebbero includere misure specifiche per garantire che giovani e donne abbiano accesso a opportunità lavorative stabili e adeguatamente retribuite.