Un giudice ha autorizzato un incidente probatorio per ascoltare come testimoni tre cittadini stranieri coinvolti in un’inchiesta su presunti maltrattamenti e falsificazioni da parte di agenti della polizia locale di Torino. La decisione, presa su richiesta della pm, mira a raccogliere le dichiarazioni prima che eventuali difficoltà legate alla posizione irregolare delle vittime possano impedire il loro intervento in processo. Accuse gravi coinvolgono 15 agenti, tra cui falsi verbali, lesioni aggravate e possibili furti durante operazioni di sgombero.
Le ragioni dietro l’incidente probatorio e rischio irreperibilità delle vittime
Il giudice per le indagini preliminari Andrea Morando ha accolto la richiesta della pm Sabrina Monteverde di anticipare l’audizione delle tre persone offese. Questi cittadini stranieri, tutti presenti in Italia senza un regolare permesso di soggiorno, rischiano infatti di sparire prima del processo, rendendo impossibile ascoltare le loro testimonianze in tribunale. L’incidente probatorio consente di fissare un momento ufficiale per le dichiarazioni di queste persone che intendono raccontare quanto accaduto, anche se risultano indagate in un procedimento legato.
Dettagli sulla procedura e tutela legale
La scelta di questo strumento giudiziario spiega che i testimoni non potranno rifiutarsi di rispondere, come invece potrebbe succedere in un normale interrogatorio, ma avranno comunque la presenza di un legale per assisterli. L’udienza si terrà il 7 luglio presso il tribunale di Torino, un passaggio fondamentale per assicurare che le loro parole entrino formalmente nel fascicolo dell’inchiesta. La procedura punta a evitare che le difficoltà legate al loro status amministrativo e a eventuali minacce legate all’ambiente di provenienza ostacolino la raccolta di prove.
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Le accuse contro gli agenti della polizia locale di torino: pestaggi, falsi e peculato
L’inchiesta coinvolge 15 agenti appartenenti al reparto sicurezza urbana della polizia locale di Torino. Il filone principale riguarda le violenze fisiche denunciate dai cittadini stranieri, che – secondo l’accusa – sarebbero state celate dietro verbali falsi che attribuivano le lesioni a tentati atti di autolesionismo o a resistenza al controllo. Questi atti risultano contestati come falso ideologico e lesioni aggravate, con una particolare gravità legata all’abuso del potere esercitato da pubblici ufficiali.
Un ulteriore reato contestato è quello di peculato, collegato a presunti furti di oggetti durante operazioni di sgombero in cui gli agenti avrebbero sottratto beni personali alle persone coinvolte. Le accuse dipingono un comportamento sistematico, nel quale la violenza si sarebbe usata senza limiti e accompagnata da minacce rivolte a soggetti marginalizzati, incapaci di difendersi contro uomini in uniforme. Il fatto che queste persone fossero viste come “inesistenti” agli occhi della legge perché stranieri irregolari avrebbe favorito abusi ripetuti, difficili da denunciare.
Provvedimenti e difese: trasferimenti e legali coinvolti
Dopo l’avvio delle indagini, i 15 agenti sono stati allontanati dagli incarichi in strada e destinati a ruoli non operativi, una misura che riduce in parte il loro contatto con il pubblico e le situazioni a rischio. Sul versante giudiziario, gli accusati si sono affidati a diversi avvocati, tra cui Maurizio e Andrea Tonnarelli, Igor Dante e Sabrina Franzone, che seguiranno le fasi del procedimento penale e l’incidente probatorio previsto.
Ruolo dei difensori nell’incidente probatorio
Questi difensori potranno assistere i testimoni dell’incidente probatorio, che comunque saranno obbligati a rispondere alle domande su quanto accaduto. Il procedimento si concentra su un tema delicato, che riguarda l’uso della violenza da parte di chi dovrebbe garantire la sicurezza e la legalità, e punta a ricostruire puntualmente ogni episodio denunciato, con particolare attenzione a non lasciare invisibili le vittime più vulnerabili.