Il primo maggio 2025 a Trieste si è svolto un corteo organizzato da Cgil, Cisl e Uil, che ha richiamato migliaia di lavoratori e cittadini per chiedere migliori condizioni sul lavoro. La manifestazione si è concentrata su temi come la sicurezza, la stabilità e la dignità nel lavoro, ricordando anche i giovani vittime di incidenti sul lavoro e sollecitando un impegno concreto delle istituzioni. Il corteo ha visto la partecipazione di sindacati, partiti politici e movimenti sociali in una giornata segnata da un’attenzione forte su problemi ancora irrisolti.
La manifestazione e la partecipazione in città
Le vie del centro di Trieste si sono animate con la presenza di una folla stimata tra 2.500 e 3.000 persone, secondo la questura locale. Il corteo è partito da Campo San Giacomo e ha percorso Piazza Unità d’Italia, cuore della città, raccogliendo intorno a sé rappresentanze sindacali, gruppi di lavoratori e cittadini. In testa alla fila hanno sfilato le bandiere di Cgil, Cisl e Uil, seguite da striscioni di varie realtà aziendali e giovanili.
In modo significativo, ha suscitato molto interesse la presenza di Marco Cavallo, scultura simbolo della rivoluzione basagliana contro l’istituzionalizzazione degli ospedali psichiatrici, che ha trovato posto accanto al palco dei sindacati in Piazza Unità d’Italia. Questo elemento ha richiamato anche un contesto culturale e sociale oltre la rivendicazione lavorativa, ricordando il valore della lotta per i diritti sociali nella storia italiana.
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Presenze politiche e internazionali
Tra i partecipanti si sono visti anche esponenti di partiti come il PD, PRC, AVS e M5S, mentre il bagno di realtà internazionale ha aggiunto la presenza di bandiere palestinesi e striscioni contro la politica del riarmo. Accanto al corteo principale, da Campo San Giacomo ha preso il via una manifestazione parallela dei sindacati di base, amplificando il quadro delle istanze raccolte nella giornata.
I contenuti delle rivendicazioni e i messaggi dei sindacati
Le parole dei leader delle tre sigle sindacali hanno scandito le richieste della piazza. Maria Grazia Gabrielli, segretaria nazionale confederale di Cgil, ha puntato l’attenzione sull’aumento dei morti sul lavoro, denunciando l’insufficienza delle misure messe in atto fino ad oggi dalle istituzioni e dalla politica. Le sue dichiarazioni hanno sottolineato che la sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità reale e non solo uno slogan.
Matteo Zorn, segretario generale della Uil Friuli Venezia Giulia, ha ricordato il caso di Daniel Tafa, giovane di 22 anni morto in un incidente sul lavoro a Maniago, a Pordenone. La sua lamentela è stata netta: non si può accettare che il lavoro rappresenti un rischio mortale e per questo serve un patto specifico tra istituzioni, imprese e sindacati sulla salute e la sicurezza sul lavoro.
Appello alla collaborazione collettiva
Anna Furlan, di Cisl, ha ribadito l’importanza di un impegno collettivo su questi temi. Ha evidenziato che la Cisl da tempo si batte per la tutela e il controllo nelle aziende, ma ha insistito sulla necessità di una collaborazione ampia per migliorare davvero la sicurezza. Il messaggio è che la prevenzione deve essere costante e la responsabilità condivisa.
Il ricordo delle vittime e le istanze sulla sicurezza
Durante l’evento, la memoria delle vittime ha avuto un ruolo centrale. La morte di Daniel Tafa ha rappresentato la drammatica testimonianza di come ancora oggi molti lavoratori si trovano esposti a condizioni pericolose. Le cifre degli incidenti mortali sul lavoro sono in crescita, e questo fatto ha alimentato le richieste di controlli più rigorosi e norme più stringenti.
Il corteo ha evidenziato come la sicurezza sul lavoro non possa essere un tema marginale per i sindacati o le aziende ma debba passare attraverso un confronto continuo con le istituzioni. Ci sono necessità precise di cambiamento che vanno dalla formazione dei lavoratori, all’adeguamento delle strutture e impianti, fino alle sanzioni più severe per chi viola le norme di sicurezza.
Non a caso, durante la manifestazione, è stato richiesto un patto per la salute e la sicurezza, atto a coinvolgere tutte le parti sociali e politiche, con l’obiettivo di evitare ulteriori tragedie e far sì che il lavoro conservi sempre la sua dignità evitando rischi inutili.
Le altre istanze sociali e politiche presenti alla manifestazione
La presenza di bandiere palestinesi e richieste di stop alla politica del riarmo ha ampliato la portata del corteo a Trieste, collegate a questioni internazionali e temi di pace. Questi elementi hanno mostrato come le lotte per i diritti del lavoro siano intrecciate con altre battaglie sociali e politiche, riflettendo una sensibilità diffusa nei movimenti di base e non solo.
I partiti come PD e M5S hanno portato il loro sostegno, insieme a quello delle altre sigle sindacali e dell’AVS, testimoniando la presenza di un fronte plurale e variegato sulla scena triestina. Anche il corteo dei sindacati di base ha segmentato l’attenzione su temi simili, ma con un approccio più radicale sul terreno delle richieste.
Questa varietà di voci e di presenze rende il primo maggio 2025 a Trieste un’occasione per affrontare insieme un quadro di problemi che coinvolgono non solo i lavoratori e le loro condizioni, ma anche temi di giustizia sociale, pace e diritti fondamentali.