Nel cuore di Savona, centinaia di persone hanno sfilato oggi per le strade della città, esprimendo la loro richiesta di un cessate il fuoco permanente in Gaza. L’evento ha attirato l’attenzione dei cittadini, convivendo con un sentimento di solidarietà nei confronti della popolazione palestinese. I manifestanti, organizzati dall’Officina della Pace, si sono radunati in piazza Sisto IV, davanti al municipio, prima di muoversi attraverso le vie principali della città, compresa piazza Pertini. Qui, la giornata è stata dedicata a un digiuno simbolico, un atto volto a sottolineare il dissenso contro le guerre e le violenze che colpiscono la comunità internazionale.
Le voci dei manifestanti: testimonianze e richieste
Durante il corteo, i manifestanti hanno alzato la voce contro l’aggressione in corso a Gaza, evidenziando la gravità della situazione in cui versano i civili. Gli organizzatori hanno divulgato dati allarmanti: “Dopo un anno di assedio totale da parte dell’esercito israeliano e bombardamenti costanti, la situazione ha raggiunto un livello di barbarie umana mai visto nell’attuale secolo”, hanno affermato. Le statistiche fornite durante la manifestazione parlano di più di 40.000 morti, 100.000 feriti e oltre due milioni di persone costrette a vivere in condizioni precarie, in tende e senza un rifugio sicuro. Sono state menzionate anche le sofferenze di centinaia di migliaia di bambini che, a causa del conflitto, sono privati della possibilità di giocare e frequentare la scuola.
La rabbia e la frustrazione di chi ha partecipato al corteo erano palpabili. In questo contesto, l’importanza di un’azione congiunta e solidale è stata sottolineata come fondamentale. I partecipanti hanno chiesto che le istituzioni italiane e occidentali non restino inerti di fronte a ciò che considerano una grave violazione dei diritti umani.
Corresponsabilità dell’Occidente: un appello alla coscienza globale
Un altro punto saliente della manifestazione è stato il richiamo alla corresponsabilità dell’Occidente nella perpetuazione del conflitto. Gli organizzatori hanno puntato il dito contro l’inerzia politica e le mancanze diplomatiche, affermando che tutti gli attacchi condotti dallo Stato di Israele negli ultimi dodici mesi sono avvenuti nella più totale impunità, senza che siano stati intrapresi adeguati provvedimenti da parte della comunità internazionale. “L’Occidente, Italia compresa, deve prendere atto delle proprie responsabilità – hanno dichiarato – non possiamo e non vogliamo rimanere indifferenti di fronte a questa carneficina”.
Nell’ambito del dibattito più ampio sulle ingiustizie globali e sull’inefficacia dei canali diplomatici nel risolvere conflitti prolungati, la manifestazione di Savona ha rappresentato un’importante piattaforma di voce e sensibilizzazione. Le conseguenze del conflitto in Medio Oriente non sono solo un problema locale, ma coinvolgono l’intera comunità internazionale. Gli organizzatori e i partecipanti sottolineano la necessità di una risposta collettiva per promuovere la pace e garantire i diritti umani di tutti, in particolare quelli dei più vulnerabili, come i bambini e le famiglie nel mezzo del conflitto.
Ultimo aggiornamento il 19 Ottobre 2024 da Marco Mintillo