Corteo a Roma contro il riarmo: partecipano movimenti pacifisti e alcuni partiti politici

Corteo a Roma contro il riarmo: partecipano movimenti pacifisti e alcuni partiti politici

A Roma, circa 400 associazioni e gruppi pacifisti, con il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, manifestano contro la corsa al riarmo con un flash mob al Colosseo e appelli di Papa Francesco.
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A Roma, circa 400 associazioni e movimenti, tra cui il M5S e i Verdi, hanno manifestato contro la corsa al riarmo, con un corteo da Porta San Paolo al Colosseo e un flash mob che ha denunciato la tragedia della guerra, sostenuti anche dalla posizione critica della Santa Sede. - Gaeta.it

A roma, circa 400 associazioni pacifiste e gruppi contro la guerra hanno dato vita a una manifestazione nazionale contro la corsa al riarmo. Tra i partecipanti anche il movimento 5 stelle e l’alleanza verdi e sinistra. Il corteo si è mosso da porta san paolo verso il colosseo, dove si è svolto un flash mob che ha coinvolto migliaia di persone.

La manifestazione e i protagonisti del corteo

Il raduno è iniziato nel primo pomeriggio da una delle porte storiche di roma, porta san paolo, per poi avanzare attraverso le vie della capitale fino ad arrivare al colosseo, simbolo riconosciuto a livello mondiale. Secondo il comitato promotore erano presenti circa 100mila persone, mentre il leader del m5s, giuseppe conte, ha stimato una partecipazione più ridotta, intorno ai 50mila. Lo slogan scelto per accompagnare il corteo, visibile sul camion alla testa, reclamava la fine del riarmo, della guerra, del genocidio e dell’autoritarismo.

La gestione delle critiche durante la manifestazione

Giuseppe conte, presente insieme ai rappresentanti di alleanza verdi e sinistra, ha risposto con sobrietà a una contestazione ricevuta durante la manifestazione e ha lasciato a ciascun partito la responsabilità delle proprie scelte circa l’adesione all’iniziativa. Le critiche verso l’assenza del Partito democratico provenivano da alcuni partecipanti, ma conte ha evitato di entrare nel merito.

Questo evento si inserisce in un percorso che vedrà una nuova manifestazione a l’aia il 24 marzo, proprio durante un importante vertice nato. La volontà comune degli organizzatori è quella di fermare un’escalation di spese militari a livello europeo, che toglie risorse a settori sociali come il welfare.

La posizione del pd e le presenze a titolo personale

Il Partito democratico non ha aderito formalmente all’appuntamento romano, lasciando agli esponenti la scelta di partecipare in modo personale. Così ha fatto, per esempio, cecilia strada, europarlamentare dem, che ha condiviso fotografie del corteo sui propri canali social parlando di un momento per “uscire dalla logica della guerra” e “fermare il genocidio in palestina”.

Altri membri legati alla sinistra democratica e a movimenti come Demos, tra cui arturo scotto e sandro ruotolo, hanno confermato la loro presenza, precisando il carattere politico dell’iniziativa anche se non ufficiale. Marco tarquinio, anch’egli europarlamentare, ha ribadito che è impossibile separare la partecipazione personale da quella politica, soprattutto in un contesto così rilevante.

La descrizione della piazza e il richiamo europeo

Scotto ha descritto la piazza come composta da un ampio mondo di associazioni, ong e reti sociali che da tempo lavorano per costruire dialogo tra le persone, senza temere le critiche. Ha sottolineato l’importanza di altre scelte europee riguardo la pace, in particolare in relazione a conflitti in corso come quelli a gaza, ucraina e iran. Da questa prospettiva arriva una condanna della crescente militarizzazione europea.

Il flash mob al colosseo e il richiamo visibile contro la guerra

Al termine del corteo, davanti al colosseo, i manifestanti si sono disposti su lenzuoli bianchi stesi a terra per un flash mob. Questo gesto ha voluto rappresentare, con i corpi distesi, la tragedia delle popolazioni colpite dai conflitti armati, con un’attenzione particolare alla situazione di gaza. Il suono che ha accompagnato l’azione è stato un audio di quattro minuti con il rumore dei bombardamenti, registrato direttamente da un tecnico del suono palestinese.

L’azione è stata organizzata grazie alla collaborazione con la campagna catalana unsilence gaza, in alleanza con novact, soggetto spagnolo impegnato nella campagna europea contro il riarmo. Dopo la parte silenziosa, il corteo ha proposto un minuto di rumore, un modo per rompere il silenzio attorno a quello che i partecipanti definiscono un genocidio in corso.

Questo momento ha voluto mostrare con forza, attraverso un gesto collettivo, il dramma delle popolazioni civili vittime della guerra e indicare una contrarietà netta a ogni aumento delle spese militari in europa.

Il contributo del cardinale parolin e la posizione della santa sede

All’ingresso in campidoglio, durante un incontro dedicato al giubileo dei governanti, il cardinale pietro parolin, segretario di stato vaticano, ha commentato la manifestazione in corso nelle strade di roma. Ha definito positivo che ci sia una mobilitazione contro la corsa al riarmo, sottolineando che questo tipo di iniziative si allinea a una delle chiamate fatte da papa francesco.

Parolin ha ricordato che, prima dell’appello a porre fine alla guerra, papa francesco ha chiesto la conversione del debito e la creazione di un fondo per combattere la fame nel mondo, finanziandolo con le risorse destinate alle armi. Il segretario di stato ha evidenziato come sia necessario spostare l’attenzione dai conflitti alla solidarietà, tema che risuonava anche tra gli slogan del corteo che nel frattempo arrivava verso il colosseo.

La posizione vaticana si conferma dunque critica verso la strategia militare che prevale in questa fase, e si fa portavoce della necessità di un cambiamento nelle priorità politiche ed economiche a livello globale.

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