La recente decisione della Corte d’Assise di Avellino, sotto la presidenza di Gian Piero Scarlato, ha suscitato un acceso dibattito pubblico. I due imputati, Nico Iannuzzi e Luca Sciarrillo, sono stati segnalati per il ferimento e l’omicidio di Roberto Bembo, il giovane di 21 anni originario di Mercogliano coinvolto in una rissa il giorno di Capodanno dell’anno scorso. L’assegnazione dei domiciliari ha riaperto questioni legate alla giustizia e alla responsabilità delle misure cautelari.
Decisione della corte: misure cautelari modificate
Le motivazioni della corte
La Corte d’Assise di Avellino ha deciso di revocare la restrizione carceraria, concedendo i domiciliari a Iannuzzi e Sciarrillo, e imponendo l’uso del braccialetto elettronico. Questo cambiamento è avvenuto dopo un periodo di sei mesi durante il quale i due hanno rispettato le condizioni della custodia domiciliare. Tale decisione è stata presa dopo una valutazione da parte del presidente della Corte, Gian Piero Scarlato, il quale ha sciolto le riserve sulla richiesta presentata dagli avvocati difensori, Gaetano Aufiero e Stefano Vozzella.
Il passaggio ai domiciliari avviene dopo che, in precedenza, i due imputati avevano trascorso sette mesi in carcere. Il 28 luglio 2023, il Giudice per le indagini preliminari Fabrizio Ciccone aveva già disposto il trasferimento agli arresti domiciliari, decisione che era stata accolta con forti proteste da parte degli amici e familiari di Roberto Bembo, i quali hanno mostrato il loro dissenso con uno striscione affisso all’ingresso del Tribunale di Avellino con la scritta “Vergogna”.
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Reazione della procura e delle parti civili
Nonostante l’iniziale concessione dei domiciliari, la Procura e le parti civili hanno presentato ricorso, che ha portato, prima, alla revisione da parte del Tribunale del Riesame il 9 novembre dello stesso anno, e poi al ripristino della custodia carceraria da parte della Corte di Cassazione il 6 febbraio dell’anno corrente. Questa serie di eventi testimonia il complesso intreccio tra il diritto alla libertà degli imputati e la ricerca della giustizia da parte delle vittime e dei loro familiari.
La vicenda di Roberto Bembo, il quale ha perso la vita dopo essere stato coinvolto in una violenta rissa, ha messo in luce l’attenzione della comunità locale su questioni di giustizia e sicurezza. La concessione dei domiciliari ha sollevato interrogativi sul severo rispetto delle norme legali e sulle reazioni del sistema giudiziario nei confronti di reati gravi come l’omicidio.
Testimonianza di Iannuzzi: i fatti dal suo punto di vista
Descrizione dei fatti
Nell’udienza più recente del processo, Nico Iannuzzi ha avuto l’opportunità di fornire la sua testimonianza riguardo ai fatti accaduti nella notte del 31 dicembre. Secondo quanto affermato, Iannuzzi ha tirato fuori un coltellino-souvenir per difendersi, dichiarando di averlo fatto in risposta a un’aggressione in corso. Durante la rissa, ha sostenuto che si trovava a terra e quasi privo di sensi, mentre veniva colpito.
Queste affermazioni hanno sollevato interrogativi e dubbi attorno alla legittimità della sua autodifesa, dato il contesto violento in cui è maturato il tragico evento. La testimonianza di Iannuzzi rappresenta un punto centrale del processo e riflette le difficoltà legate all’interpretazione delle azioni nel contesto di un’aggressione.
Prossime udienze e sviluppi del processo
Il processo proseguirà con la prossima udienza fissata per il 25 settembre, data in cui saranno esaminate ulteriori prove e testimonianze. L’evoluzione del caso continuerà a essere oggetto di attenzione e dibattito nella comunità locale e oltre, sottolineando le tensioni presenti nel sistema legale italiano nel trattare casi di tale gravità . La questione della giustizia per la vittima e le sue famiglie rimane al centro dell’attenzione, mentre il procedimento giudiziario si svolge in un clima di crescente interesse pubblico.
La vicenda di Roberto Bembo e delle decisioni della Corte d’Assise di Avellino segna un altro capitolo in una storia già complessa e sfaccettata, che continua a svilupparsi nei contesti legali e sociali della regione.