Un caso di cronaca nera ha avuto un’importante svolta presso la corte d’appello di bari. La sentenza definitiva riguarda piero canonico, condannato per un omicidio e un tentato omicidio avvenuti nel marzo 2023 a capurso, una cittadina vicino bari. Le dinamiche del fatto, l’iter giudiziario e le motivazioni emergono dettagliatamente nel processo in appello conclusosi di recente.
La vicenda dell’omicidio e del tentato omicidio a capurso
Il 16 marzo 2023, nel tardo pomeriggio, quattro persone sono state protagoniste di un inseguimento e di una rissa che hanno provocato gravi conseguenze. Fabio chiarelli e vito caputo si trovavano a bordo di un’auto, inseguiti da piero canonico insieme al padre. Il punto di partenza dell’inseguimento è stato il comune di cellamare, ma la corsa è finita a capurso, in un parcheggio dove i contendenti sono scesi dai mezzi.
Dettagli della rissa
Qui è scoppiata una violenta rissa. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, canonico ha colpito caputo con ben dodici coltellate, causandone la morte. Nel frattempo ha ferito gravemente anche chiarelli con nove coltellate. Sul luogo sono intervenuti subito i soccorsi, ma per caputo non c’è stato nulla da fare. Chiarelli ha invece ricevuto cure per le ferite riportate.
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Le indagini hanno accertato che il movente sarebbe legato a questioni di gelosia tra canonico e chiarelli. Entrambi avevano avuto relazioni con la stessa donna, che era stata la fidanzata di uno e l’ex dell’altro. La tensione tra loro è salita al punto che chiarelli, accompagnato da caputo, si era presentato a cellamare per un chiarimento che poi è degenerato nell’inseguimento e nella tragedia.
Le tappe del processo e la modifica della pena
Il processo nei confronti di piero canonico è passato attraverso diverse fasi. In primo grado, il 28enne era stato condannato a diciotto anni di carcere con rito abbreviato. Nei mesi successivi, la difesa ha presentato appello, e la corte d’appello di bari ha rivisto la pena, riducendola a tredici anni.
La sentenza di secondo grado
La prima sezione della corte d’appello, presieduta da eustacchio cafaro, ha emesso la sentenza di secondo grado che mantiene la responsabilità dell’imputato per omicidio e tentato omicidio, ma con una pena ridotta. Nel verdetto è previsto anche il pagamento delle spese processuali a favore delle parti civili, fra cui la compagna di vito caputo che aveva una figlia con la vittima.
Durante l’udienza canonico ha espresso un rimorso verso i familiari della vittima, dichiarandosi dispiaciuto per quanto accaduto. La sua versione ha riguardato anche la natura degli eventi che hanno spinto la lite a degenerare. Le motivazioni specifiche della corte saranno rese note entro sessanta giorni dalla pronuncia della sentenza.
Implicazioni e reazioni al verdetto nella comunità locale
Il caso ha suscitato diverse reazioni a capurso e nei dintorni. L’avvocato graziano montanaro, che assiste la compagna di caputo, ha sottolineato la difficoltà di accettare la notevole riduzione della pena rispetto al primo grado. Non è semplice per i familiari trovare una risposta adeguata a un omicidio così violento e doloroso, soprattutto di fronte a una sentenza che alleggerisce il carico punitivo.
La comunità e le autorità
L’intero episodio ha lasciato un segno nella comunità, più volte chiamata a confrontarsi con fatti di criminalità legati anche a motivazioni personali di gelosia e rancori. Le dinamiche tra i protagonisti descrivono una escalation che ha portato a un esito tragico, mettendo in evidenza le difficoltà di gestione dei conflitti in ambito privato quando degenerano in violenza.
Le autorità locali e le forze dell’ordine mantengono alta l’attenzione su fenomeni simili, cercando di intervenire tempestivamente. Nel contempo la vicenda ricorda da vicino quanto le tensioni personali possano trasformarsi in situazioni critiche, con conseguenze irreparabili.
La sentenza della corte d’appello segna una tappa fondamentale nel processo giudiziario, ma il dibattito e le riflessioni sulla vicenda restano aperti nella città di capurso. Si attende il deposito delle motivazioni per conoscere i dettagli dell’interpretazione giuridica e le ragioni della riduzione della pena.