Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 2025, una drammatica operazione di soccorso ha coinvolto migranti nel mare tra la Tunisia e Malta. Il corpo senza vita di una donna è stato recuperato e portato a Lampedusa, mentre un gruppo di 87 persone, provenienti da diversi paesi africani, è stato salvato da un peschereccio tunisino e poi trasferito sulla maggiore delle isole Pelagie. La vicenda mette in luce le continue difficoltà e le tragedie lungo le rotte migratorie nel Mediterraneo centrale.
Soccorso notturno e recupero del corpo nel mare tra tunisia e malta
La notte del 24 aprile, intorno alle 2, la Capitaneria di porto di Lampedusa ha ricevuto una segnalazione dall’equipaggio di un peschereccio di nazionalità tunisina. Quel peschereccio aveva avvistato un barcone di migranti che stava affondando a circa 45 miglia dalla costa dell’isola, in una zona sotto la supervisione dell’area Sar tunisina-maltese. I pescatori tunisini non hanno esitato e hanno immediatamente proceduto al salvataggio delle persone a bordo.
Durante l’intervento, l’equipaggio ha issato a bordo 87 migranti, tra cui uomini, donne e minori, provenienti da paesi dell’Africa occidentale e centrale come Cameroun, Costa d’Avorio, Guinea, Guinea Konakry, Mali, Senegal e Sudan. Purtroppo, nel corso delle operazioni di recupero è stato rinvenuto anche il corpo di una donna, deceduta per annegamento. Le condizioni meteo e il buio avevano complicato i soccorsi ma il peschereccio tunisino è riuscito a mantenere il contatto con la sala operativa della Capitaneria.
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Trasferimento a lampedusa
Una volta recuperati, i migranti e il cadavere sono stati presi in carico da una motovedetta della Guardia costiera italiana, che ha condotto il gruppo al porto di Lampedusa, al molo Favarolo. Il trasporto è avvenuto in piena notte, aiutando a garantire l’assistenza medica necessaria e i controlli preliminari.
Il cadavere della donna è stato trasferito immediatamente alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana, dove è stato sottoposto ai primi accertamenti da parte delle autorità competenti per stabilire l’identità e le circostanze del decesso. Intanto, i migranti sono stati accolti dai rappresentanti delle forze dell’ordine e degli enti preposti all’assistenza, iniziando le procedure di identificazione e prima assistenza sanitaria.
Origini dei migranti e il contesto delle traversate verso lampedusa
I migranti salvati appartengono a diverse nazionalità africane, molte provenienti da regioni colpite da conflitti, crisi economiche e difficoltà sociali che spingono migliaia a tentare la traversata nel Mediterraneo centrale. Cameroun, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Senegal e Sudan sono paesi da cui spesso partono i flussi diretti verso le coste italiane.
La via marina da cui questi migranti arrivano è estremamente pericolosa. Le distanze da coprire e le condizioni delle imbarcazioni rendono frequenti gli incidenti e i naufragi. Non a caso, lo sbarco a Lampedusa continua ad essere un punto cruciale, come dimostra questa ultima operazione di salvataggio. In tanti cercano di raggiungere l’Italia come porta verso l’Europa, trovandosi però spesso in situazioni di vulnerabilità estrema.
Ruolo della guardia costiera e dei pescherecci nel salvataggio dei migranti
L’intervento coordinato tra l’equipaggio tunisino e la Guardia costiera italiana evidenzia ancora una volta il ruolo cruciale che pescherecci e unità navali svolgono nel controllo e nella gestione delle emergenze in mare. Spesso sono proprio i pescherecci di passaggio a intercettare imbarcazioni in difficoltà, segnalando la loro posizione alla sala operativa.
In questo caso, i pescatori tunisini hanno agito tempestivamente, evitando che la situazione degenerasse ulteriormente. Il coordinamento con la guardia costiera di Lampedusa ha permesso di completare il soccorso, portando i migranti sull’isola per le procedure di accoglienza.
Le azioni notturne di recupero mettono in evidenza la complessità e la pericolosità delle operazioni in condizioni di scarsa visibilità e mare spesso agitato. Queste attività richiedono prontezza e attenzione, con l’obiettivo di salvare vite e gestire momenti delicati senza incorrere in ulteriori rischi.
Il salvataggio appena avvenuto rappresenta solo un episodio nel quadro delle continue traversate che interessano il Mediterraneo centrale. La cooperazione tra diversi soggetti e le forze coinvolte resta un elemento chiave nelle risposte all’emergenza migratoria.