In provincia di Ancona e nelle altre zone delle Marche, un’operazione congiunta ha portato al controllo di diverse realtà aziendali del settore moda. Gli ispettori del lavoro, con la collaborazione dell’Inps Marche e dei carabinieri del Nil, hanno passato al setaccio 29 aziende e 238 lavoratori, con esiti preoccupanti per quanto riguarda il lavoro non regolarizzato e la sicurezza nei posti di lavoro.
Un focus sulle condizioni lavorative nelle aziende marchigiane
L’azione ispettiva ha riguardato in particolare imprese legate al commercio e al fashion market, riconducibili per lo più a gestioni di cittadini stranieri. Al termine dei controlli, sono emersi 28 lavoratori in nero, quindi senza alcun contratto regolare, di cui 5 provenienti da paesi extra-Ue che risultavano anche privi del permesso di soggiorno. Questo dato conferma come continui a essere un fenomeno rilevante la presenza di lavoratori irregolari, soprattutto in segmenti produttivi legati alla moda, dove spesso si ricorre a manodopera non tracciata.
Gli ispettori hanno verificato anche l’aderenza alle normative di sicurezza che, come sappiamo, sono fondamentali per tutelare tutti i lavoratori. Purtroppo, molte carenze sono emerse proprio su questo fronte. Non si è trattato solo del lavoro in nero ma anche di gravi mancanze legate alla prevenzione degli infortuni.
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Sospensioni delle attività e violazioni riscontrate
A seguito delle verifiche, per 29 realtà aziendali sono scattati provvedimenti di sospensione delle attività, che sono stati decisi a causa di violazioni di varia natura. Tra queste, il superamento della soglia massima del 10% di lavoratori in nero, limite oltre il quale scatta la sanzione grave.
Altre criticità riscontrate riguardano la sicurezza sul lavoro. In diversi casi non è stato redatto il Documento di valutazione del rischio , uno strumento obbligatorio che consente di individuare e gestire i pericoli presenti nell’ambiente di lavoro. Mancavano anche dispositivi di protezione individuale , fondamentali per evitare infortuni. Ancora, sono stati segnalati casi di formazione e informazione sulla sicurezza non fornite ai dipendenti, e l’assenza di una valutazione medica specifica per attestare l’idoneità a svolgere certe mansioni, importante soprattutto in alcuni compiti fisicamente impegnativi.
Questi aspetti hanno contribuito a concretizzare i provvedimenti di sospensione, mostrando quanto la sicurezza venga spesso trascurata in questi settori, con potenziali rischi elevati per i lavoratori.
Un impegno costante contro il lavoro sommerso nelle Marche
Il blitz nelle aziende marchigiane non rappresenta un episodio isolato. È parte di un piano più ampio portato avanti da tempo in tutta la regione con controlli mirati contro il lavoro sommerso e le carenze nella sicurezza sul campo. L’azione coordinata tra ispettori del lavoro, Inps e carabinieri del Nil punta a mantenere alta l’attenzione su questi problemi, cercando di togliere spazio a pratiche illegali che mettono a repentaglio diritti, salute e regolarità del commercio.
La priorità nel 2025 della lotta contro il lavoro irregolare
Nel 2025 la lotta al lavoro irregolare continua a essere una priorità per le autorità nelle Marche, specie in settori a rischio come quello della moda. Questi controlli dimostrano che le istituzioni vogliono rafforzare la tutela dei lavoratori e garantire condizioni più trasparenti e sicure. Gli episodi delle ultime settimane sono un campanello d’allarme per le aziende chiamate a rispettare le norme senza deroghe.