Nel corso del 2025 le autorità italiane hanno intensificato i controlli nel settore ambientale, concentrandosi soprattutto su discariche, smaltimento rifiuti e inquinamento. I dati rivelano un’impressionante attività di vigilanza con migliaia di controlli, denunce e multe, mentre emergono criticità legate a fenomeni criminali e frodi legate ai fondi europei. Le autorità puntano a rafforzare normative e controlli per tutelare il territorio, le risorse naturali e contrastare traffici illeciti che danneggiano l’ambiente e la società.
Infiltrazioni mafiose e frodi legate ai fondi europei: il doppio volto del problema
Il generale Daniel Melis si è focalizzato su un tema cruciale: il rischio di infiltrazioni criminali nel settore ambientale, soprattutto nell’uso improprio dei finanziamenti europei destinati a progetti di sviluppo sostenibile. Le indagini realizzate in collaborazione con il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità hanno fatto emergere collusioni tra funzionari pubblici e gruppi mafiosi nella zona di Messina e Catania.
Questi accordi nascosti riguardano un tentativo di ottenere risorse comunitarie sfruttando illecitamente le procedure di assegnazione e gestione dei fondi. Il fenomeno appare più diffuso al Sud, dove agiscono le organizzazioni criminali tradizionali, ma non risparmia nemmeno alcune regioni del Nord che vedono l’entrata di grandi investitori con atteggiamenti simili a quelli mafiosi.
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Le mafie utilizzano questi fondi per finanziare attività illegali legate allo smaltimento illecito di rifiuti, mettendo a rischio l’ambiente e compromettendo la trasparenza nelle operazioni di bonifica, riciclo e gestione ambientale. Lo smascheramento di queste dinamiche è fondamentale per impedire che risorse pubbliche finiscano a finanziare reti criminali.
Le cifre dei controlli sull’ambiente: infrazioni, denunce e sanzioni
Nel 2025 le forze dell’ordine e gli enti preposti hanno eseguito 91.942 ispezioni mirate a verificare lo stato delle discariche, lo smaltimento dei rifiuti e il rispetto delle normative ambientali. Questi controlli sono sfociati in 6.142 denunce per violazioni di legge e in 4.915 infrazioni accertate. Le autorità hanno comminato sanzioni per un totale di circa 10,7 milioni di euro.
Questi numeri confermano lo sforzo costante che il paese sta compiendo per contenere negatività quali l’abbandono illecito di scarti, la gestione non autorizzata di rifiuti pericolosi e forme di inquinamento che minacciano ecosistemi e salute pubblica. L’attenzione si è concentrata anche sull’intera filiera del ciclo dei rifiuti, dalla raccolta fino allo smaltimento o riciclo finale, tentando di bloccare le pratiche fraudolente che spesso sfuggono ai controlli tradizionali.
Gli interventi hanno riguardato anche le aree soggette a incendi dolosi e attività illegali che penalizzano boschi, foreste e biodiversità. La presenza di sanzioni di valore elevato indica la gravità delle infrazioni e le conseguenze giuridiche per chi non rispetta le legge ambientali.
Il ruolo della filiera alimentare nella tutela della salute e qualità
Il generale Melis ha posto inoltre attenzione sul controllo dell’intera filiera alimentare, che segue il percorso dal campo fino al prodotto finito. Garantire sicurezza e qualità alimentare non significa solo verificare che un prodotto sia sano, ma che rispetti anche regole precise definite dai disciplinari di produzione.
Questi controlli si sono intensificati in diverse regioni italiane per prevenire frodi alimentari, contaminazioni e pratiche che possono compromettere la salubrità e l’origine dichiarata dei prodotti. Ispezioni mirate hanno coinvolto aziende agricole, stabilimenti di lavorazione e distribuzione, controllando documentazione e processi tecnici.
Garantire il rispetto delle norme tutela i consumatori e sostiene le eccellenze agroalimentari italiane, esposte spesso a rischi di imitazioni e frodi che mettono a rischio il mercato e la reputazione del made in Italy.
L’intervento dell’autorità e gli sviluppi normativi per la tutela ambientale
Il ministro Cingolani ha evidenziato il Consiglio unico per le foreste e l’agricoltura come punto di riferimento per il sistema di controllo ambientale. Questo organismo, secondo l’esponente governativo, rappresenta un’azione concreta contro chi viola le leggi contro l’inquinamento, il degrado e lo sfruttamento illegale delle risorse naturali.
Il governo guarda con attenzione al lavoro svolto dai corpi di polizia ambientale e ambisce a sostenerli maggiormente. L’obiettivo dichiarato è potenziare la capacità di contrastare attività dannose come il bracconaggio e l’abuso nell’uso del territorio boschivo, elementi chiave per la conservazione della biodiversità.
La modifica in corso alla legge 157/92 sulla caccia sottolinea proprio l’importanza di valorizzare il ruolo dell’Arma dei carabinieri nella repressione del bracconaggio e nei controlli in aree protette. Il rafforzamento delle norme punta a rendere più incisivi sia i controlli di routine sia le azioni di contrasto a fenomeni illegali, spesso collegati a dinamiche criminali più ampie. Questi interventi normativi vogliono garantire un equilibrio tra uso sostenibile del territorio e difesa attiva delle specie e degli habitat.