Nella tornata referendaria del 2025 in Lombardia, la partecipazione degli elettori è stata complessivamente bassa. Solo in due comuni su oltre 1500 è stato raggiunto il quorum necessario per validare il voto. I dati indicano una certa difficoltà nel mobilitare la cittadinanza, con numeri che variano molto da zona a zona. Milano e la sua provincia mostrano un coinvolgimento superiore alla media, ma molte aree interne presentano risultati molto modesti.
I risultati del referendum nei comuni lombardi: focus su cernusco sul naviglio e villa biscossi
Tra i 1502 comuni lombardi che hanno indetto consultazioni referendarie, solo due hanno avuto un’affluenza abbastanza alta per superare la soglia prevista dal regolamento, fissata nella maggior parte dei casi al 50%. A cernusco sul naviglio, comune alle porte di milano con una popolazione rilevante, si è recato alle urne il 50,7% degli elettori, quel tanto che è servito a validare il referendum. In contemporanea, i cittadini hanno scelto anche il nuovo sindaco, in una tornata elettorale che ha dunque rivestito doppia importanza.
Nel piccolo comune di villa biscossi, in provincia di pavia, il quorum è stato superato con un’affluenza del 54,2%. Questo centro conta poco più di 70 abitanti, un dato che spiega l’alta percentuale di partecipazione con numeri assoluti ovviamente ridotti. Qui il coinvolgimento diretto della popolazione è stato decisamente maggiore rispetto alla media regionale, dato interessante soprattutto per un centro così piccolo.
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Nel resto della regione, l’affluenza media ha faticato a superare la soglia di validità. A saronno, in provincia di varese, si sta ancora completando lo spoglio per l’elezione del primo cittadino. Per il referendum, però, i votanti sono stati meno del necessario: il 45,46% degli aventi diritto, una percentuale non sufficiente a raggiungere il quorum. La mancata raggiunta soglia lascia i quesiti referendari invalidi in questo centro, segnando un dato negativo anche per un comune di dimensioni medie come saronno.
Nel complesso, in tutta la regione lombarda, l’affluenza alle urne si è attestata al 30,7%. Si tratta di una partecipazione bassa, che riflette forse disinteresse o difficoltà nel coinvolgimento diretto dei cittadini ai temi posti in votazione tramite referendum. Questi dati invitano a riflettere sull’impatto delle consultazioni popolari in area lombarda.
Valutazioni sull’affluenza nei capoluoghi di provincia: milano e sondrio agli estremi
Tra i capoluoghi di provincia lombardi, milano è risultata la città con la partecipazione più alta. Nel capoluogo la percentuale di affluenza si è fermata al 36,8%, un livello comunque lontano dalla soglia richiesta per i referendum, ma superiore al dato medio regionale. La provincia di milano ha raggiunto il 35,4%, unico territorio lombardo a superare la quota del 35%. Questo indica una certa capacità di mobilitazione tra gli elettori meneghini e nell’area circostante.
Al contrario, sondrio, unico capoluogo lombardo amministrato dal centrodestra, è stata la provincia con l’affluenza più ridotta, appena il 21%. Nel territorio valtellinese si sono registrate percentuali particolarmente basse, come ad aprica con il 12% e a bormio con il 18,7%. Questi numeri denotano un forte distacco dalle urne in queste zone di montagna, dove la partecipazione ai referendum è stata decisamente marginale.
La spaccatura nelle percentuali di voto tra la zona urbana di milano e le aree montane della valtellina evidenzia differenze socio-politiche e culturali che continuano a caratterizzare il quadro elettorale lombardo nel 2025. Il dato complessivo conferma il disinteresse o la difficoltà di coinvolgimento di ampie fasce della popolazione, rappresentando una sfida per chi organizza consultazioni di questo tipo.