I dati più recenti sui consumi di ortofrutta nel primo trimestre del 2025 mostrano una ripresa rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo trend è sostenuto sia dall’aumento dei volumi sia dall’incremento del valore, che riflette in parte la crescita dei prezzi medi. Le analisi condotte da Cso Italy, il centro servizi ortofrutticoli, su dati YouGov, indicano un cambiamento rispetto al 2024, che era rimasto stabile. La scelta delle famiglie mostra una preferenza crescente per prodotti confezionati e biologici, settori che si consolidano nel mercato.
Aumento dei consumi a volume e valore, con occhi puntati su biologico e confezionato
Nel periodo gennaio-marzo 2025 le famiglie italiane hanno acquistato circa 1,29 milioni di tonnellate di ortofrutta, generando una spesa complessiva di 3,15 miliardi di euro. Questo comportamento rappresenta un incremento del 2% a volume e del 5% a valore rispetto all’anno precedente. La crescita del valore è influenzata da un aumento del prezzo medio del 3%, segno che i consumatori sono disposti a pagare di più, probabilmente per prodotti con caratteristiche aggiunte.
Il ruolo del confezionato e del biologico
I prodotti confezionati hanno avuto un balzo significativo, con un aumento del 12% a volume. Ormai rappresentano il 10% del mercato ortofrutticolo totale. Si nota un’espansione anche di prodotti biologici, che rientrano maggiormente nelle preferenze di acquisto. Il confezionato pesa per il 43% sul totale, con una crescita del 6% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questa tendenza rispecchia un cambiamento nelle abitudini, dove comodità e qualità percepita guidano le scelte.
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Frutta e ortaggi: differenze nei consumi e crescita del valore
Separando i dati per tipologia di prodotti, la frutta registra un aumento dell’1% nei volumi acquistati e del 6% nel valore economico. Gli ortaggi invece mostrano numeri più consistenti con un +4% a volume e +5% a valore. Questi dati indicano che, anche se la quantità di frutta comprata cresce lentamente, il valore speso aumenta più rapidamente, suggerendo una preferenza per prodotti più costosi o di qualità migliore.
Elisa Macchi, direttrice di Cso Italy, ha sottolineato che il trimestre evidenzia un avvio d’anno migliore rispetto a quelli precedenti, anche se la ripresa non è ancora decisa. L’aumento della spesa sembra legato soprattutto a prodotti con una maggiore componente di valore aggiunto, con un ruolo chiave proprio di biologico e confezionato. Questi segmenti spingono il mercato verso una nuova direzione, più orientata alla qualità e praticità.
Canali di vendita e differenze territoriali nel consumo di ortofrutta
Nel quadro dei canali di distribuzione, la grande distribuzione organizzata conferma la sua posizione dominante nella vendita di ortofrutta. L’82% del volume totale di acquisti passa attraverso supermercati, ipermercati e discount, che mantengono saldi i loro numeri. Gli altri canali, in particolare i mercati ambulanti tradizionali, stanno invece perdendo terreno. Questi ultimi risentono delle modifiche negli stili di acquisto e nelle abitudini dei consumatori, che prediligono soluzioni più comode e spesso confezionate.
Differenze geografiche
Geograficamente, le differenze sono marcate. Le regioni del centro e sud Italia mostrano segni di crescita più vivaci in termini di volumi e spesa familiare. Al contrario, le macroaree del nord ovest e nord est registrano un calo negli acquisti e nella spesa media per famiglia. Questo quadro riflette dinamiche sociali e economiche diverse sul territorio e fattori come il potere d’acquisto e le preferenze locali.
Comportamenti di acquisto e spesa media delle famiglie italiane
La quantità media di ortofrutta consumata dalle famiglie italiane si attesta intorno a 49 kg per nucleo, numero stabile rispetto all’anno precedente, ma ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia. Questa stabilità nei volumi viene accompagnata da un aumento della spesa media, che ha raggiunto i 120 euro con una crescita del 3%. Dai dati emerge un fenomeno noto: si acquistano meno quantità ma a prezzi più alti, portando la spesa totale a salire.
Questa situazione è coerente con l’inflazione moderata registrata in molti prodotti alimentari e con una crescente attenzione a qualità, confezioni e certificazioni biologiche. Le famiglie quindi stanno rimodulando l’acquisto, puntando a meno quantità ma qualità superiore, scelta supportata anche dalla disponibilità di nuovi prodotti e confezioni più pratiche nei supermercati.
I dati sul primo trimestre 2025 lasciano aperta la possibilità di una ripresa stabile del consumo di ortofrutta in Italia. Sorvegliando gli sviluppi nei prossimi mesi sarà possibile capire se la tendenza si consolida o resta solo un segnale temporaneo in un contesto di continuo cambiamento delle abitudini di acquisto.