Consiglio dei ministri approva modifica allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol contro i limiti della corte costituzionale

Consiglio dei ministri approva modifica allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol contro i limiti della corte costituzionale

Il governo Meloni approva il via libera al ddl per modificare lo Statuto speciale del Trentino-Alto Adige/Südtirol, ampliando i poteri legislativi delle Province autonome di Trento e Bolzano e rafforzando l’autonomia regionale.
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Il governo Meloni ha approvato in Consiglio dei Ministri la modifica dello Statuto speciale del Trentino-Alto Adige, ampliando i poteri legislativi delle Province autonome di Trento e Bolzano e rafforzando l’autonomia regionale. - Gaeta.it

Il governo Meloni ha inserito all’ordine del giorno del consiglio dei ministri di oggi il via libera definitivo al disegno di legge costituzionale che modifica lo Statuto speciale del Trentino-Alto Adige/Südtirol. Questa proposta, già approvata a livello preliminare lo scorso 9 aprile, ha ricevuto nelle settimane successive i pareri vincolanti dei consigli provinciali di Trento e Bolzano e del consiglio regionale. Si tratta di un intervento legislativo che interessa direttamente gli assetti politici e istituzionali di questa regione a statuto speciale, con effetti importanti sulla capacità legislativa delle Province autonome e dei loro rapporti con lo Stato.

Il percorso istituzionale verso la modifica dello statuto speciale

La procedura per il rinnovo dello Statuto speciale del Trentino-Alto Adige/Südtirol ha visto un primo voto favorevole da parte del governo guidato da Giorgia Meloni lo scorso 9 aprile. Da allora sono giunti i pareri vincolanti che mancavano, rilasciati dai due consigli provinciali di Trento e Bolzano insieme al consiglio regionale della regione. Il loro nulla osta rappresenta un passaggio fondamentale così previsto dalla legge, perché solo dopo questa fase il disegno di legge costituzionale poteva tornare all’esame definitivo del Consiglio dei Ministri per l’approvazione.

Pareri vincolanti e ruolo dei consigli provinciali

I consigli provinciali, infatti, hanno valutato le modifiche proposte rispetto all’impatto sulle loro prerogative legislative e amministrative. Questi pareri sono obbligatori e vincolanti in casi di riforme che riguardano lo statuto, il che conferma la natura composita e autonoma di questa regione. Ulteriori passaggi ora prevedono la presentazione e la discussione del ddl modificativo alle camere parlamentari, dato che le riforme dello statuto speciale hanno valore costituzionale e richiedono l’approvazione di entrambe le camere, con la necessaria maggioranza rafforzata prevista per tali materie.

I contenuti principali della riforma: poteri legislativi e limiti ridefiniti

La riforma mira a restituire alle Province autonome di Trento e Bolzano poteri legislativi più ampi, limitati in passato dalla giurisprudenza della Corte costituzionale. Questo intervento si accompagna a un nuovo assetto dei limiti entro cui dovrà muoversi la legislazione provinciale, superando alcuni vincoli stabiliti dalla riforma costituzionale del 2001 e successivamente rafforzati da decisioni giudiziarie.

Tra i punti più rilevanti figura l’abolizione del limite imposto alle leggi statali in materia di riforma economica e sociale. Prima della modifica, la legislazione provinciale doveva tenere conto di queste limitazioni, spesso considerate restrittive per l’autonomia locale. Con le nuove disposizioni, le Province autonome potranno adottare disposizioni legislative più libere e specifiche, senza dover vincolare le proprie norme alle leggi statali riformatrici in questi ambiti.

Benefici per la regione a statuto speciale

Lo Statuto aggiornato andrà quindi a riconoscere un ampliamento concreto delle aree dove le province di Trento e Bolzano potranno legiferare in autonomia, valorizzando la particolarità storica e linguistica della regione. La modifica offre uno strumento più chiarificatore e mirato per rendere effettive quelle prerogative previste dallo statuto dal dopoguerra ma spesso frenate dalle interpretazioni costituzionali successive.

Le reazioni istituzionali e l’attesa per la firma governativa

I presidenti di provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, e di Trento, Maurizio Fugatti, sono attesi oggi a Palazzo Chigi per seguire da vicino le ultime fasi di approvazione. La loro presenza indica l’importanza politica e istituzionale di questa riforma, che mira a tracciare linee più nette nella gestione autonoma della regione.

Le amministrazioni provinciali di Trento e Bolzano seguono con interesse gli sviluppi del progetto, poiché il ritorno pieno dei poteri legislativi era una loro richiesta fin dall’inizio del percorso. Le disposizioni più flessibili su riforma economica e sociale forniscono loro maggior margine di manovra su temi importanti riguardanti effettivamente lo sviluppo locale, il lavoro e le politiche territoriali.

Il governo Meloni, da parte sua, ha confermato l’attenzione verso le autonomie territoriali, integrando così nel proprio programma la valorizzazione degli statuti speciali italiani. A breve si attende la pubblicazione ufficiale delle nuove norme dopo il via libera di Palazzo Chigi, prima delle successive fasi parlamentari necessarie per rendere operativa la modifica.

Il dibattito sulla competenza delle province non si chiude qui, ma questo passo rappresenta un punto di svolta nelle relazioni fra Stato e autonomie. Nel contesto dell’attuale fase politica italiana, tali evoluzioni delineano scenari nuovi sulle dinamiche istituzionali regionali e riflettono le attese di parti importanti della comunità locale.

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