Il Comune di Mondovì, in provincia di Cuneo, ha completato la raccolta e consegna di materiali destinati al secondo reggimento alpini di Cuneo. Il reparto sarà impegnato, a partire dal secondo semestre del 2025, nella missione Unifil in Libano, un impegno di lunga data volto a mantenere la stabilità nella regione meridionale del paese mediorientale. La risposta della comunità locale ha permesso di raccogliere beni di prima necessità che supportano sia i militari italiani sia le popolazioni coinvolte nella missione.
Il ruolo del secondo reggimento alpini nella missione unifil in libano
Il secondo reggimento alpini rappresenta il cuore del contingente Italbatt, che dal 1978 opera nell’ambito della missione Unifil . Questa forza militare multinazionale ha il compito di sorvegliare la linea di demarcazione tra Libano e Israele, tentando di prevenire scontri e garantire una presenza di equilibrio in una zona che ha vissuto decenni di conflitti intermittenti. Nel 2025, il reggimento continuerà a mantenere un ruolo di frontiera cruciale, partecipando attivamente a operazioni di controllo del territorio e a iniziative di stabilizzazione.
Supporto civile e cooperazione
Oltre alla sorveglianza militare, i reparti italiani garantiscono supporto civile alla popolazione locale. Lavorano con la popolazione, collaborando con le autorità libanesi e con le organizzazioni umanitarie sul posto per migliorare le condizioni di vita e fornire assistenza dove il tessuto sociale è più fragile. A quel punto, l’impegno si estende oltre l’aspetto militare, includendo attività di cooperazione civile e aiuti socio-economici.
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La raccolta di beni a mondovì e la partecipazione della comunità
L’iniziativa di Mondovì è nata da una collaborazione tra l’amministrazione comunale e la sezione locale dell’Associazione nazionale alpini. L’obiettivo è stato quello di coinvolgere la cittadinanza in una raccolta di materiali da destinare non solo ai militari ma anche alle comunità più vulnerabili del Libano meridionale. Sono stati raccolti materiali sanitari, generi alimentari a lunga conservazione, banchi scolastici, vestiario e giocattoli per bambini.
I cittadini di Mondovì hanno risposto con entusiasmo e generosità, donando beni di vario tipo che sono stati catalogati con cura dai volontari prima della spedizione. Questo processo di selezione e organizzazione ha permesso di allestire pacchi che rispecchiano le necessità delle popolazioni servite dalla missione. Il materiale umanitario raccolto rafforza il legame tra chi resta in Italia e chi opera all’estero, mostrando un sostegno concreto ai militari e a chi vive in condizioni difficili nel Libano meridionale.
I tipi di beni raccolti
Tra i materiali raccolti vi sono beni sanitari, generi alimentari a lunga conservazione, arredi scolastici, vestiario e giocattoli, tutti donati con l’intento di sostenere sia il contingente italiano sia le comunità libanesi più vulnerabili.
L’impatto concreto della missione sui territori libanesi
Il Libano meridionale continua a soffrire gli effetti di vecchi conflitti che hanno lasciato infrastrutture compromesse e una popolazione affaticata da incertezze e difficoltà economiche. La presenza di Unifil, in particolare del contingente italiano, mira a garantire un contesto di sicurezza che faciliti la ricostruzione e la vita quotidiana dei residenti.
I militari non solo sorvegliano la linea di confine, ma distribuiscono il materiale donato e svolgono operazioni di assistenza sanitaria, scolastica e ricreativa. Questo aiuto diretto migliora l’accesso a risorse scarse e sostiene famiglie e comunità nell’affrontare periodi complessi. La missione ha quindi una doppia valenza: da una parte tiene sotto controllo la pace, dall’altra restituisce dignità a chi vive in zone segnate dalla guerra.
Un ponte tra italia e libano
In Libano il ruolo degli alpini si conferma come un ponte tra la realtà italiana e il contesto mediorientale, con una presenza che va oltre l’azione puramente militare e si traduce in gesti tangibili di solidarietà. La partecipazione di Mondovì rafforza questo legame, mostrando il contributo concreto della società civile italiana in operazioni di pace lontano dai confini nazionali.