L’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi ha preso una nuova piega con l’analisi dei profili genetici rilevati su alcune prove chiave. I genetisti coinvolti nel caso hanno esaminato cinque specifici aplotipi del cromosoma Y, che si trasmette lungo la linea paterna, trovati su diverse unghie della giovane. Questo elemento ha fornito confronti diretti con campioni raccolti durante le indagini di Voghera, disseminando al contempo dubbi sulla possibile contaminazione delle tracce.
I dettagli dell’analisi genetica sul caso chiara poggi
Gli esperti hanno individuato cinque aplotipi distinti del cromosoma Y su più unghie di Chiara Poggi: in particolare, sul quinto dito della mano destra e sul primo e quarto dito della mano sinistra. I risultati mostrano che almeno uno di questi profili si sovrappone in modo completo con quello identificato su campioni ritrovati in un contesto investigativo a Voghera. Tali campioni provengono da oggetti personali sequestrati al commesso Giacomo Sempio: una tazzina da caffè, un cucchiaino e una bottiglia d’acqua.
Questo confronto genetico offre una base per tracciare possibili connessioni tra più scene o persone coinvolte indirettamente nelle indagini. La sovrapposizione del dna maschile, riconducibile alla linea paterna di una o più figure coinvolte, risulta un elemento rilevante nelle ricostruzioni investigative. Tuttavia, non si ferma qui la complessità del dossier biologico raccolto.
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Le avvertenze degli esperti sulla contaminazione del dna trovato sulle unghie
Gli scienziati hanno espresso cautela riguardo all’interpretazione dei dati, richiamando l’attenzione sul possibile inquinamento delle tracce genetiche sotto le unghie di Chiara Poggi. Sottolineano che il dna rilevato potrebbe aver subito contaminazioni durante la fase di raccolta o manipolazione. Questo aspetto rende difficile stabilire con certezza assoluta la provenienza e la significatività dei profili identificati.
L’incertezza deriva dal fatto che le tracce biologiche strette tra le unghie sono soggette a alterazioni o aggiunte accidentali. La varietà delle sostanze e materiali con cui sono venute a contatto può influire sulla fedeltà del dna. Secondo il parere degli specialisti, l’“effetto” di tali contaminazioni sui profili genetici resta imprevedibile, riservando un margine di dubbio nella lettura complessiva delle prove.
Il ruolo di redaelli e biondi nel maxi incidente probatorio
Completa il quadro investigativo la presenza dei due ultimi esperti nominati a maggio dai legali della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna. Dario Redaelli e Calogero Biondi sono stati incaricati di partecipare al maxi incidente probatorio, un passaggio cruciale per confermare o contestare gli elementi raccolti finora.
Questi specialisti hanno il compito di esaminare in profondità i dati scientifici, cercando di integrare i rilievi genetici con altri aspetti tecnici e processuali. Il maxi incidente probatorio rappresenta un momento decisivo per la definizione delle evidenze utili in aula, nel contesto dell’istruttoria penale. Le valutazioni di Redaelli e Biondi contribuiranno a chiarire punti controversi e a sostenere la prosecuzione delle indagini.