Conferenza onu sugli oceani: impegni e critiche da confeuro sulla tutela marina e l’estrazione mineraria

Conferenza onu sugli oceani: impegni e critiche da confeuro sulla tutela marina e l’estrazione mineraria

La conferenza delle Nazioni Unite a Nizza rilancia l’urgenza di proteggere gli oceani, evidenziando ritardi dell’Italia nella ratifica del Trattato sull’Alto Mare e i rischi ambientali dell’estrazione mineraria sottomarina.
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La conferenza ONU di Nizza ha ribadito l’urgenza di proteggere gli oceani, evidenziando impegni internazionali ma anche criticità come la mancata ratifica italiana del Trattato sull’Alto Mare e i rischi legati all’estrazione mineraria nei fondali oceanici. - Gaeta.it

L’attenzione globale sugli oceani resta alta dopo la recente conferenza delle Nazioni Unite a Nizza, dedicata alla protezione degli ecosistemi marini e alla biodiversità. La tutela dei mari si conferma una questione urgente, con nuovi impegni da parte di diversi Paesi e forti preoccupazioni per le attività imprudenti che potrebbero compromettere l’equilibrio ambientale nei prossimi anni. Andrea Tiso, presidente nazionale di Confeuro, ha evidenziato alcuni aspetti controversi emersi durante l’incontro, sottolineando la necessità di azioni più coese e tempestive.

La conferenza onu a nizza: focus sugli oceani e nuove decisioni globali

Tra il 15 e il 17 giugno 2025, a Nizza, si è tenuta la conferenza delle Nazioni Unite dedicata agli oceani. L’evento ha coinvolto delegazioni da tutto il mondo con l’obiettivo di promuovere una maggiore tutela degli ambienti marini. Sono stati assunti impegni per mettere al centro delle politiche internazionali la salvaguardia dei mari, in un momento in cui cambiamenti climatici e attività umane mettono a rischio specie e habitat.

Gli interventi si sono concentrati su temi chiave come la conservazione della biodiversità, il contrasto all’inquinamento e la regolamentazione delle attività economiche in mare aperto. La comunità internazionale ha riconosciuto che la crisi degli oceani non può più essere ignorata e richiede un’azione comune. Nella discussione sono emersi però anche segnali di divergenza su alcuni punti, come la gestione delle risorse e il ruolo delle tecnologie estrattive sottomarine.

Confeuro ha seguito con attenzione ogni fase della conferenza, valutando le implicazioni future per il territorio italiano e per la comunità globale, ponendo l’accento su questioni rimaste aperte.

L’italia e la mancanza di ratifica del trattato sull’alto mare

Un tema centrale evidenziato da Andrea Tiso riguarda la posizione dell’Italia sul Trattato sull’Alto Mare, uno strumento internazionale pensato per la tutela delle acque internazionali oltre i confini nazionali. Nonostante l’adesione dell’Italia all’alleanza nucleare dell’Unione Europea, il Paese non ha ancora ratificato questo decreto fondamentale per la salvaguardia degli ecosistemi oceanici.

Questa situazione risulta paradossale perché, pur partecipando a iniziative europee di sicurezza e cooperazione, l’Italia non ha formalmente assunto l’impegno di proteggere le aree marittime più lontane dalle proprie coste. La ratifica del Trattato permetterebbe di imporre regole più stringenti sulle attività svolte in alto mare e di preservare la biodiversità di quegli spazi che rappresentano oltre il 60% della superficie degli oceani mondiali.

La richiesta di Confeuro è rivolta al governo perché intervenga rapidamente, superando ritardi burocratici e lacune politiche su questo fronte. La diffusa consapevolezza dell’importanza di agire a tutela dell’ambiente marino è oggi al centro del dibattito internazionale, e l’Italia non può permettersi di restare indietro con un tema così delicato e strategico.

I rischi dell’estrazione mineraria nei fondali oceanici: critiche e preoccupazioni internazionali

Durante la conferenza è tornata all’attenzione una pratica molto controversa: l’estrazione mineraria dai fondali oceanici. Questa attività punta a sfruttare le risorse minerarie presenti nelle profondità marine, ma comporta rischi ambientali gravi che potrebbero alterare irreparabilmente gli ecosistemi.

Molte delegazioni, Confeuro compresa, si sono dette preoccupate per le ripercussioni sull’ambiente. L’intervento di António Guterres, segretario generale dell’Onu, ha ribadito che l’avidità umana costituisce la minaccia più grande per gli oceani, un monito che riflette la tensione tra sviluppo economico e tutela naturale. Gli esperti presenti hanno sottolineato che questa forma di sfruttamento può danneggiare specie rare e habitat fragili, senza contare l’effetto sulle comunità costiere che dipendono dalla biodiversità marina.

Non a caso, sia la comunità scientifica che numerose ONG impegnate in campo ambientale seguono con attenzione ogni passo legislativo e commerciale legato a questi progetti. Anche la società civile chiede con forza che i fondali marini non diventino una frontiera di sfruttamento senza regole e controlli.

L’appello di confeuro per un’azione concreta e immediata sulla tutela ambientale

Le riflessioni espresse da Andrea Tiso al termine della conferenza richiamano all’urgenza di un cambiamento di rotta nelle politiche ambientali, specie quelle rivolte al mare. Tutelare il pianeta riguarda non solo la conservazione degli equilibri naturali ma anche la responsabilità verso le future generazioni.

Confeuro sottolinea che bisogna tradurre in fatti concreti gli impegni nazionali e internazionali, adottando misure chiare e efficaci. Il mare non può restare un tema secondario nelle agende politiche e sociali. È necessario affrontare con decisione questioni come il miglioramento della normativa, la cooperazione tra Stati, e un uso più responsabile delle risorse marine.

L’associazione invita tutte le parti coinvolte a considerare il mare non come un territorio da sfruttare ma come un elemento vitale del sistema naturale globale. Le tensioni emerse a Nizza servono a richiamare l’attenzione sulle sfide ancora aperte, e spingono verso una gestione più attenta e rispettosa dell’ambiente marino.

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