Una battaglia per la legalità a torino si è scontrata con la violenza e il degrado urbano. Il caso riguarda un edificio in corso regina margherita, noto come “la palazzina dello spaccio”, teatro da anni di occupazioni abusive e attività illecite. Qui, la richiesta di cambiamenti nella gestione condominiale ha scatenato reazioni violente, con conseguenze giudiziarie recenti che hanno visto tre condanne e un’assoluzione.
Un edificio simbolo di degrado in corso regina margherita
La palazzina in corso regina margherita, nel quartiere valdocco a torino, è da anni simbolo di una situazione difficile. L’edificio, fatiscente e in gran parte inagibile, ospita occupazioni abusive. Spaccio di stupefacenti, allacci di corrente non autorizzati e abitazioni degradate hanno caratterizzato la vita quotidiana della zona. In questo contesto il tessuto sociale si è deteriorato, con frequenti episodi di tensione e conflitto.
Nel 2021 la situazione era già nota alle forze dell’ordine e alle autorità comunali. Un episodio significativo riguardò l’aggressione di una ventina di residenti nei confronti della polizia durante un arresto per spaccio. Questo fatto sottolinea la diffusa ostilità verso le istituzioni in quell’area. Condomini e cittadini denunciano il continuo degrado, ma le risposte rimangono limitate.
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Nel tentativo di ristabilire un minimo di legalità e sicurezza, alcuni proprietari e residenti hanno cercato di cambiare l’amministrazione del condominio. Questa decisione però ha incontrato una forte opposizione, contribuendo ad alimentare contrasti violenti all’interno dello stabile.
Violenza durante l’assemblea condominiale
Il 4 ottobre 2021, durante un’assemblea condominiale convocata proprio per discutere del cambio dell’amministratore, si è verificato un episodio di violenza che ha portato alla denuncia e al processo. Alessandro S., 39 anni, proprietario e attivista per il miglioramento della convivenza civile, ha subito un’aggressione da parte di alcuni residenti contrari alle modifiche proposte.
L’assemblea, che doveva essere un momento di confronto, si è trasformata in scena di pugni, calci e minacce. Alessandro e alcuni altri proprietari hanno tentato di prendere in mano la situazione per eliminare forme di gestione che – secondo loro – favorivano il degrado e l’illegalità. La tensione è esplosa, con conseguenze fisiche e giudiziarie.
Il tribunale di torino ha condannato tre persone a quattro mesi di carcere per l’aggressione subita da Alessandro. Una quarta è stata assolta, mentre per un quinto imputato è stato disposto il rinvio degli atti alla procura per riformulare i capi di accusa. Alessandro si è costituito parte civile, assistito dall’avvocato Vittoria Poddighe.
La resistenza di un proprietario e le nuove denunce
Dopo l’aggressione, Alessandro ha lasciato l’appartamento, incapace di sopportare una convivenza così difficile. Tuttavia non ha mai rinunciato a mantenere la proprietà, convinto che venderla significherebbe svenderla a causa delle condizioni dell’edificio. L’aiuto economico degli inquilini è scarso, nessuno infatti rimane a lungo nella palazzina, scoraggiato dal contesto degradato.
La sua scelta di restare, almeno formalmente, proprietario testimonia una volontà di non abbandonare del tutto quella realtà. Nei mesi successivi ha presentato nuove denunce, con l’intento di contrastare l’illegalità e sollecitare interventi concreti da parte delle istituzioni.
Questo caso mette in luce la difficoltà per i cittadini che, come Alessandro, provano a mantenere un ruolo attivo in contesti complicati. La solitudine e i rischi personali restano elevati, con scarse garanzie di tutela immediata.
Interventi istituzionali e situazione attuale
Nel 2023, la situazione ha attirato l’attenzione del sindaco di torino, Stefano Lo Russo, che ha partecipato a un blitz per verificare lo stato reale delle cose. L’intervento ha confermato l’ampia diffusione di problemi igienico-sanitari, abusivismi e segnalazioni da parte dei residenti. Case occupate illegalmente e condizioni precarie continuano a rappresentare una minaccia per la sicurezza del quartiere.
Nonostante le azioni messe in campo, la situazione rimane difficile. La palazzina e più in generale la zona di valdocco soffrono di degrado e criminalità che non si risolvono con interventi sporadici. Restano da programmare interventi mirati di rigenerazione urbana e maggiore controllo.
Le vicende di Alessandro S. riflettono la fragilità delle iniziative individuali, di fronte a un contesto che pesa con difficoltà sociali radicate e con contrasti alla legalità. Non mancano però forme di mobilitazione da parte dei cittadini, attenti a non lasciare il quartiere in mano a situazioni fuori controllo.