Il tribunale di Genova ha emesso una sentenza per i tre giovani francesi accusati di violenza sessuale su una studentessa di 19 anni a bordo di una nave da crociera. Il fatto risale alla notte tra il 17 e il 18 maggio 2024, durante una gita scolastica. Le decisioni giudiziarie segnano un momento cruciale in un processo che ha sollevato anche questioni di giurisdizione e interpretazioni sugli eventi che si sono svolti in mare aperto.
Il contesto dei fatti e la ricostruzione degli eventi sulla msc seaside
La vicenda si svolge sulla nave da crociera Msc Seaside, salpata dal porto di Marsiglia. La studentessa, residente a Roma e allora in viaggio scolastico, aveva incontrato due dei giovani francesi durante la navigazione. I tre ragazzi erano saliti sulla nave al porto francese, prima della partenza. A un certo punto, la ragazza è stata invitata nella cabina di uno di loro per bere insieme. Qui, secondo la ricostruzione della vittima, si è consumato un primo rapporto sessuale non consensuale. Quel momento però è stato valutato diversamente dal tribunale, che ha assolto il primo ragazzo per questa parte.
Le cose sono cambiate quando nella stessa cabina è arrivato un secondo giovane francese. In quel frangente, secondo la sentenza, si è trattato di violenza in concorso. La posizione del terzo ragazzo risulta più controversa: per lui si è deciso un ruolo da spettatore, senza una partecipazione attiva riconosciuta nell’atto violento.
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Insieme a loro era presente anche un minorenne, amico dei tre, che è entrato nella cabina per ultimo. La procura dei minori ha chiesto l’archiviazione per il ragazzo. La presenza di questo minorenne ha complicato la dinamica dei fatti, ma non ha portato a imputazioni per lui.
La sentenza, le condanne e le decisioni sul risarcimento per la vittima
Il tribunale di Genova ha inflitto due pene di 10 anni e una di 5 anni e 4 mesi ai tre giovani francesi. Si tratta di condanne che superano la richiesta iniziale del pubblico ministero Federico Panichi, che aveva chiesto pene da 5 a oltre 9 anni.
Alla studentessa è stata riconosciuta una provvisionale di 15mila euro a titolo di risarcimento immediato. L’entità del danno dovuto sarà invece discussa in un procedimento civile a parte. L’avvocata Claudia Sorrenti, che assiste la ragazza, ha seguito da vicino tutta la fase processuale per tutelare i diritti della sua assistita.
Il provvedimento non ha fermato la difesa dei giovani condannati. Gli avvocati Raffaella Cristofaro e Andrea Scardamaglio attendono ora di ricevere le motivazioni della sentenza, con l’intenzione di presentare ricorso in appello. Tra i punti contestati c’è la questione della giurisdizione.
La contestazione della giurisdizione e il ritorno dei condannati in francia
I difensori non solo contestano la responsabilità penale, ma mettono in dubbio l’autorità del tribunale italiano in questo caso. Sostengono che la violenza si sarebbe consumata mentre la nave si trovava in acque internazionali, fuori dalle acque territoriali italiane, e più precisamente davanti alla costa francese. Da questo punto di vista, l’intervento della polizia italiana a bordo della nave sarebbe risultato fuori luogo e illegittimo.
Nonostante la severità della sentenza, i tre giovani sono già tornati in Francia. L’ordinanza prevede per loro un obbligo di dimora, misura che limita la loro libertà di movimento ma non li tiene in custodia. Il caso mantiene quindi aperte molteplici implicazioni legali e diplomatiche tra i due Paesi.
Sviluppi futuri sul caso giudiziario
La complessità degli elementi in gioco e la delicatezza della vicenda lasciano spazio a ulteriori sviluppi sul piano giudiziario nelle prossime settimane, con l’eventuale secondo grado di giudizio che potrebbe riaprire il dibattito sugli aspetti giuridici e sui fatti contestati.