L’ordine di carcerazione all’ergastolo è stato notificato a Mohamed Tadimouti, cittadino algerino ritenuto responsabile dell’omicidio di Vincenzo Palazzo commesso nel 1997. La Squadra Mobile di Caserta, insieme al Servizio di cooperazione internazionale di polizia , ha eseguito il mandato emesso dalla Procura generale presso la Corte di Appello di Napoli. L’operazione ha portato al fermo di Tadimouti in Algeria, dopo anni di latitanza.
Il contesto dell’omicidio legato alla nuova camorra organizzata
L’omicidio di Vincenzo Palazzo è legato alle dinamiche interne della Nuova Camorra Organizzata, gruppo criminale guidato da Raffaele Cutolo. Mohamed Tadimouti era coinvolto in questa struttura criminale, che negli anni ’90 controllava vaste aree nel territorio campano. L’episodio si è svolto in pieno giorno nei pressi di un locale di proprietà di Palazzo. Si tratta di un agguato premeditato: “la sparatoria era stata organizzata per sembrare una rapina finita male.”
Dopo la sparatoria, Vincenzo Palazzo fu sequestrato. Il suo corpo carbonizzato fu ritrovato il giorno dopo, segno di una violenza estrema e di un gesto intimidatorio volto a consolidare il potere criminale nel quartiere. Questo fatto di sangue rappresenta uno degli episodi più cruenti della guerra interna tra fazioni camorristiche in quel periodo. L’azione brutale dimostra il clima di terrore e la ferocia con cui la Nuova Camorra Organizzata imponeva la propria supremazia.
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La latitanza e la cattura di mohamed tadimouti
Dopo l’omicidio, Mohamed Tadimouti sparì dalla circolazione dal 2007. Da quell’anno era ricercato dalle autorità italiane, che hanno intensificato le indagini e le ricerche con l’intervento della Procura generale di Napoli, guidata da Aldo Policastro. Mettendo in campo una rete di collaborazione internazionale tra polizie, le ricerche hanno portato alla localizzazione di Tadimouti in Algeria.
Il cittadino algerino è stato arrestato nel suo paese d’origine sulla base di un ordine di arresto internazionale. L’arresto è frutto di un’intesa tra le forze di polizia italiane e algerine, che permette di contrastare la latitanza di criminali in fuga all’estero. Ora sono in corso le procedure di estradizione che condurranno Tadimouti interrogato e consegnato alle autorità italiane, dove dovrà scontare la pena dell’ergastolo.
Il percorso giudiziario e la pena inflitta
La condanna a carico di Mohamed Tadimouti arriva al termine di un procedimento giudiziario che ha coinvolto la Procura generale presso la Corte di Appello di Napoli. È stato emesso un provvedimento di determinazione pene concorrenti, misura che stabilisce la somma delle pene relative a reati diversi ma commessi dallo stesso imputato. La pena complessiva a cui è stato condannato è l’ergastolo, in considerazione della gravità dell’omicidio e del contesto criminale in cui è maturato.
La sentenza riconosce la responsabilità diretta di Tadimouti nell’omicidio di Vincenzo Palazzo, reato aggravato dal metodo spietato utilizzato. “Questo verdetto ribadisce l’impegno della giustizia italiana nella lotta contro le organizzazioni criminali e nella punizione di chi sceglie il crimine violento.” La sentenza rappresenta inoltre un passo significativo nella lotta contro la latitanza di soggetti pericolosi, in quanto dimostra la capacità delle autorità di agire anche oltre i confini nazionali.
Il caso segna un momento importante per la giustizia campana. Evidenzia la sinergia tra forze di polizia e magistratura nell’intento di catturare fuggitivi di lunga data, restituendo un senso di sicurezza e di legalità. Ora fa parte dell’archivio delle storie giudiziarie che testimoniano la determinazione da parte dello stato italiano nel perseguire criminali latitanti anche anni dopo i fatti.