Condannato all’ergastolo christian candita per l’omicidio di paolo stasi a francavilla fontana

Condannato all’ergastolo christian candita per l’omicidio di paolo stasi a francavilla fontana

La corte d’assise di Brindisi condanna all’ergastolo Christian Candita per l’omicidio di Paolo Stasi a Francavilla Fontana, legato a debiti e spaccio di droga; Luigi Borraccino riceve 20 anni.
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La Corte d’assise di Brindisi ha condannato all’ergastolo Christian Candita per l’omicidio di Paolo Stasi, ucciso nel 2022 a Francavilla Fontana in un contesto di debiti e spaccio di droga tra giovani. - Gaeta.it

La Corte d’assise di Brindisi ha emesso una sentenza pesante sul caso dell’omicidio di Paolo Stasi, giovane di 19 anni ucciso nel novembre 2022 davanti casa sua a Francavilla Fontana. Christian Candita, 24 anni, è stato condannato all’ergastolo con isolamento diurno per un anno. Un episodio che ha acceso i riflettori su una vicenda complessa legata a debiti e spaccio di droga tra giovanissimi. Nel frattempo, un altro imputato, minorenne all’epoca, ha ricevuto una pena più leggera ma significativa, mentre sono stati assolti altri coinvolti.

Il contesto dell’omicidio di paolo stasi e la sentenza di ergastolo per christian candita

La tragedia è avvenuta il 9 novembre 2022 a Francavilla Fontana, una cittadina in provincia di Brindisi. Paolo Stasi, 19 anni, è stato ucciso davanti alla sua abitazione. Dopo mesi di indagini e processi, la Corte d’assise ha emesso una sentenza precisa: Christian Candita, 24 anni, è considerato colpevole dell’omicidio volontario in concorso. La pena comminata è l’ergastolo con un anno di isolamento diurno, misura che punta a limitare i contatti del condannato durante il giorno.

Candita, secondo la ricostruzione degli inquirenti, non sarebbe stato l’esecutore materiale del delitto, ma ha avuto un ruolo diretto nel pianificare e facilitare l’azione. Era al volante dell’auto utilizzata per arrivare a casa di Stasi. La sua partecipazione è stata giudicata fondamentale per il compimento del crimine. Nel corso del processo, la Corte ha raccolto testimonianze e prove che hanno evidenziato la sua responsabilità insieme ad altri imputati.

Luigi borraccino e il ruolo da esecutore materiale con 20 anni di carcere

Il tribunale per i minorenni aveva già condannato Luigi Borraccino, che all’epoca degli eventi aveva 17 anni, a 20 anni di reclusione. Borraccino è stato individuato come l’esecutore materiale dell’omicidio di Stasi, colui che ha effettivamente sparato e causato la morte. La sua posizione è stata affrontata sia nel processo minorile che in quello davanti alla Corte d’assise di Brindisi, dove ha ottenuto una condanna anche per altri reati legati alla droga.

Le indagini hanno mostrato che il giovane, insieme a Candita e altri, era coinvolto in un giro di sostanze stupefacenti. La droga era confezionata e spacciata in casa Stasi, un dettaglio che ha permesso di far luce sulle dinamiche dietro il delitto. La condanna a 20 anni rispecchia la gravità del gesto, anche in considerazione dell’età ancora giovanissima dell’imputato.

Debito di droga e violenza: come è nato il movente dell’omicidio

Gli investigatori hanno collegato l’omicidio a un debito di 5mila euro contratto da Paolo Stasi e dalla madre Annunziata D’Errico nei confronti di Luigi Borraccino. Il debito nasceva dalla convezione di hascisc e marijuana, che venivano poi vendute in giro grazie a un sistema di spaccio messo in piedi proprio nell’abitazione della famiglia Stasi.

Paolo Stasi e sua madre avrebbero consumato la droga, pagando solo una parte del debito richiesto. Il mancato saldo ha probabilmente scatenato la reazione violenta da parte di Borraccino e Candita, che in questo senso sono stati ritenuti colpevoli del movente che ha portato al delitto. I dettagli emersi in aula hanno mostrato un intreccio difficile fra consumatori e spacciatori, dove una cifra rilevante non è stata saldata, portando a conseguenze estreme.

Gli altri imputati, le accuse di spaccio e l’assoluzione di annunziata d’errico

Il processo davanti alla Corte d’assise ha coinvolto anche altri imputati, fra cui la madre di Paolo Stasi, Annunziata D’Errico, accusata di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio per episodi successivi all’omicidio. In base alla richiesta dell’accusa, si ipotizzava una forma di responsabilità morale nei suoi confronti.

La Corte, tuttavia, ha deciso di assolvere la donna, ritenendo insufficienti le prove per una sentenza di condanna. Per Borraccino invece è arrivata una condanna a nove anni per droga e una multa di 50mila euro. Candita dovrà rispondere anche di risarcimenti da definire in sede civile ai familiari di Paolo Stasi. Il processo ha quindi ricostruito non solo il gesto omicida, ma anche il contesto più ampio di illegalità legata allo spaccio nella zona.

Le condanne hanno chiuso una fase giudiziaria complessa, ma lasciano aperti molti interrogativi sulle dinamiche sociali e familiari dietro la vicenda. La morte di Paolo Stasi continua a pesare sul tessuto di Francavilla Fontana, città scossa da questo caso.

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