Un istruttore di danza della provincia di messina ha ricevuto una condanna a 13 anni di carcere per violenza sessuale su tre minorenni, tra cui una parente stretta. La sentenza è stata emessa nel 2025 dalla corte d’assise di messina. I fatti risalgono a un periodo in cui le vittime avevano meno di 14 anni. Il pubblico ministero della procura di barcellona pozzo di gotto aveva richiesto una pena leggermente inferiore. L’arresto dell’uomo, eseguito dai carabinieri, è avvenuto nel febbraio dello scorso anno in seguito a una denuncia dei genitori di una delle bambine.
Dettagli sul processo e la sentenza della corte d’assise di messina
La corte d’assise di messina ha decretato la condanna a 13 anni di reclusione per il giovane istruttore di danza accusato di violenza sessuale su tre ragazzine. Il procuratore Giuseppe Verzera, che ha rappresentato l’accusa per la procura di barcellona pozzo di gotto, aveva invece richiesto una pena di 12 anni e 10 mesi. Il verdetto è arrivato dopo il dibattimento, che ha portato alla luce le denunce presentate dai familiari delle minori coinvolte. L’attenzione si è concentrata in particolare sulle circostanze in cui una delle vittime, all’epoca appena undicenne, veniva affidata all’uomo ogni mattina dalla madre, impegnata per lavoro e impossibilitata a badare personalmente alla figlia.
Il tribunale ha considerato gravi le accuse emerse durante l’istruttoria, tenendo conto dell’età delle ragazze e della posizione di fiducia ricoperta dall’imputato come istruttore e parente. La condanna supera di pochi mesi la richiesta avanzata dal pubblico ministero. Questo riconoscimento ribadisce la responsabilità penale per i gesti contestati e sottolinea la tutela della tutela dei minori in situazioni di particolare vulnerabilità.
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I casi di abuso e l’accusa di violenza e minacce
Al centro dell’inchiesta ci sono le accuse di violenza sessuale su tre ragazze minorenni, due delle quali undicenni all’epoca dei fatti. Tra queste, una vittima è una parente stretta dell’imputato. Le denunce hanno ricostruito un quadro di abusi commessi durante i momenti in cui le minori si trovavano sotto la sua custodia, sia in ambito lavorativo che familiare. Le testimonianze hanno evidenziato non solo il grave reato di natura sessuale, ma anche episodi di violenza fisica e morale da parte dell’uomo.
L’accusa comprende anche episodi di aggressione verbale e minacce rivolte a un altro allievo della scuola di danza. L’uomo avrebbe preso a schiaffi, insultato e minacciato il ragazzo con parole intimidatorie, tra cui quella di tagliargli la gola. Questi comportamenti aggressivi hanno aggravato il quadro accusatorio a suo carico e sono stati valutati attentamente durante l’udienza.
I carabinieri hanno svolto le indagini che hanno portato all’arresto del sospettato nel febbraio 2024, a seguito delle denunce mosse da alcuni genitori preoccupati per la sicurezza dei loro figli.
Le reazioni e le prossime mosse difensive degli avvocati
A seguito della condanna, gli avvocati di difesa, Cettina Crupi e Daniele Pagano, hanno annunciato che presenteranno ricorso in appello. I legali hanno sottolineato l’intenzione di contestare la sentenza della corte d’assise, mettendo in discussione le prove raccolte durante il processo. Non sono stati forniti ulteriori dettagli sulle argomentazioni che saranno utilizzate per la difesa.
Il ricorso in appello rappresenta una tappa importante nel procedimento giudiziario, che può portare a una revisione della decisione del primo grado. Nel frattempo, l’imputato è stato trattenuto in custodia cautelare in attesa della definizione definitiva del caso.
Il procedimento ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica locale per la natura dei reati contestati e per il ruolo di figura di riferimento che l’uomo ricopriva nella comunità in cui operava. Le indagini e le audizioni testimoniano la complessità del caso e la delicatezza della situazione che ha coinvolto minorenni in un contesto di fiducia e protezione.