Condannati al tribunale di Napoli Alfredo Romeo e Ivan Russo per corruzione e frode nelle forniture

Condannati al tribunale di Napoli Alfredo Romeo e Ivan Russo per corruzione e frode nelle forniture

Il tribunale di Napoli condanna Alfredo Romeo a 7 anni e 6 mesi e Ivan Russo a 4 anni e 6 mesi per corruzione e frode nel troncone napoletano del processo Consip, chiudendo una fase decennale.
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Il tribunale di Napoli ha condannato Alfredo Romeo e Ivan Russo per corruzione e frode in un filone del processo Consip legato a gare d'appalto pubbliche tra Napoli e Roma, chiudendo una fase di un'indagine durata quasi dieci anni. - Gaeta.it

Il tribunale di Napoli ha emesso una sentenza importante nel caso legato alle indagini scaturite dal cosiddetto troncone napoletano del processo consip. Sono stati condannati Alfredo Romeo, imprenditore e immobiliarista, e Ivan Russo, architetto e dirigente della sua azienda. Queste condanne chiudono una fase di un procedimento aperto ormai quasi dieci anni fa, intrecciato con accuse di corruzione e frode. Le motivazioni e i dettagli del caso disegnano un quadro complesso, con diverse persone coinvolte e più filoni investigativi che si dipanano tra Napoli e Roma.

La sentenza definitiva della prima sezione penale

Il collegio A della prima sezione penale, presieduto da Conte, ha stabilito che Alfredo Romeo deve scontare una pena di 7 anni e 6 mesi di reclusione. Ivan Russo ha ricevuto una condanna a 4 anni e 6 mesi. La procura di Napoli aveva contestato a Romeo sei ipotesi di corruzione e una di frode nelle forniture, mentre a Russo sono state attribuite tre episodi corruttivi. Queste accuse derivano da una serie di episodi che risalgono al periodo tra il 2015 e il 2016, legati a forniture e favori illeciti in ambito pubblico.

Accuse principali e prove raccolte

Le accuse contro Romeo e Russo si concentravano soprattutto in relazione a regali e vantaggi concessi a pubblici funzionari, ex dirigenti e dipendenti del Comune di Napoli e della Soprintendenza di Roma. Il tribunale ha considerato le prove raccolte sufficienti a condannare entrambi i protagonisti di questa inchiesta. La sentenza chiude una fase importante del procedimento, anche se ulteriori sviluppi riguardano altri imputati e processi collegati.

Le misure cautelari e l’inizio dell’inchiesta

Nel novembre del 2017 vennero disposte misure cautelari per Alfredo Romeo, che fu posto agli arresti domiciliari. Successivamente, la cassazione annullò questa misura. Quelle misure furono il primo atto deciso nel contesto di un’inchiesta molto ampia, coordinata dal pm Henry John Woodcock, ora alla Dda di Napoli. L’inchiesta scaturì da episodi sospetti attorno alle gare d’appalto e alle forniture nell’ambito pubblico, da Napoli fino a Roma.

La complessità del procedimento

In quel periodo furono coinvolte molte altre persone, che ora si trovano a processo davanti ad un’altra sezione del tribunale partenopeo. Il blocco di imputati riguarda una cinquantina di soggetti legati ad appalti e forniture nel comparto sanitario e pubblico, come nel caso ospedale Cardarelli. La complessità del procedimento ha richiesto lunghe indagini e diverse tranche di processo, con collegamenti tra filoni distinti.

Richieste di condanna da parte del pm woodcock

Il pm Henry John Woodcock, che ha condotto le indagini e la requisitoria, ha chiesto pene pesanti per i due imputati principali. Per Alfredo Romeo avanzò la richiesta di una condanna a 6 anni e 8 mesi; per Ivan Russo invece 4 anni e 2 mesi. Le accuse principali riguardavano i presunti favori e regali dati a pubblici ufficiali per ottenere vantaggi nelle forniture.

Modalità di corruzione accertate

Woodcock ha evidenziato come Alfredo Romeo abbia agito attraverso varie forme di corruzione, coinvolgendo funzionari del Comune di Napoli, la Soprintendenza di Roma e altri dipendenti pubblici. La richiesta di condanne seguiva mesi di indagine e raccolta di prove che dimostravano scambi illeciti tra imprenditori e pubblici funzionari. Questo procedimento rappresenta uno dei filoni più rilevanti della vasta inchiesta consip, specie in riferimento alle dinamiche nella città di Napoli.

Le ramificazioni del processo consip e i vari filoni

L’inchiesta da cui deriva il procedimento giudiziario si è divisa in tre filoni distinti, tutti legati da alcuni elementi comuni e dalla figura chiave dell’imprenditore Alfredo Romeo. Uno di questi filoni riguarda proprio la città di Napoli e le gare d’appalto legate a importanti enti pubblici. L’altro processo si concentra sull’ospedale Cardarelli e coinvolge numerosi imputati per appalti sospetti. Il terzo è quello ricadente sul filone di Roma, conosciuto come il caso consip.

Sviluppi e rilevanza giudiziaria

Questo troncone napoletano venne aperto quasi dieci anni fa e si è sviluppato in modo concatenato con altri procedimenti penali in diverse città italiane. I fatti oggetto di accusa risalgono al 2015 e al 2016, periodo in cui si sarebbero consumati i presunti favoritismi e scambi corruttivi. Il rinvio a giudizio di Romeo e Russo nel 2018 ha segnato un primo passaggio formale nel processo, con le altre indagini che hanno poi proseguito su vari fronti.

L’attenzione della magistratura su questo filone rimane alta. Gli sviluppi e le decisioni del tribunale in questi anni hanno fatto emergere elementi decisivi per ricostruire i meccanismi della corruzione, nei rapporti tra imprenditori privati e funzionari pubblici. Una pagina significativa nella cronaca giudiziaria napoletana degli ultimi anni, che continua a produrre effetti nel sistema degli appalti pubblici.

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