Condanna a sette anni per scout di Terracina accusato di abusi su minori e pedopornografia

Condanna a sette anni per scout di Terracina accusato di abusi su minori e pedopornografia

Un assistente capo scout di Agesci Terracina 3 condannato a sette anni per abusi su minori, pedopornografia e stalking; interdizione perpetua e risarcimenti dopo l’intervento di Centro Antiviolenza e Polizia Postale.
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Un assistente capo scout di Terracina è stato condannato a sette anni di carcere per abusi sessuali su minori, pedopornografia e stalking, con interdizione dall’attività educativa e risarcimenti alle vittime. - Gaeta.it

Un caso di abusi sessuali su minori all’interno del gruppo scout di Terracina ha portato a una condanna pesante: sette anni di carcere per un giovane assistente capo scout. Le accuse riguardano anche pedopornografia, stalking e detenzione di centinaia di video a contenuto illecito. Il procedimento si è concluso con una sentenza che prevede anche il pagamento di una multa e ulteriori restrizioni legali.

Il processo al giovane scout di terracina

Il tribunale di Roma ha emesso la sentenza oggi, a carico di un assistente capo scout del gruppo Agesci Terracina 3. Il giovane è stato riconosciuto colpevole di abusi sessuali su minori, fatti aggravati dal legame di fiducia costruito con le vittime e le loro famiglie, proprio per via del suo ruolo all’interno del gruppo scout. La Corte ha inoltre considerato l’aggravante della minore età delle persone coinvolte e la detenzione di 292 filmati pedopornografici, custoditi dall’imputato.

Oltre alla pena detentiva, la giudice Angela Gerardi ha disposto un’ammenda di 26 mila euro. È stata stabilita inoltre l’interdizione perpetua dall’esercizio di pubblici uffici e incarichi pubblici, comprese tutte le attività legate all’insegnamento, vietando quindi al condannato di tornare a operare nel campo educativo o con i minori. Terminata la pena, il giovane dovrà rispettare un divieto di avvicinamento alle vittime.

In aggiunta, il tribunale ha fissato un risarcimento del danno a favore delle famiglie dei minori coinvolti e delle altre parti civili. Questo provvedimento mira a riconoscere il danno subito dai soggetti coinvolti, anche se la risposta delle famiglie è stata complessa, come verrà illustrato nei paragrafi successivi.

Il ruolo del centro antiviolenza e la collaborazione delle autorità

La vicenda è emersa grazie all’intervento del Centro Antiviolenza per minori vittime di reato, a cui si erano rivolte famiglie preoccupate. Il gruppo scout Terracina 3 e la parrocchia San Domenico Savio hanno collaborato attivamente per facilitare la denuncia e offrire supporto alle vittime. Questa azione ha permesso di proteggere i minori e di mettere fine alle attività illecite dell’imputato.

Le autorità coinvolte, in particolare la Polizia Postale di Latina e il sistema giudiziario, sono intervenute rapidamente dopo la segnalazione. I dati raccolti, come i filmati pedopornografici, hanno fornito prove di peso durante il processo. Il sostegno coordinato tra Centro Antiviolenza, forze dell’ordine e comunità locale ha impedito il proseguimento degli abusi.

Monica Sansoni, garante per i minori del Lazio, ha sottolineato l’efficacia di questo intervento tempestivo. “La protezione dei minori è stata la priorità fin dai primi momenti, evitando che altri giovani potessero subire danni simili.” La collaborazione ha mostrato come il lavoro di squadra tra enti diversi possa innescare azioni decisive in casi delicati come questo.

Il punto di vista delle famiglie e il percorso di recupero

Le famiglie coinvolte, assistite dall’avvocato Pasquale Lattari del Centro Antiviolenza “Crescere Insieme”, hanno vissuto con difficoltà la condanna del responsabile. I genitori non hanno festeggiato la sentenza, ma hanno riconosciuto il torto subito dai propri figli. Il risarcimento economico è stato rifiutato, in quanto l’imputato non ha manifestato consapevolezza della gravità dei suoi gesti, un elemento che pesa molto sui familiari delle vittime.

Il focus più importante per le famiglie è stato bloccare l’attività del reo e impedire che altri bambini potessero essere abusati. Questo risultato è visto come un passo fondamentale per la tutela dei minori della comunità. L’obiettivo principale ora è permettere ai ragazzi di superare il trauma, elaborare l’esperienza e reinserirsi serenamente nella vita quotidiana.

Sostegno della comunità scout e della parrocchia

Anche la comunità scout di Terracina e la parrocchia hanno espresso il proprio sostegno verso le famiglie e la protezione dei ragazzi. L’attesa è che, nonostante la giovane età dell’accusato, ci possa essere una presa di coscienza reale sull’ingiustizia compiuta. Si spera che questo episodio serva anche da monito per prevenire situazioni simili in futuro all’interno dei gruppi che lavorano con i minori.

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