Il tribunale di Latina ha emesso la sentenza di primo grado per il caso di omicidio avvenuto a Priverno lo scorso novembre 2023. Luigi D’Atino è stato condannato a 24 anni di prigione per aver ucciso Germano Riccioni e ferito gravemente la madre. Il procedimento ha messo in luce tensioni familiari pregresse che hanno portato a una tragedia in via Madonna del Calle.
Il fatto: omicidio e aggressione a priverno
Il 29 novembre 2023 Luigi D’Atino ha aggredito con violenza Germano Riccioni, 49 anni, compagno della madre, uccidendolo sul posto. La lite è scoppiata in via Madonna del Calle, zona di Priverno, dove si è consumata la tragedia. Nello stesso episodio la madre dell’imputato è stata colpita violentemente al viso con un mattone, riportando ferite tali da richiedere un ricovero ospedaliero durato quattro mesi. Gli accertamenti hanno rilevato un’aggressione maturata da tensioni familiari e dissidi tra le persone coinvolte.
Processo e sentenza di primo grado a latina
Il procedimento giudiziario si è svolto davanti alla Corte d’Assise di Latina, presieduta dal giudice Gian Luca Soana. L’imputato, difeso durante l’udienza, ha ammesso quanto avvenuto chiedendo scusa prima della sentenza. Il pubblico ministero Giuseppe Buontempo aveva richiesto una pena di 30 anni di carcere, riconoscendo la gravità del reato e il tentato omicidio nei confronti della madre. La Corte, tuttavia, ha bilanciato le aggravanti con le attenuanti generiche, ritenendole equivalenti alla crudeltà dimostrata, e ha inflitto una condanna a 24 anni di reclusione.
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Dinamiche familiari e motivazioni dell’aggressione
L’aggressione è stata l’esito di contrasti profondi e risentimenti che duravano da tempo tra Luigi D’Atino, la madre e Germano Riccioni. Le tensioni non erano recenti e si sono alimentate fino a esplodere con la violenza fatale. La morte di Riccioni e la grave ferita alla madre testimoniano una situazione domestica tormentata. Gli inquirenti e il tribunale hanno sottolineato come i dissidi pregresse abbiano pesato nelle dinamiche che hanno portato al fatto di sangue in via Madonna del Calle.
Reazioni in tribunale e implicazioni del verdetto
La sentenza di oggi rappresenta un momento decisivo per la famiglia e la comunità di Priverno. Luigi D’Atino ha manifestato rimorso, a parole, prima della pronuncia della condanna, ma il giudice ha tenuto conto della gravità delle azioni, confermando la misura restrittiva pesante. La pena inflitta, seppure inferiore di qualche anno rispetto alla richiesta del pm, riflette un bilanciamento tra crudeltà e attenuanti. Il caso resta emblematico di tensioni familiari sfociate nel crimine più grave, e porrà basi per eventuali futuri sviluppi giudiziari e sociali nel territorio pontino.