Il conclave per l’elezione del nuovo papa inizierà il 7 maggio 2025 a Roma, ma attorno alla partecipazione del cardinale keniano John Njue si è creato un piccolo mistero. Mentre lui afferma di non essere stato invitato e nega problemi di salute, fonti ufficiali e l’arcidiocesi di Nairobi sostengono invece che sia assente per ragioni mediche. La questione ha acceso un confronto tra versioni diverse, accentuato anche da recenti modifiche anagrafiche che hanno coinvolto il porporato.
Il punto della situazione sulla mancata partecipazione di john njue al conclave
John Njue, cardinale e figura di spicco nella chiesa africana, ha aperto all’ultimo momento un caso riguardo alla sua assenza al conclave. In esclusiva al quotidiano Daily Nation, Njue ha dichiarato di non essere stato invitato all’assemblea dei cardinali convocata per l’elezione del pontificato successivo. Ha smentito con fermezza che la sua mancata presenza derivi da problemi di salute, definendo nebulose tutte le congetture in tal senso.
Questa affermazione ha sorpreso molti, proprio perché la regola della chiesa prevede che ogni cardinale sotto gli 80 anni possa partecipare al voto papale. Tra l’altro, proprio l’età di Njue è diventata un nodo: negli annuari ufficiali del Vaticano, la sua data di nascita è stata modificata, spostandola dal 1944 al 1º gennaio 1946. Questa rettifica, che potrebbe sembrare solo un dettaglio, lo mantiene formalmente sotto la soglia degli 80 anni, e quindi teoricamente abilita la sua presenza al conclave. Una sorta di “ringiovanimento” apparente che ha alimentato ulteriori speculazioni in vista della riunione a porte chiuse dei porporati a Roma.
Leggi anche:
La risposta dell’arcidiocesi di nairobi e il ruolo del nunzio apostolico
Poco dopo le dichiarazioni di Njue, è arrivata una nota ufficiale firmata dall’arcivescovo Philip Anyolo, che sovrintende la diocesi di Nairobi. La comunicazione è stata pubblicata dal Daily Nation e punta a chiarire le motivazioni dietro l’assenza del cardinale keniano. L’arcivescovo spiega che, contrariamente a quanto detto da Njue, la sala competente della Santa Sede ha ricevuto una comunicazione ufficiale dal Nunzio Apostolico, cioè il rappresentante diplomatico della Santa Sede in Kenya, in cui si segnala che per condizioni di salute delicate Njue non potrà raggiungere Roma e prendere parte al conclave.
La nota specifica che Njue è pienamente eleggibile, e che l’invito è stato inviato formalmente. Il problema, quindi, non sarebbe una mancata convocazione o esclusione amministrativa, ma un’infermità che limita la sua mobilità e la partecipazione a un evento così gravoso come il conclave. Il Nunzio Apostolico ha agito in intesa con l’ufficio dell’arcivescovo di Nairobi, confermando in modo ufficiale l’impossibilità a spostarsi del porporato.
Il contesto attorno al conclave e le implicazioni della vicenda
Il conclave è un momento cruciale per la chiesa cattolica, richiama l’attenzione mondiale e coinvolge cardinali provenienti da tutto il pianeta. La presenza o meno di un porporato importante come John Njue assume un peso particolare. Non a caso la sua assenza si è trasformata rapidamente in un caso mediatico locale e internazionale, anche perché arricchita da dettagli burocratici come la variazione dell’anno di nascita.
Gli annuari vaticani, di punto in bianco, hanno modificato la data ufficiale di nascita di Njue, portandola in avanti di due anni. Restano molte domande aperte su come e perché si sia deciso questo cambiamento, che non coincide con il racconto pubblico dello stesso cardinale.
Tensioni e dinamiche nella chiesa africana
In più, il gioco delle dichiarazioni contrastanti tra Njue e le autorità ecclesiastiche di Nairobi mostra tensioni interne difficili da decifrare dal di fuori. L’evento è seguito con interesse anche perché il conclave 2025 potrebbe segnare un passaggio importante tra diverse visioni all’interno della chiesa cattolica, africana inclusa. Se il cardinale keniano non potrà esprimere il suo voto, questo influirà sulla rappresentanza africana e forse sulle dinamiche dei candidati papabili.
L’attesa per l’apertura delle schede è quindi accompagnata da quesiti e temi più ampi, che vanno oltre il solo caso personale e investono aspetti di comunicazione, salute, e procedure. Il corso dei lavori in Vaticano e gli aggiornamenti ufficiali chiariranno con certezza i dettagli, ma per ora il nome di John Njue resta al centro di un piccolo giallo che coinvolge fede e organizzazione.